Alle spalle dei rivoluzionari
di MARINO BADIALE (ARS Liguria)
J.B. Schor, Nati per comprare, Apogeo 2005
J. Balkan, Assalto all’infanzia, Feltrinelli 2012
Ci siamo chiesti tempo fa “perché la gente non si ribella?”, e abbiamo esaminato alcune possibili risposte. Avevamo detto che forse, per trovare risposte convincenti, occorre indagare temi di psicologia e antropologia. Qualche indizio (non una risposta compiuta, s’intende) mi sembra di averlo trovato in questi due libri, che descrivono, in modi diversi ma convergenti, come l’attuale sistema economico stia invadendo la sfera dell’infanzia per trasformare, ad un’età sempre minore, i bambini in consumatori compulsivi.
Si tratta di un esempio perfetto di ciò che, assieme al compianto Massimo Bontempelli, avevamo chiamato “capitalismo assoluto”: il fenomeno per il quale la logica del profitto e dell’accumulazione capitalistica si estende a tutti gli ambiti della vita, anche a quelli che tradizionalmente ne erano immuni, o solo marginalmente sfiorati.
Dal mio punto di vista, è particolarmente notevole il modo, descritto in questi libri, in cui le corporations sono riuscite a penetrare nella scuola: prima come sponsor, favorite dalla cronica mancanza di fondi delle scuola pubbliche, poi addirittura donando alle scuole stesse “pacchetti educativi” completi di programmi e materiale didattico. Per cui, come osserva allarmata Juliet Schor, a pag. 104 del suo libro, ormai “le corporations redigono i programmi di studio”.
Entrambi i libri parlano della situazione negli USA, ma non è difficile immaginare che prima o poi cose del genere si produrranno anche nel nostro paese: basti pensare a come le scuole siano sempre più oppresse da ristrettezze economiche, per capire che le resistenze a questo tipo di pratiche, resistenze che indubbiamente in Italia ci sono e forti, tenderanno sempre più ad essere sommerse dalle necessità finanziarie.
Lasciamo ai lettori il piacere, o la preoccupazione, di scoprire, leggendo questi due libri, le tecniche e le strategie di marketing delle corporations nella loro marcia verso la conquista dell’infanzia.
Quello che mi preme è rilevare come una generazione educata al consumismo compulsivo avrà difficoltà, una volta cresciuta, a pensare una società alternativa a quella appunto consumistica. Più in profondità, riprendendo un’osservazione di Massimo Bontempelli (di cui adesso non so ritrovare il luogo), è probabile che un’educazione costruita sull’“usa e getta” conusmistico abbia difficoltà a darsi della basi caratteriali solide per la vita, e tenda a creare personalità conformistiche e deboli.
E’ solo un’intuizione, ma è probabile che qui ci sia una parte della risposta al “perché la gente non si ribella”. In ogni caso, è chiaro che, perseguendo il proprio profitto nei modi descritti in questi due libri, le corporations stanno lavorando “alle spalle dei rivoluzionari”: mentre questi ultimi si sforzano di produrre discorsi razionali per convincere gli adulti, il capitalismo sta conquistando l’anima dei nostri figli.
[articolo uscito su “Appello al Popolo” il 6 aprile 2014]
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