di SUSAN BONATH (“Junge Welt”)
Quasi un abitante su sei a Brema vive grazie ai sussidi pubblici di base. La proporzione di beneficiari di un sussidio sul totale della popolazione è solo leggermente inferiore rispetto alla capitale tedesca di Hartz IV, Berlino. Migliaia fra questi disoccupati sono ormai da molti anni senza un lavoro. Il Jobcenter e le agenzie di lavoro della città-stato (Brema) vorrebbero porre rimedio a questa situazione e allo stesso tempo cercare di rendere un servizio all’economia. La loro idea infatti è quella di obbligare i disoccupati di lungo periodo a lavorare come operai o manovali nelle aziende pubbliche o private della città. A pagare lo stipendio, pero’, non dovrebbero essere coloro che beneficiano di questo lavoro.
L’iniziativa nasce all’interno del programma federale per la “partecipazione sociale al mercato del lavoro”. Il concetto era già stato presentato in marzo dal presidente delle Agenzie federali del lavoro (BA), Detlef Scheele, e dal Ministro del Lavoro Andrea Nahles (entrambi SPD). Il programma è una riedizione del cosiddetto “lavoro civile”. Tuttavia c’è una differenza significativa: i lavori sovvenzionati per i disoccupati di lungo periodo non dovranno piu’ essere “necessariamente neutrali dal punto di vista concorrenziale”. I Jobcenter potranno offrire i disoccupati a costo zero anche alle imprese private.
L’obiettivo sarebbe quello di “creare delle opportunità sostenibili per i disoccupati di lunga durata”, ha dichiarato la portavoce del Ministero del Lavoro e degli affari sociali (BMAS), Nadja Jung. Dalle informazioni fornite, il progetto dovrebbe funzionare in questo modo: i Jobcenter potrebbero spedire a lavorare nelle fabbriche, fino ad un massimo di 5 anni, le persone con “difficoltà di collocamento”. Il primo anno sarà lo Stato a farsi completamente carico dello stipendio. Il secondo anno l’impresa dovrà contribuire con il 10%, nel terzo con il 20% e cosi’ via. “L’elevato livello di sostegno pubblico dovrebbe dare al datore di lavoro un incentivo per impiegare i disoccupati di lungo periodo”.
Le condizioni per le persone obiettivo di queste misure dovrebbero restare magre come quelle attuali: “dal primo di gennaio gli importi dei sussidi sono allineati al salario minimo per legge pari a 8.84 € l’ora lordi”, ha chiarito la portavoce del BMAS Jung. La settimana lavorativa massima è di 30 ore. Un impiego di questo tipo, ad esempio come operatore nei parchi pubblici della città oppure come operaio nelle officine meccaniche, nel complesso dovrebbe essere sostenuto dallo stato con 1.370 € lordi. Nella somma è compresa anche la componente che l’imprenditore dovrebbe pagare per l’assicurazione sociale. L’occupato arriverebbe quindi ad un salario lordo di 1.125 €, netti sono 880 € al mese. Sarà possibile occupare le persone anche per solo 25, 20 o 15 ore settimanali. Il salario netto sarebbe quindi rispettivamente di 734, 589 oppure 445 €.
Ad essere versati sarebbero solo i contributi per la pensione, la salute e l’assistenza infermieristica, è scritto nel concetto della SPD. La motivazione sarebbe la seguente: “l’esclusione dall’indennità di disoccupazione evita incentivi sbagliati che potrebbero spingere alla conclusione anticipata del rapporto di lavoro e quindi essere una porta girevole in termini di prestazioni sociali”. In altre parole: il governo vuole evitare che le persone coinvolte dalle misure acquisiscano il diritto all’indennità di disoccupazione e quindi abbandonino in anticipo il programma.
Nessuno tuttavia ha voluto chiarire se la partecipazione al progetto sarà volontaria o meno. Si puo’ presumere che i Jobcenter come al solito allegheranno ai cosiddetti “posti vacanti” una indicazione sulle possibili conseguenze legali. Questo significa: chi rifiuta una “proposta di intermediazione” senza una “giusta causa” sarà sanzionato. Per i minori di 25 anni si tratta di tagliare per 3 mesi l’intero sussidio sociale. Chi ha piu’ di 25 anni dovrà prendere in considerazione una sanzione pari al 30% del sussidio. Le imprese che beneficiano del lavoro potranno essere contente. Così è scritto nel documento di presentazione: “il sussidio salariale di 5 anni dovrebbe mantenere il più a lungo possibile le persone occupate innescando quindi il cosiddetto effetto adesivo”.
Fonte: vocidallagermania.blogspot.it
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