All’appello degli strumenti del terrorismo economico mancavano i maxischermi a led che ricordano ai passanti l’entità del debito pubblico. Ora ci sono anche quelli. Ieri l’Ansa ha rilanciato l’ultima iniziativa dell’Istituto Bruno Leoni: nelle stazioni di Milano Centrale, di Roma Termini e di Roma Tiburtina alcuni maxischermi a led segnaleranno ai passanti la crescita del debito pubblico. La campagna “ogni promessa è debito” proseguirà sino alle elezioni (e questo non è un caso…). La think-tank italiana, che promuove il pensiero di Milton Friedman, sa ciò che il semplice cittadino ignora: per smantellare lo Stato bisogna puntare ai tagli alla spesa pubblica.
Ma per far digerire ciò che normalmente sarebbe odiato, come una qualità di vita peggiore del passato (meno servizi, meno reddito, meno risparmio) è necessario far credere che esiste un mostro, il debito pubblico, che diventa ogni giorno più grande. Anche quando non lo vedi. E tu, passante che vai veloce alla stazione per raggiungere un treno o per correre in ufficio, non potrai non vedere quel mostro che lampeggia nel maxischermo a led. “Ogni promessa è debito” è lo slogan della campagna. Chi chiederebbe ai politici di impegnarsi per fare maggiori investimenti, incrementare i servizi pubblici, aumentare le assunzioni statali e così via pur sapendo che la spesa pubblica alimenta un mostro che incombe sulle future generazioni? Nel suo genere, quello del terrorismo mediatico, è uno slogan che può funzionare.
Ma quel mostro non esiste.
Che tu sia un pendolare abituale, un turista fugace, uno studente che torna a casa, puoi camminare sereno nella stazione. Il debito pubblico dello Stato non è un problema, anzi. È un numero che misura ciò che lo Stato ha creato per te, compresa la stazione in cui ti trovi. Il problema è un altro: il monopolista della valuta è in grado di acquistare con la sua valuta tutto ciò che serve per garantire un futuro sereno alla collettività. Non alimenta né mostri né debiti sulle spalle delle future generazioni. È un problema invece per gli Stati che non sono monopolisti della valuta. Ma questo, i maxischermi a led dell’Istituto Bruno Leoni non lo raccontano…
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