Le contraddizioni di Draghi sul Target 2 ed i suoi timori per la prossima (??) esplosione dell’euro
La lettera di Draghi sul sistema Target2 e sulla necessità di saldarlo nel caso l’Italia uscisse dall’euro ha provocato un intenso scambio di interpretazioni. Il punto centrale è: il saldo Target2 dell’Italia, in passivo di 358 miliardi di euro rispetto alla Bce, è un debito effettivo da saldare, come sostiene Draghi, oppure questo saldo è una semplice traccia informatica di pagamenti già avvenuti e Draghi sta ingigantendo per fini politici una questione tecnicamente marginale?
Quello che segue è un articolo sbilanciato verso la seconda opzione, mentre qui ne trovate uno vicino alla prima.
di SCENARI ECONOMICI (Fabio Lugano)
Qualche giorno fa è apparso proprio su scenarieconomici.it un articolo relativo alla necessità di pareggiare in qualche modo i saldi Target 2 prima di poter , eventualmente, uscire dall’euro.
L’articolo prendeva da un’intervista al governatore della Banca Centrale uscita a novembre su Reuters e quindi ripresa da Zerohedge.
I due articoli apparivano come una sorta di sottile minaccia verso l’Italia e le mire di alcune sue componenti politiche per un euroexit. Praticamente da un lato, per la prima volta, si parlava abbastanza chiaramente della possibilità dell’uscita dell’Italia dall’euro sistema, non dando più il fatto come impossibile, ma, dall’altro, mettendo una sorta di barriera pesantissima legata al pagamrnto del saldo di Target 2 , pari a 358 milairdi di euro a Novembre
Con questa visione del target 2 sembrerebbe che il sistema di pagamento della BCE non sia altro che una sorta di debiti e di crediti fra le banche centrali. In cui il saldo dell’Italia è un debito e quello della Germania un credito, come mostrato da questo grafico di ZH:
Questa visione è stata però messa in discussione dalla risposta dello stesso Draghi ad un’interrogazione degli eurodeputati Valli e Zanni, che chiedevano appunto un chiarimento circa l’andamento del Target 2 e la possibilità dello sviluppo di squilibri tali da porre l’Euro in pericolo.
Ecco la lettera
Qui una traduzione:
“Onorevoli deputati del Parlamento europeo,
Onorevole Valli, Onorevole Zanni,
ringrazio dell’interrogazione che mi è stata trasmessa con lettera dell’8 dicembre 2016 da Roberto Gualtieri, Presidente della Commissione per i problemi economici e monetari. Come ho avuto modo di spiegare nella risposta all’Onorevole Markus Ferber il 28 novembre 20161 , il recente incremento dei saldi Target2 riflette in prevalenza i flussi di liquidità derivanti dal Programma di acquisto di attività (PAA) della BCE. I saldi Target2 sono cresciuti dopo l’avvio del PAA in parte a causa di fattori tecnici relativi alla struttura dei mercati finanziari. In particolare, i servizi di regolamento sono concentrati in alcune piazze finanziarie. I pagamenti transfrontalieri da parte delle banche centrali nazionali (BCN) per i titoli acquisiti nell’ambito del PAA determinano variazioni dei saldi Target2 durante l’attuazione della politica monetaria. Quasi l’80% delle obbligazioni acquisite dalle BCN nel quadro del PAA è stato ceduto da controparti non residenti nello stesso paese della BCN acquirente e circa la metà degli acquisti è stata effettuata da controparti situate all’esterno dell’area dell’euro, che per lo più accedono al sistema di pagamento Target2 soprattutto tramite la Deutsche Bundesbank. Ne è risultato pertanto un incremento del saldo Target2 della Deutsche Bundesbank nei confronti della BCE. Questo particolare meccanismo è illustrato in maggiore dettaglio nel nostro Bollettino economico e nel Monthly Report della Bundesbank2 . In aggiunta, i saldi Target2 sono rimasti elevati poiché la liquidità creata dal nostro PAA si è concentrata soprattutto in certi paesi. Questo fenomeno riflette la struttura finanziaria dell’area dell’euro, in cui le banche con modelli imprenditoriali in grado di attrarre maggiori disponibilità liquide sono in genere situate in pochi centri finanziari. Guardando oltre l’attuazione della nostra politica monetaria, gli acquisti nel contesto del PAA incoraggiano i venditori di tali attività a riequilibrare i loro portafogli. Poiché essi intraprendono anche altre forme di investimento o acquistano altri titoli, ivi compresi quelli di non residenti, vengono creati ulteriori flussi di liquidità, che contribuiscono a mantenere elevati i saldi Target2. L’attuale tendenza al rialzo dei saldi è quindi distinta dall’aumento osservato da metà 2007 a fine 2008 e, nuovamente, da metà 2011 a metà 2012. L’incremento dei saldi Target2 in questi periodi era riconducibile alle tensioni e alla frammentazione dei mercati dovute alla crisi finanziaria e del debito sovrano. Perdendo la possibilità di finanziarsi sul mercato, le banche di alcuni paesi hanno sostituito le fonti di provvista private con la liquidità di banca centrale ottenuta dalle rispettive BCN tramite operazioni di pronti contro termine. La successiva ridistribuzione di questa liquidità, che ha risentito pesantemente delle tensioni di mercato, ha determinato una crescita dei saldi Target2. Tuttavia, il loro attuale incremento non è sintomatico di maggiori tensioni ed è quindi intrinsecamente diverso dai precedenti aumenti. Di conseguenza, i saldi Target2 non sono, per loro natura, indicatori di una frammentazione dei mercati, né necessariamente di squilibri suscettibili di influire sulle variabili macroeconomiche fondamentali di un paese. La BCE continua a seguire attentamente l’evoluzione dei saldi Target2. Se un paese lasciasse l’Eurosistema, i crediti e le passività della sua BCN nei confronti della BCE dovrebbero essere regolati integralmente.
