Amore rivoluzionario
di LUCA MANCINI (FSI Lazio)
La più grande forza rivoluzionaria di cui l’essere umano dispone è indubbiamente l’amore. Esso non è un sentimento da rivolgere esclusivamente al proprio partner o ai figli o nipoti, ma può indirizzarsi anche verso la propria nazione o verso un’ideale.
La sua infinita potenza sta nella sua incalcolabile irrazionalità, che lo rende assolutamente imprevedibile e totalmente incontrollabile. L’amore è così: totalizzante e assoluto, non si può amare un po’ una persona o un ideale. Non conosce vie di mezzo: o si ama o non si ama. Tutto ciò porta gli innamorati a compiere gesti considerati razionalmente come folli, ma che invece costituiscono la linfa vitale per l’umanità. Credete che mille uomini siano partiti da Quarto con la convinzione razionale di abbattere un Regno intero? Certo che no! Il loro era l’estremo atto d’amore per l’Italia, per un ideale e anche per i propri figli, ai quali speravano di poter dare un Paese unito e migliore!
Perciò, nella società dell’estremo controllo razionale, un piccolo atto d’amore è il più grande moto rivoluzionario, perché esso sfuggirà per sempre ai freddi calcoli probabilistici e sarà sempre il tiranno delle più ardue scelte umane.
Credete che i tecnocrati unionisti siano capaci di amare? No, di essi non restano che freddi cadaveri ambulanti, chiusi nelle loro gelide stanze, immersi nell’estrema razionalità dei loro improbabili calcoli economici e dei loro assurdi studi sociologici. Vivono ad una distanza siderale dalla sentimentale vita dell’uomo comune, che è colpevole di amare la propria terra, i propri figli e la sua cultura di appartenenza.
La via della rivoluzione è costellata da piccoli grandi atti d’amore. Amate sovranisti!
Viva la Repubblica Sovrana!
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