Programma di Riconquistare l’Italia per la regione Lazio: turismo
[Dal programma della lista Riconquistare l’Italia per le elezioni regionali del 4 marzo 2018 – candidato Presidente Stefano Rosati]
Il settore turistico impiega stabilmente circa 70.000 unità lavorative, che corrispondono al 3% degli occupati totali nel territorio della regione Lazio. Nella composizione del reddito regionale, quello derivante dall’industria turistica rappresenta una fonte strategica di approvvigionamento di risorse monetarie fresche, dal momento che le spese effettuate dai visitatori sono assimilabili dal punto di vista della contabilità aggregata alle esportazioni. La lista Riconquistare l’Italia promuove un incremento quantitativo e qualitativo degli investimenti da destinare alla programmazione turistica anche in ragione di ciò, poiché lo sviluppo dell’offerta turistica non produce effetti negativi sul mercato interno, in quanto non impone misure di deflazione salariale per essere competitiva. In particolare, il turismo internazionale costituisce una fonte di compensazione nel saldo delle partite correnti, cioè nel dare/avere di beni e servizi con l’estero. Nella bilancia turistica, ai consumi effettuati dai visitatori in termini di acquisto di beni si aggiungono dunque i servizi, e assumono una certa rilevanza le spese sostenute per il trasporto. La disponibilità di una rete di infrastrutture trasportistiche che coniughi la rapidità di spostamento con la capillarità di penetrazione è dunque chiaramente un elemento di vantaggio competitivo determinante in termini di preferenza di scelta e di potenziale incremento della spesa media dei visitatori.
È ragionevole pensare che la regione Lazio possa sperimentare notevoli margini di crescita, in forza dell’attrattività naturale della capitale, meta turistica d’elezione che dal 2000 al 2014 ha quasi raddoppiato i visitatori e che continua ogni anno ad accrescere il numero di presenze. La coesistenza di due aeroporti che garantiscono connettività intra ed intercontinentale con voli di linea e charter (Fiumicino) e low-cost (Ciampino), ha trasformato il Lazio nello scalo hub di riferimento sul territorio italiano per il traffico aereo internazionale. Un obiettivo ambizioso da cercare di conseguire – attraverso l’adozione di scelte che coniughino il complesso sistema della capitale con le attrattività presenti sul restante territorio regionale – dovrà dunque essere quello di intercettare una quota via via crescente degli oltre 40 milioni di passeggeri che attraversano a vario titolo il suolo laziale, convertendo le visite “mordi e fuggi” che caratterizzano oggi anche la tradizione turistica romana in abitudini di fruizione più contemplative. A questo scopo sarà riconosciuta rilevanza strategica alla valorizzazione del patrimonio storico, culturale, architettonico ed enogastronomico custodito nelle aree interne, attraverso la messa a sistema della rete regionale dei borghi. Il valore di questa offerta turistica si misura dall’utilità e dal ritorno che investimenti di promozione del territorio e dell’imprenditorialità turistica producono anche sull’armonizzazione delle dinamiche demografiche e dall’importanza che riveste il ripopolamento dei comuni in via di estinzione e il presidio dei territori più impervi.
Il Lazio non è certamente un territorio avaro di attrattività, e la contrazione della spesa media dei turisti stranieri negli ultimi anni è il segnale evidente che le carenze rilevate nella redditività delle imprese sono da ricercare sul lato dell’offerta di esperienza turistica. Il patrimonio culturale non si esaurisce di certo con la sola capitale, potendo contare su una ricchezza di luoghi iconici e storici e su siti archeologici che, come detto, sorgono anche nelle aree interne. È altresì rilevante il patrimonio naturalistico, che richiama una domanda di turismo legato al godimento delle bellezze paesaggistiche, e configurabile in un piano di sviluppo della promozione dell’enogastronomia e della valorizzazione dei prodotti tipici per quel tipo d’utenza che vede nella vacanza un momento distensivo; o, in alternativa, inquadrabile in un progetto di sostegno di percorsi naturalistici impegnativi dedicati agli escursionisti e a quell’utenza che cerca il soddisfacimento del bisogno di una vacanza avventurosa o sportiva. Allo scopo di diffondere la conoscenza di questa attrattività che può esprimere il territorio regionale e che vede nei bacini di prossimità un mercato di sbocco notevole, sarà necessario proseguire il percorso intrapreso di identificazione e tipizzazione del territorio con un marchio regionale che identifichi i luoghi oltre i prodotti tipici, sulla falsariga di quanto sperimentato in altre regioni, con la realizzazione di marchi che identifichino i “prodotti topici” di fianco ai “prodotti tipici”.
Se la regione offre, come detto, molti spunti di riflessione sulle opportunità di crescita realizzabili, edificare un organismo complesso che concepisca le idee, ne ricavi studi di fattibilità coerenti, realizzi progetti articolati e definiti e metta in moto la macchina della promozione sostenendo l’azione degli operatori di settore è tutt’altro che immediato. Per tale ragione, sarà utile istituire, con la definizione del prossimo Piano Triennale del Turismo che andrà adottato entro l’estate, un “tavolo permanente del turismo” che accompagni un confronto costante con i rappresentanti degli operatori di settore e che si riunisca periodicamente a scadenze prefissate con il vertice politico regionale; esso avrà il fine di modulare in itinere l’offerta e la pianificazione territoriale, concentrando le risorse sugli esperimenti che dimostrano di produrre un ritorno e al contempo interrompendo o rimodulando gli investimenti che tradiscono le aspettative prefigurate nella fase programmatoria. Uno strumento che dovrà costituire un superamento e un avanzamento di quello che si è prodotto con la realizzazione del portale visitlazio.com, attraverso l’ideazione e la promozione di percorsi tematici che accompagnino i visitatori raccontando storie e suscitando emozioni. Con la collaborazione di agenzie specializzate che non dovranno limitarsi, come le DMC, al focus sulle destinazioni e sui servizi e le attività accessibili in uno specifico luogo, ma che mettano al centro del piano di promozione le storie e i personaggi del passato, elaborando filoni narrativi che ridisegnino il territorio consentendo agli utenti che manifestano esigenze di fruizione diverse di trovare sempre un percorso confacente ai propri desideri, e che propongano conseguentemente pacchetti turistici personalizzati in accoglimento a quella domanda di turismo “esperienziale” che si sta delineando anche al livello internazionale. Questo progetto di ridefinizione delle mappe concettuali che guidano la scelta del visitatore e di proposte di percorsi personalizzati potrà essere realizzato internamente con le risorse dell’Agenzia regionale del Turismo, che vanta competenze quantitativamente e qualitativamente consistenti. Il Lazio potrà e dovrà essere comunicato ad ogni potenziale visitatore come meta ideale per il turismo religioso, sportivo, naturalistico, enogastronomico, culturale, realizzando legami tra le macroaree compatibili per il target definito e cercando di intercettare quel 97% del totale che limita la sua visita alla capitale e alla provincia. La realizzazione di questi percorsi personalizzati dovrà partire dall’analisi della domanda: chi viene nel Lazio e perché? Quali sono le aspettative, il tempo di permanenza medio, la spesa media, le mete prescelte da coloro i quali utilizzano la regione solo come hub? La risposta a queste domande consentirà di intercettare i passanti, costruendo ove possibile un’offerta che li incentivi a valutare l’opportunità di non spostarsi e a capitalizzare finalmente quella formidabile mole di turisti che si limitano a visitare Roma o a toccare il suolo laziale per mere ragioni logistiche.
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