Politica-spettacolo e politica della quotidianità
di RICCARDO PACCOSI (FSI Bologna)
Tra soli due giorni nessuno ricorderà più degli scontri di piazza avvenuti oggi a Firenze, così come nessuno ricorda quelli avvenuti a Milano l’anno scorso per l’apertura dell’Expo.
La politica-spettacolo è così: una fiammata sui media e poi l’oblio. Perché la politica-spettacolo si fonda non già sulla quotidianità bensì sulla straordinarietà: c’è un evento in qualche modo extra-ordinario del potere e allora si organizza un contro-evento. Ma il potere, oltre a organizzare grandi eventi e grandi cerimonie, interviene anche sulla riproduzione sociale quotidiana per indirizzarla e performarla. Chi non prova a contrastare il potere su questo terreno lento e poco appariscente, di fatto non sta contrastando niente.
Partecipare a un corteo di lavoratori – come quello svoltosi oggi a Genova per protestare contro la privatizzazione di Poste e Sanità – non determina rimbalzi mediatici, ma esprime connessione con quella dimensione quotidiana che è il lavoro. Se intervieni sul lavoro, infatti, operi su un presente ch’è aperto al divenire giornaliero, operi sul dispositivo cruciale dei processi di riproduzione sociale e quindi, il giorno dopo, resteranno i semi di quel poco o tanto che hai fatto.
Dopo un evento mediatico ed extra-quotidiano, invece, il giorno dopo non rimane nulla.
Commenti recenti