Tempo al tempo
di GIANFRANCO LA GRASSA
Premetto, come nota del tutto marginale, che sarebbe ora di togliere il voto a chi ha la nazionalità italiana, ma ormai vive stabilmente all’estero (salvo dunque chi vi sta per pochi mesi a causa di qualche occupazione del tutto occasionale). Altrimenti, è meglio non perdere tempo e dare per attribuiti almeno i due terzi (quando non i tre quarti) di quei voti a chi sta in quel periodo al governo. Quel voto è tutto un broglio, se non altro perché quei pseudo-italiani non sanno più nulla di reale (perfino se ricevessero giornali italiani e lettere da parenti e amici tutti i giorni) del paese lasciato da anni. Basta con il parificarli ai reali cittadini d’Italia, non c’entrano nulla con noi.
Un mediocre giornalista, assai facile da “reclutare” (con quali mezzi non c’interessa), ha scritto un editoriale rabbioso e livoroso su “Libero”, perché l’ha presa in c….. malgrado tutto il suo appoggio al SI, tuttavia mascherato da (finto) astensionismo perché non aveva alcun senso andare a votare, era “tutta una minchiata”. Questo aveva scritto costui il giorno del voto. Il giorno dopo, anche lui sorpreso dalla marea di NO, ha sostenuto che questo povero paese è abitato da ritardati, da gente che ancora crede nella Costituzione “scritta da ex fascisti e comunisti” (chissà perché, ricordo che dopo non molto tempo ci fu il 18 aprile ’48 con maggioranza assoluta alla DC; cosa che non mi riempie di gioia nemmeno adesso e dimostra comunque che non tutto era deciso da ex fascisti e comunisti). Il vero problema non è però questo.
La stragrande maggioranza di quel quasi 70% di votanti (percentuale che ha pur essa sorpreso tutti) è andata a votare senza sapere quasi nulla di ciò che era in gioco “ufficialmente” con quel quesito da dementi o imbroglioni. E non ha seguito proprio le indicazioni di uno dei partiti del NO, cui si sarebbe sentito legato con forte senso di appartenenza; così come accadeva alcuni decenni fa. E’ andato a votare perché non nutre più alcuna fiducia nel sedicente ceto politico, che mai ha raggiunto simili livelli di imbecillità e inettitudine, in nessun periodo storico (da quando esiste il suffragio universale) e in nessun paese del mondo. Il messaggio è chiaro: andate a casa mostriciattoli e pervertiti, non ci rappresentate per nulla, vi votiamo alle politiche perché avete un po’ rimbecillito anche noi. Ci rendiamo adesso conto che avete rotto le palle e non sapete fare nulla; andate a fare qualche lavoro utile, anche se è difficile che sappiate fare qualcosa, nemmeno pulire i cessi.
C’è solo un punto su cui si può concordare con il direttore di giornale “reclutato”. I cittadini resteranno delusi perché si stanno già da subito mettendo in moto manovre del tutto dilatorie e da saltimbanchi, ancor peggio di quanto sta già accadendo per il “brexit”. Renzi ha fatto ieri notte il solito discorso da furbetto da “due soldi”, ha detto di recarsi da Mattarella a dimettersi quest’oggi, lo ha formalmente fatto, e ha ricevuto approvazione dal suo complice, nemmeno tanto nascosto, il “nanetto d’Arcore”, che gli ha dato subito atto di mantenere la parola. Tuttavia, si comincia a dire che forse è bene non se ne vada subito perché ci sono cose importanti da fare e completare.
Si può essere certi che sono in atto intensi colloqui segreti tra Renzi e Berlusconi (con i soliti intermediari di sempre) per andare a qualche accordo, che sarà detto temporaneo e per il “bene del paese” (forse qualcuno dirà addirittura “della Nazione”). Si sta cercando la formula per non infastidire troppo la maggioranza dei votanti, per turlupinarli con l’eleganza dei vermetti che strisciano per terra, per far credere che il “tunnel” sarà breve e alla fine si voterà. Non sono in grado di prevedere se tali manovre riusciranno o no, molto dipenderà da valutazioni assai complicate in questo momento e dalle reazioni di chi dovrà pur farne qualcuna.
Francamente, credo che anche chi reagirà (ad es. Lega, “5 stelle”, ecc.), lo farà sempre pensando alle future votazioni, per cercare di migliorare la propria posizione in Parlamento e altre “Assemblee” varie. Se così si comporteranno, rischieranno di logorarsi e comunque si dovrà attendere per reali cambiamenti in questo paese. Penso proprio che dovremo attrezzarci ad una stagione di manovrette condotte da partiti, che hanno ormai mostrato tutta la loro inettitudine. Si arriverà infine ad una definitiva resa dei conti? Chissà quando, i cittadini hanno ancora paura di mettersi in gioco perché c’è il rischio di trovarsi coinvolti in qualcosa di assai più decisivo, e dunque di assai più pericoloso per il proprio modo di vivere, che non recarsi alle urne a depositarvi inutili straccetti di carta.
Entreremo dunque in un clima di attesa, e di imbrogli e diversivi ancora più pesanti di quelli fin qui fatti. E saremo ancora a lungo in balia di incapaci e miserabili, che riusciranno a tenere in attesa una popolazione cui certamente non si può chiedere di mettere in gioco la propria vita e tranquillità. Osserviamo e continuiamo a “predicare” quanto si dovrebbe fare e non si farà. Verrà il momento del “redde rationem”, ma non tanto presto.
Bisogna munirsi di pazienza. Troppo tempo siamo stati dei conigli, pretendete che si diventi in un batter d’occhio quanto meno dei bei cani rabbiosi, lanciati ad addentare e lacerare le carni dei fottuti che ci stanno prendendo in giro da un quarto di secolo?
Fonte:http://www.conflittiestrategie.it/tempo-al-tempo-di-glg
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