Le idee dell'ARS si diffondono
Mentre discutevo con un amico, che non è mai stato convinto del nostro progetto, egli, muovendo dal presupposto che "siamo gli ultimi arrivati", contestava talune nostre prese di posizione; sosteneva inoltre che su Appello al Popolo "ci scriviamo addosso"; infine ci accusava di fare "cattiva comunicazione". Credo che tutte e tre le osservazioni fossero sbagliate o ambigue. Provo a dimostrarlo
Non so in che senso quell'amico dicesse che siamo arrivati per ultimi. So invece in che senso siamo arrivati per primi: le nostre analisi, le nostre proposte, le nostre prese di posizione, le nostre parole d'ordine sono state fatte proprie da parecchi gruppi e molti autori. Sotto questo importantissimo profilo, siamo stati i primi, altro che gli ultimi!
Vediamo:
1) abbiamo scelto di definirci sovranisti e di denominare sovranismo l'ideologia che pone l'istanza di piena riconquista della sovranità e di ricollocazione della Costituzione (in particolare economica) al vertice delle fonti dell'ordinamento. Sebbene il termine fosse diffuso in Sardegna per designare una istanza asseritamente diversa dall'autonomia e dall'indipendenza, esso era ignoto al linguaggio politico nazionale e, seppure non fossimo stati noi ad utilizzarlo per la prima volta, certamente lo abbiamo scelto, difeso, argomentato e diffuso.
Ebbene, nonostante la nostra proposta sia stata definita strampalata da persona acuta che continuiamo a stimare ma che, con nostra sorpresa, non ci ha mai degnati di attenzione, salvo rare offese che per fortuna sono cessate, il termine si è ampiamente diffuso: a) il settimanale "Il mondo" ha asserito che nel futuro i poli politici saranno due: sovranisti e globalisti; b) Gianfranco La Grassa ha scritto che " si deve nella fase attuale puntare in modo speciale su ciò che viene al momento definito provvisoriamente come sovranismo", anticipando, tuttavia, alcune precisazioni; c) precisazioni svolge anche Fabio Falchi, che si domanda "Quale sovranismo?"; d) sovranisti si rinvengono anche nella Lega dei socialisti; e) il termine è accolto anche da autori che appartengono alla sinistra marxista, che tuttavia, talvolta, lo declinano nel senso di unione (direi unificazione) tra proletariato e supposta "borghesia" perdente (proletarizzata) contro le elite, talaltra sembrano accoglierlo più decisamente; f) pieno accoglimento si rinviene nella sinistra che guarda alle esperienze dell'America Latina; g) c'è stata una "proposta sovranista" nella base del Movimento cinque stelle; f) anche autori genericamente dissidenti ricorrono al termine sovranismo; g) Emiliano Brancaccio, dopo le elezioni nazionali, si è chiesto se i sovranisti avevano visto giusto.
2) Abbiamo sempre sostenuto che la costruzione del partito sovranista ha bisogno di tempo, che la elite finanziaria e germanocentrica farà di tutto per salvare l'Unione europea, che si deve iniziare una lotta di liberazione che sarà di lunga durata.
Ora Luciano Barra Caracciolo twitta scrivendo che ci vorranno "4-5 anni di lotta".
3) Siamo stati i primi, sulla rete di internet, ad enunciare e svolgere il tema del radicale contrasto tra Costituzione (economica in particolare) e Trattati europei; e i primi in assoluto a chiarire che o si sta con la Costituzione o si sta con l'Unione europea nonché ad elevare la Costituzione economica italiana a idea chiave di un progetto politico.
L'idea poi è stata sviluppata da Luciano Barra Caracciolo e ripresa da svariati altri gruppi.
4) Abbiamo proposto di tornare a qualcosa di simile alla Cee, insomma abbandonare il mercato unico per tornare ad un mercato comune. Quest'ultimo dovrà,però, avere alcuni caratteri: a) meno Stati di quelli che compongono attualmente l'Unione europea; b) meno vincoli economici rispetto a quelli previsti dai trattati di Roma. In particolare, nessun limite potrà essere imposto alla libertà degli Stati di vincolare in uno o altro modo la circolazione del capitale, finanziario e non. Il principio della concorrenza dovrà essere abbandonato, almeno in materia bancaria e nei settori strategici. In materia bancaria tornerà la "riserva di Repubblica"; La politica industriale, che si risolve sempre, a parte le chiacchiere, in aiuto di stato, tornerà ad essere la regola o almeno ogni Stato potrà scegliere un certo numero di settori strategici,destinati a rimanere estranei al mercato comune; c) i partecipanti al mercato comune saranno necessariamente parti di un'alleanza militare fondata sul coordinamento di eserciti nazionali, senza alcuna creazione di un esercito comune:per la realizzazione dei sistemi d'arma il mercato sarà non solo comune ma esclusivo dei partecipanti all'alleanza: vigerà il divieto di acquisti esterni.
Anche questo complesso di idee comincia a far breccia: Antonio Maria Rinaldi ha appena proposto di tornare alla CEE.
5) Se non bisogna semplicemente recedere dall'Unione europea, perché bisogna costruire un'alleanza militare e un certo mercato comune (e per certi versi esclusivo) con gli stati alleati, allora vuol dire che desideriamo che anche altri stati recedano oppure che quegli stati si trovino fuori dall'Unione europea perché quest'ultima è implosa. Coerenza, onestà e verità vogliono, a questo punto, che si dica chiaramente che si vuole la fine dell'Unione europea: se ne vuole la distruzione. Si tratta semplicemente di prenderne atto non di una deduzione. E' il modo breve e veritiero per asserire ciò che molti già affermano, sia pure con altre parole.
Ed ecco che Mimmo Porcaro ha preso atto di ciò che noi avevamo scoperto.
6) Non soltanto, nell'ottobre 2011, Appello al Popolo organizzò a Chianciano, assieme a Sollevazione, il primo convegno che ha dibattuto temi sovranisti, invitando Bagnai – scoperto cinque mesi dopo la progettazione del convegno – ma posso anche vantarmi di una email di Bagnai nella quale egli riconosceva che dopo due mesi capiva bene quello che forse gli era meno chiaro a Chianciano: bisogna uscire dall'UE, sebbene si domandasse:ma la gente capirebbe? Sono sempre più quelli che hanno capito.
Dunque, nella diffusione di molte parole d'ordine, idee, ragionamenti, analisi, proposte, siamo stati i primi. E se le nostre parole d'ordine, idee, analisi, proposte, ragionamenti si sono diffusi, ciò vuol dire che complessivamente la comunicazione ha funzionato benissimo – altro che cattiva comunicazione – anche perché abbiamo persuaso o concorso a persuadere chi poi ha persuaso e persuade. Quindi, non direi proprio che ci siamo scritti addosso: abbiamo comunicato; e come se abbiamo comunicato! Resto convintissimo, pertanto, che quell'amico avesse completamente torto.
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