La Bce taglia il quantitative easing a partire da gennaio
di tgcom.24
Il tapering prevede il dimezzamento del Qe, da 60 a 30 miliardi, ma è possibile un nuovo aumento se necessario per normalizzare lʼinflazione. Invariati i tassi dʼinteresse
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La Bce ha come unico mandato il mantenimento dell’inflazione ad un valore prossimo al 2% anteponendo questo obiettivo a tutto il resto: livello occupazionale, investimenti su eventuali piani industriali e di sviluppo, welfare, e servizi in genere. Ce lo ha ricordato recentemente lo stesso Draghi.
Il QE (Quantitative Easing) ha preso vita nell’Eurozona proprio per stimolare l’inflazione.
Il tasso d’inflazione a cui guarda la BCE è l’inflazione core che è di fatto ferma all’1.1%, in verità in calo rispetto alle rilevazioni precedenti.
E allora per quale motivo la BCE prevede di ridurre il quantitativo di titoli che acquista mensilmente (QE) da gennaio 2018?
La risposta è semplice: i tedeschi fanno pressione!
E quindi se i tedeschi fanno pressioni, la BCE modifica le proprie decisioni.
E sai perchè?
Perchè la BCE è indipendente (rispetto a tutti, tranne che rispetto ai tedeschi ovviamente).
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La Banca centrale europea taglia il quantitative easing, gli acquisti dei titoli, da 60 a 30 miliardi al mese a partire da gennaio e fino a settembre. Lo comunica lo stesso istituto diretto da Mario Draghi. Nel frattempo, la Bce ha lasciato i tassi di interesse invariati. Il tasso principale è allo 0%, quello sui depositi resta negativo al -0,4% mentre il tasso sui prestiti marginali è a 0,25%.
La Bce ha però già avvertito di essere pronta a prorogare ulteriormente il piano di acquisti, oltre il mese di settembre 2018, se fosse necessario a garantire una normalizzazione dell’inflazione verso i suoi livelli obiettivo. E che se il quadro “diventasse meno favorevole” il Consiglio è anche pronto a riaumentare il ritmo degli acquisti di bond.
La Bce ha poi puntualizzato che continuerà a reinvestire i titoli giunti a scadenza senza stabilire un termine per questo meccanismo e che le aste agevolate di rifinanziamento alle banche a tasso fisso proseguiranno almeno fino al 2019.
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