Libia: i punti critici dell’intesa tra Al Serraj e Haftar
di LOOKOUT NEWS (Rocco Bellantone)
Più dell’accordo politico a preoccupare è l’aspetto militare. A Tripoli e Bengasi gli scontri sono all’ordine del giorno. Ottenere lo scioglimento delle milizie irregolari non sarà semplice
A una settimana dall’incontro del 2 maggio ad Abu Dhabi tra il premier del Governo di Accordo Nazionale libico (GNA) Faiez Al Serraj e il capo delle forze armate della Cirenaica Khalifa Haftar, iniziano a emergere i primi punti critici della road map tracciata negli Emirati per trovare una via d’uscita alla crisi.
Sul piano politico gli obiettivi fissati sono due. Il primo è la formazione di un nuovo Consiglio di presidenza, ristretto a soli tre componenti: il premier del GNA Al Serraj, il generale Haftar in qualità di capo del Libyan National Army (LNA) e il presidente della Camera dei Rappresentanti di Tobruk Aghila Saleh. Il secondo, conseguenziale, è l’indizione di nuove elezioni parlamentari e presidenziali da tenersi al massimo entro il marzo del 2018.
Su entrambi i versanti, colloqui formali e informali si susseguono a ritmo incalzante. Dopo aver ricevuto a Tripoli il 6 maggio il ministro degli Esteri italiano Angelino Alfano, l’8 e 9 maggio Al Serraj è stato ad Algeri per l’undicesima riunione ministeriale dei paesi confinanti con la Libia. Al meeting, però, più che i presenti a fare notizia sono stati gli assenti, vale a dire Tunisia e soprattutto Egitto. Non sono un mistero i rapporti privilegiati tra Haftar e il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi oltre che con la Russia. Secondo l’Agenzia Nova, emissari del generale e del governo del Cairo starebbero preparando il terreno per la firma di un accordo politico il prossimo 15 maggio.
(L’incontro ad Abu Dhabi tra Al Serraj e Haftar)
Scontri a Tripoli e Bengasi
Dunque, al netto della fotografia che il 2 maggio li ha ritratti insieme ad Abu Dhabi, le distanze tra Al Serraj e Haftar restano difficili da colmare, e ciò vale non solo sul piano delle alleanze politiche ma anche sul fronte militare per ciò che concerne lo scioglimento delle milizie irregolari e il loro graduale inquadramento nel Libyan National Army. Il GNA è pronto a riconoscere Haftar quale unico capo delle forze armate libiche ma a patto che riconosca la legittimità del governo di Al Serrai.
Ciò però non sarà sufficiente per dichiarare archiviata la questione sicurezza nel Paese, e gli scontri registrati tra Tripoli, Bengasi e Sirte negli ultimi giorni lo dimostrano. Ieri, martedì 9 maggio, nella capitale negli scambi a fuoco tra due milizie rivali è stata uccisa una donna e diverse altre persone sono rimaste ferite di fronte a una banca a Piazza dei Martiri. Sparatorie ci sono state anche vicino Abu Sitta e nei pressi del Corinthia Hotel. A scontrarsi per il controllo del mercato nero della valuta sono state le brigate Nawasi, in possesso degli uffici della società Libyana (poste e telecomunicazioni) tra Abu Sitta e Suq Al-Thalath nella parte ovest della città, e Ghazewy brigade, presente nella città vecchia.
La tensione è altissima anche a Bengasi. Scontri si registrano da 48 ore nei distretti di Sabri e Suq Al-Hout tra truppe del Libyan National Army e milizie islamiste. Ingenti le perdite dei militari agli ordini di Haftar: i morti sono stati oltre 20, i feriti più di 100. Il Libyan National Army ha ripreso il controllo della sede della Biblioteca Nazionale e dell’area circostante lo stadio di Al-Hilal. Privati ormai quasi del tutto dell’accesso al mare, i jihadisti riescono però a rispondere colpo su colpo con le decine di cecchini appostati nei palazzi occupati e disseminando i quartieri che si lasciano alle spalle con trappole esplosive.
Torna a farsi sentire anche lo Stato Islamico. Sacche di militanti affiliati al Califfato sono infatti state segnalate tra Jufra e Sirte. Qui, nei giorni scorsi, i jihadisti hanno attaccato un autobus che stava trasportando a Misurata soldati della milizia Bunyan Marsous, decisiva nella cacciata di ISIS da Sirte a fine dicembre. Le vittime sono state almeno due.
Il nodo di Misurata
Proprio da Misurata arrivano le critiche più pesanti all’intesa di Abu Dhabi. Gli esponenti di una dozzina di milizie, riunite nella coalizione Sala delle Operazioni dei Rivoluzionari di Misurata a Tripoli che risponde al consiglio militare di Misurata guidato da Ibrahim Ben Rajeb, ha contestato duramente l’incontro tra Al Serraj e Haftar promettendo che si ritorcerà contro il GNA se non verranno convocati nelle prossime riunioni.
(Miliziani di Misurata nei giorni dell’assedio finale a Sirte)
Misurata, in pratica, è una città spaccata in due: da una parte Rajeb e le milizie che continuano a spalleggiare il deposto Governo di Salvezza Nazionale dell’ex premier Khalifa Ghwell; dall’altra il cosiddetto “Quartetto” di gruppi armati – guidati dai comandanti Bishr, Ghneiwa, Tajouri e Abdul Raouf – che invece sostiene Al Serraj. Riportare l’ordine in questa città è un altro dei banchi di prova che testerà la tenuta dell’intesa tra Al Serraj e Haftar.
Fonte: http://www.lookoutnews.it/libia-al-serraj-haftar-intesa-punti-critici/
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