I diritti individuali conformativi, ovvero dei diritti che assoggettano
di STEFANO D’ANDREA
In nessuna epoca storica (parlo dunque di periodi di uno o più secoli) sono stati mai riconosciuti tanti diritti ai singoli individui quanti sono quelli attribuiti nell’ultimo ventennio dagli ordinamenti neo-liberali.
Si tratta, per lo più, di diritti non richiesti dalla massa o da movimenti popolari o da partiti o sindacati o associazioni che abbiano milioni o centinaia di migliaia di iscritti. Si tratta di “diritti voluti e regalati” dalla elite liberale al comando; o di “diritti pensati e richiesti da studiosi (di ispirazione o cultura liberali)”; raramente, di di diritti richiesti da minoranze di talune minoranze.
Non si tratta dunque di semplici “diritti ottriati”, ossia concessi senza conquista. Bensì di diritti regalati o dati o offerti alla massa dei consumatori senza nemmeno una preventiva richiesta. Per lo più, non vi è stata conquista, non vi è stata lotta e non vi è stata nemmeno richiesta, anzi spesso nemmeno ne era avvertita l’esigenza.
E’ dunque errata la teoria che discorre di diritti “cosmetici”: i diritti cosmetici.
Non siamo in presenza di un sistema che toglie la carne e cura l’estetica della pelle. Sono, invece, diritti che vanno a conformare il cittadino e a trasformarlo da lavoratore o professionista o artigiano o piccolo imprenditore a consumatore.
Sono diritti individuali volti a conformarci: “conformativi”. Essi hanno la funzione di farci diventare ciò che altrimenti non saremmo. Sono tutt’uno con la soggezione. Il sistema assoggetta conferendo diritti non richiesti, la cui ratio è la soggezione.
Sono diritti assoggettanti.
Segue che la critica del neoliberalismo deve essere critica non soltanto della soppressione dei diritti sociali e delle soggezioni imposte ma anche critica dei diritti individuali conformativi elargiti. Non ci si libera dalla condizione nella quale ci hanno posto senza combattere per la estinzione di taluni nostri diritti.
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