Morte al Leviatano
di STEFANO ROSATI (FSI Rieti)
Alcuni rimproverano allo Stato nazionale di essere causa di tensioni e conflitti, mentre l’Unione Europea avrebbe garantito la pace (il 99 per cento della classe politica nazionale, dei giornalisti e ‘intellettuali’ di ogni tipo fino ad arrivare a Negri).
Altri, invece, ritengono che lo Stato nazionale sia stato lo strumento tramite il quale si sarebbe attuato e perpetuato l’imperialismo statunitense.
Entrambe le linee di pensiero ritengono che vadano guardati con benevolenza, sia i processi di disgregazione dello Stato nazionale a favore di organizzazioni sovranazionali (l’Europa), sia quelli a favore di realtà territorialmente più circoscritte (secessioni).
Insomma, morte al Leviatano (taciamo qui, sul fatto che, per Hobbes, lo Stato nazionale nasca per scongiurare il conflitto!)
Entrambi i ragionamenti, sia quello della ‘pax europea’ sia quello dello Stato nazionale strumento dell’imperialismo statunitense, a me sembra vadano derubricati a sofismi. Nel primo caso, sono frutto di una verità di fede inculcata nella mente dei dominati, nel secondo caso, mi sembra invece vengano addebitati all’istituzione “Stato nazionale” colpe dei novelli Quisling, grassi Satrapi che quegli Stati nazionali governano, disapplicando Costituzioni che proprio quella dominazione volevano superare.
Non è, tuttavia, la fragilità del ragionamento il punto, quanto il fatto che entrambe le linee di pensiero non si avvedono che lo schema secondo il quale si riorganizzerebbero le realtà nazionali disaggregate verso l’alto o verso il basso hanno i tratti, i caratteri, la fisionomia, la struttura dello Stato nazionale.
L’Unione europea che alcuni vorrebbero ha i tratti di uno Stato nazionale (retto da una costituzione ignobile). La Catalogna “liberata” li avrebbe: non mi sembra che le realtà istituzionali risultanti dai processi di disgregazioni di Stati unitari o di federazioni abbiano assunto forme diverse dallo Stato nazionale.
Nulla di nuovo sotto il sole per quanto riguarda i processi di aggregazione e organizzazione dei popoli.
Il nomos della terra mi pare sia ancora attualissimo, pur messo in crisi dalle tendenze distruttrici del capitalismo apolide, e sia ancora l’unica forma pensabile di organizzazione della sovranità popolare.
Non si tratta di “squarciare il velo dell’ignoranza”, basterebbe aprire gli occhi.
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