“L’austerità fa crescere” cosa? (2a parte)
di FEF ACADEMY (Matteo Bernabé)
Riassunto del video
La Germania ha un surplus di bilancio (pubblico)… e cresce!”. La De Romanis, però, si dimentica un “piccolo” particolare… ” (Roberto Bernabé)
Bernabé commenta così le parole dell’economista Veronica De Romanis, autrice del libro “L’austerità fa crescere“, e che è stata ospite durante la trasmissione Omnibus su La7 lo scorso 24\04\2016. La scrittrice sostiene infatti che solo i paesi deboli dell’area mediterranea, come il Portogallo e la Spagna, sono riusciti a crescere ultimamente perché sono anche gli unici che hanno fatto le riforme, tanto osteggiate, viceversa, da Italia e Francia.
Bernabé, tuttavia, nel video che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi (https://appelloalpopolo.it/?p=31693), mostra alcuni grafici che descrivono come (al contrario della tesi della De Romanis) Portogallo e Spagna, contemporaneamente, mentre approvavano le riforme, abbiano anche tuttavia violato il patto di stabilità europeo.
Questo fatto dimenticato dal discorso dalla De Romanis è fondamentale in quanto dimostra, al contrario delle sue tesi, che questi stessi paesi abbiano perciò fatto ricorso molto più di noi italiani alla spesa pubblica.
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Nel video successivo (vedi qui sotto) proposto di nuovo da FEF academy , invece, Bernabé pone attenzione all’altra dichiarazione dell’economista, secondo la quale soltanto i paesi virtuosi, che fanno surplus pubblico, come la Germania, sono riusciti a crescere in questi anni:
Ma che significa esattamente fare surplus pubblico?
Tale circostanza avviene quando lo stato di un paese spende meno di quanto guadagna. In altre parole, ciò accade quando lo stato, da una parte, diminuisce le spese e gli investimenti verso strutture, servizi, industrie, e quindi abbassa o blocca stipendi, assunzioni, licenzia; mentre, dall’altra, aumenta le proprie entrate attraverso le tasse.
La Germania, tuttavia, continua Bernabé, se è vero che ha diminuito il proprio deficit pubblico, ha aumentato al contempo l’export.
Un paese infatti, ricorda Bernabé, può crescere solo in tre circostanze, tramite le quali riesce a drenare liquidità nel sistema:
a. Un primo caso sia ottiene quando aumenta ricchezza finanziaria proveniente dal settore privato, in particolar modo da quello bancario, attraverso l’elargizione del credito.(es: attraverso la domanda di investimenti da parte di un’azienda, oppure di un mutuo da parte di una famiglia).
Non è questa la situaizone della Germania, quindi, di cui sta parlando la De Romanis.
b. Una seconda maniera di immettere liquidità è dato dall’ aumento del deficit pubblico, perché è lo stato, in questo caso, che fa deficit a favore nel settore privato (es: quando lo stato crea un ospedale, un’infrastruttura come un ponte, paga gli insegnanti, sviluppa ricerca all’università, offre incentivi verso le energie rinnovabili, dettassa i piccoli commercianti, aumenta gli stipendi degli impiegati, sostiene un’industria strategica come Finmeccanica, ecc.).
E nemmeno questo, afferma la De Romanis, è appunto il caso della Germania.
c. Infine, abbiamo la circostanza per cui le esportazioni di uno stato sono maggiori delle importazioni. Ovvero, quando si vendono più beni e servizi di quanto se ne acquistano da paesi stranieri, ottenendo un surplus o disavanzo della bilancia commerciale (es. Ci si riferisce ad esempio alle case di produzione tedesche di beni come le automobili e gli elettrodomestici che vengono venduti in tutto il mondo).
Ed è questo, conclude Bernabé, il modello tedesco, che la De Romanis invece si dimentica di menzionare fra le tre opzioni appena citate.
Dunque, il motore di crescita reale che applica la Germania, e che contribuisce a far crescere davvero il suo PIL, non è il surplus del settore statale (ovvero la diminuzione della spesa pubblica), appunto, come vorrebbe farci credere la De Romnis, ma il surplus dell’export, nei termini di un aumento delle vendite dalla Germania verso l’estero.
Senza quest’ultimo, il surplus statale, tanto osannato dalla De Romani, non sarebbe servito affatto. Anzi, avrebbe fatto precipitare la Germania nelle stesse condizioni di crisi economica alla stregua dell’Italia e della Francia, nella misura in cui sarebbero spariti almeno due sui tre canali attraverso i quali si può erogare liquidità nell’intero sistema-paese.
Fonte: https://www.facebook.com/fefacademy/?hc_ref=NEWSFEED
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