Difficoltà di concentrazione, salari, robotica
di STEFANO ROSATI (FSI Rieti)
La vicenda dei tassisti ha fornito un chiaro esempio degli effetti della concorrenza sui redditi da lavoro (autonomo e salariato). Tuttavia, sin dall’inizio, nel dibattito sono stati introdotti i temi della robotica (degli effetti del progresso tecnologico sull’occupazione) e del reddito di cittadinanza.
Le politiche pro concorrenziali ultra liberali hanno prodotto, solo negli ultimi anni, la perdita di migliaia di posti di lavoro e la chiusura di un numero gigantesco di piccoli e medi esercizi commerciali.
Con tutto questo la robotica, ancora di lá da venire e con effetti non prevedibili, non c’entra nulla.
I posti di lavoro, i redditi e le connesse possibilità di vita, sono stati distrutti da una scelta politica, non da innovazioni tecnologiche.
La fine del lavoro umano per mano dei robot è stata data subito per certa e si è tornati a chiedere il reddito di cittadinanza o misure simili affinché i cittadini possano continuare a sopravvivere consumando.
Un sistema dove le macchine sono alimentate dal consumo a debito (pubblico) dei ‘per sempre disoccupati’ è stato dato come scenario ineluttabile. In modo asettico, senza trasporto.
La scarsa capacità di analizzare una situazione senza farsi distrarre da un’altra, diversa ed ipotetica, è stata ancora una volta la comoda via di fuga per non affrontare la realtà. Per non mettere in discussione il dogma del libero mercato e, in ultima analisi, se stessi e le proprie convinzioni.
Ancora di più: per non capire che i ‘fenomeni’ economici non accadono.
Sono voluti.
Per non capire che la memoria storica di un popolo saggio ha vincolato se stesso, la propria volontà e l’apparato pubblico che lo rappresenta a far in modo che il lavoro sia lo strumento di emancipazione e del riscatto sociale dei cittadini.
La memoria storica di un popolo saggio ha vincolato la propria volontà a VOLERE il proprio riscatto sociale e la propria emancipazione attraverso il lavoro.
PER COSTITUZIONE.
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