Sovranismo massimalista
di LUCA MANCINI (FSI Roma)
Un ronzio fastidioso ha disturbato le nostre orecchie negli ultimi tempi. Un fastidio che per alcuni si è trasformato addirittura in timore di esser superati nelle idee da ominicchi che si stanno riciclando come sovranisti, un aggettivo che dicevano non fosse bello, mentre ora è utilizzatissimo. Ma chi dovrebbero essere questi sovranisti dell’ultim’ora?
Salvini? Il difensore della Flat tax e dell’aliquota unica, mentre il FSI propone un’imposizione fiscale fortemente progressiva con ben 32 scaglioni di reddito per le imposte sulle persone fisiche.
Meloni? Che ha festeggiato il mancato referendum sulla reintroduzione dell’art.18, proposto dalla CGIL, mentre il FSI pone al centro delle sue attenzioni il lavoro stabile ed equamente retribuito, nonché politiche per il raggiungimento della piena occupazione.
Alemanno e Storace? I quali dicono di voler difendere l’Italia dai tecnicismi di Bruxelles e organizzano anche una manifestazione anti-UE, salvo poi definirsi europeisti e accusare l’UE di aver tradito i Trattati di Roma, che per essi sembra essere la base per costruire un’altra Europa (vi ricorda qualcuno?), quella dei Popoli e delle Nazioni. Inoltre, dal giorno in cui è nato il loro movimento non hanno fatto altro che strizzare l’occhio ai due partiti citati sopra e “ad altre forze liberal-popolari”, come affermato recentemente proprio da Alemanno su La7. Il FSI, invece, si è sempre basato sulla palese inconciliabilità tra i Trattati europei e la Carta costituzionale della Repubblica. Inconciliabilità che non può essere superata con un cauto riformismo, ma solo attraverso l’uscita e la disintegrazione dell’UE e il netto rifiuto dell’ideologia liberale che la pervade.
È proprio questo che differenzia radicalmente il Fronte Sovranista Italiano da tutti questi grigi personaggi liberali che stanno cercando di riciclarsi per ritagliarsi un ruolo più o meno importante nel prossimo governo, sfruttando l’ondata di malcontento che sta travolgendo l’UE.
Il FSI non persegue un cauto riformismo nei confronti di chi negli ultimi anni ha distrutto il tessuto sociale e nazionale di questo Paese. L’UE non può essere riformata, deve essere abbattuta.
Il FSI è massimalista poiché non è disposto al dialogo con chi ancora si erge a difensore o a riformatore del mostro liberale. La condicio sine qua non per ricostruire questo Paese è il netto rifiuto dei Trattati europei e la ferrea volontà nell’abbattere l’Unione.
Inoltre, non va dimenticato che il sovranismo non è semplicemente il ritorno alla moneta nazionale e la fuoriuscita dell’Italia dall’Unione: esso è anche, e soprattutto, giustizia sociale. Per questo aborriamo ogni tentativo di imporre una tassazione liberale o di aggiungere ulteriore instabilità nel mondo del lavoro e proponiamo il ripristino del sistema di repressione della rendita finanziaria, il ritorno al sistema bancario nazionale e pubblico, il ritorno al sistema industriale nazionale e alle partecipazioni statali, un’imposizione fiscale fortemente progressiva, la quasi totale abolizione delle inique imposte indirette (IVA, accise su beni di consumo etc.) e l’abolizione delle imposte sui servizi pubblici.
Sovranisti! Queste sono solo alcune delle nette differenze che ci separano dalla melma che si sta addensando nella presunta parte destra dello scacchiere politico. Non dimenticate mai di sottolinearle ed evidenziarle a chi cerca di identificarci con quella melma.
Viva la Repubblica sovrana!
Risolviamo questo equivoco una volta per tutte. La Lega non è un partito sovranista in quanto propone l’uscita dall’euro ma non dall’unione europea. Matteo Salvini, intervistato l’altra sera da Formigli, ha dichiarato di non volere uscire dall’unione europea, ma di volerla “cambiare”. Coloro che, a destra o a sinistra, dichiarano di volere “cambiare” l’unione europea dimostrano di non avere capito nulla (e di non essere sovranisti). Per non dire dell”espressione “europa dei popoli”, che va tanto di moda in certi ambienti e che a me suona alquanto fascista.