Colgo l’occasione per porgere i miei migliori saluti.
[Firmato]
Mario Draghi”
“APP” è l’Assets Purchasing Program, il programma di acquisto degli assets finanziari parte della BCE nella’mbito del Queantitative Easing.
Perchè peggiora il saldo TARGET2 ? in Target2 non è un debito, ma è un saldo dei movimenti finanziari all’interno dell’Eurosistema fra le varie banche centrali. Non rappresenta un debito dell’Italia, o di aziende italiane , verso quelle tedesche, anzi è , al contrario, la dimostrazione che questo debito è stato pagato originando un saldo finanziario.
Ora i movimenti finanziari possono essere dovuti a pagamenti di beni/servizi (la bilancia commerciale) o a movimento finanziari (la bilancia dei pagamenti). Il saldo commerciale fra Italia e Germania è leggermente squilibrato a favore della Germania, per 10 miliardi nel 2015 (dato da Il Sole 24 ore), con un calo notevole rispetto al 2008dal -18,1 al -%, ma si tratta comunque di un disavanzo minimo che non può spiegare la situazione finanziaria dei saldi fra le banche centrali. Lo squilibro così elevato di Target 2 deve essere spiegato in modo completamente diverso.
La BCE acquista i titoli per il QE, ma li acquista principalmente sul mercato finanziario di Francoforte. I mezzi per comprare questi titoli provengono dalle Banche Centrali, tra cui la Banca d’Italia. Quindi cosa accade: la liquidità parte dalla Banca d’Italia, va a Francoforte e , sul mercato locale, viene utilizzata per acquistare i titoli per il QE, che sono per la maggior parte titoli di stano non italiani.
Quindi lo squilibrio delle partite correnti dell’Italia nei confronti della Germania NON E’ FIGLIO DI UN DEBITO, MA DI UN CREDITO del sistema monetario italiano verso quello tedesco. Praticamente se dovessimo riequilibrare il Target 2 , come voluto da Draghi, per uscire dall’Euro non dovremmo fare altro che vendere i titoli di credito posseduti da BCE e corrispondenti alla quota finanziata da Banca d’Italia e quindi far rifluire quei soldi nel sistema nazionale.
Possiamo addirittura aggiungere che questi fondi non solo non costituiscono un problema per l’Italia, ma sono un motivo di tranquillità nel momento di un evento euroexit, perchè costituiscono crediti in valuta forte che , pro quota, la Banca d’Italia viene a detenere nei confronti degli altri paesi dell’area Euro. Fra questi valori di disavanzo del Target 2 potrebbero esservi anche titoli stranieri detenuti da operatori privati italiani, anch’essi a questo punto immuni dall’effetto di un’eventuale italexit.
Certo esiste una limitata componente dello squilibrio dovuto al disavanzo commerciale Italia /Germania, ma la cura per questo sappiamo bene essere l’unica cosa che non possiamo fare: la SVALUTAZIONE.
In caso di un evento di Italexit, dato che durante il QE Banca d’Italia ha acquistato, pro quota, grandi quantità di titoli sul mercato di Francoforte, si troverebbe ad aver assegnate grandi quantità di titoli in valuta forte. Questi titoli potrebbero essere:
- scambiati con i partner che rimangono nell’euro, annullando i saldi di Target2;
- venduti con una forte plusvalenza rispetto alla nuova valuta nazionale.
Il fatto che una banca a questo punto “Straniera” si trovi a possedere una grossa quantità di titoli dell’area euro non dovrebbe far dormire troppo bene il governatore della Banca Centrale Europea, perchè un agente esterno potrebbe facilmente manovrare il corso in euro vendendo i titoli stessi e quindi provocando un ulteriore innalzamento della moneta unica. Insomma la banca d’Italia si troverebbe con una pistola carica in mano.
Grazie per l’attenzione
Una risposta
[…] che segue è un articolo sbilanciato verso la prima opzione, mentre qui ne trovate uno vicino alla […]