Lettera ai sovranisti: che fare?
di STEFANO D’ANDREA
- I sovranisti e il nuovo Governo.
Cari sovranisti, mi auguro che, una volta formato il Governo, la smettiate di tifare o di sperare, come è accaduto negli ultimi tre mesi. Tutti in qualche modo abbiamo sperato e tifato ma, una volta formato il Governo, il tifo deve essere arrestato, perché rischia di paralizzare l’azione e il Governo andrà valutato provvedimento per provvedimento, senza risparmiare critiche reputate giuste. L’unica ragione per la quale i sovranisti hanno potuto valutare il nuovo Governo come “meno peggio” rispetto ai precedenti risiede nell’attesa di atti che creino frizioni e contrasti con l’Unione Europea.
Spero vivamente che non vogliate trascorrere i prossimi 5 anni a tifare su Facebook, o su Twitter per un Governo liberale, europeista, anzi più-europeista, ossia anti-sovranista, sorretto da forze parlamentari molto eterogenee al loro interno e tra loro, ma con alcune componenti indubbiamente critiche nei confronti dell’euro: per il movimento sovranista sarebbe un suicidio e voi sareste colpevoli. Ovviamente non mi rivolgo a coloro che sono iscritti alla Lega o al M5S: leghisti e pentastellati, hanno un loro partito e non ci interessano fin quando resteranno iscritti a questi due partiti. Mi rivolgo, invece, ai sovranisti senza partito, né pentastellati né leghisti, ma che al più in questi anni hanno simpatizzato per una di queste due forze politiche.
Tutti noi, già oggi, leggendo i nomi dei ministri del nuovo Governo, conoscendo le diversità politico-culturali della Lega e del M5S, l’eterogeneità interna agli stessi partiti, e la loro composizione di classe, sappiamo dare un giudizio certo, con previsione agevole, su ciò che questo Governo farà.
Questo Governo creerà probabilmente momenti di frizione con l’Unione Europea. Se momenti di frizione ci saranno saremo felici. Sarà felice sia chi, come me, alle recenti elezioni, si è astenuto, sia chi ha annullato la scheda, sia chi ha votato, quasi sempre turandosi il naso, uno dei due partiti di Governo, considerandolo “meno peggio”, sia chi, per avventura, ha votato un partito diverso.
Per il resto, il livello dell’azione del Governo attuale sarà lo stesso del Governo Renzi: qualche provvedimento migliore e qualche provvedimento peggiore, qualcuno addirittura orrendo. Le idee sono e saranno sempre le stesse: liberali, anti-stataliste, europeiste. Ma su un po’ di maggior deficit e su una frizione frequente, se non continua, con l’Unione Europea possiamo sperare, perché molte ragioni per sperare esistono e sono oggettive.
Sappiamo anche con certezza che il tentativo più-europeista di Savona fallirà e quindi non rimarrà che il piano B. A quel punto, delle due l’una: o il Governo escluderà di ricorrere al piano B, e allora vivacchierà; o cercherà di metterlo in azione e allora il Governo cadrà, perché, purtroppo, mancheranno le forze in Parlamento, sia dal lato leghista che dal lato pentastellato. Infatti, in quel frangente, l’eterogeneità delle componenti presenti nella Lega e la liquidità del M5S emergeranno prepotentemente. Pochi sono i parlamentari consapevoli che il più-europeismo, ossia l’altro-unionismo, se perseguito con coerenza da un presidente del consiglio e da un ministro dell’economia (e non da partiti di minoranza che possono soltanto declamare), o si risolve in una mediazione che ottiene poco più di nulla o, rifiutando la mediazione al ribasso e sbattendo contro insormontabili barriere, conduce all’esito opposto, ossia alla fine dell’Euro e dell’Unione Europea. Perciò, se, eventualmente, i più-europeisti si troveranno a dover prendere una scelta che porrebbe fine all’avventura europea, moltissimi parlamentari e non pochi ministri si tireranno indietro, perché una parte rilevante dei pentastellati e una parte rilevante dei leghisti non sono e non saranno convinti di compiere un passo così decisivo per il destino del Paese.
Preciso che parlo di questo governo ma anche di altri analoghi che eventualmente lo sostituiranno.
E non si può nemmeno escludere che questo Governo sarà seguito da altri sorretti da maggioranze parlamentari diverse e che il rapporto con l’Unione Europea dei successivi governi sia poco o per niente conflittuale.
- L’aiuto statunitense.
La dinamica interna testé ipotizzata, per quanto riguarda lo svolgimento dei rapporti tra l’attuale Governo e l’Unione Europea, non può in nessun modo essere agevolata da alleanze internazionali e in particolare dall’azione geopolitica degli Stati Uniti, come invece, a mio avviso piuttosto ingenuamente, credono alcuni di voi. A parte il fatto che Trump non è detto che venga rieletto nel novembre 2020, e a parte il fatto che negli ultimi venti anni gli Stati Uniti non sono stati capaci di raggiungere un solo obiettivo strategico tra quelli che si sono prefissi, resta comunque il fatto che gli Stati Uniti non hanno alcun mezzo al quale ricorrere per far chinare la testa alla Germania. Non l’hanno chinata Equador, Bolivia e Venezuela, non l’hanno chinata Saddam, Gheddafi e Assad, non l’hanno chinata i Talebani, non l’ha chinata la Corea del Nord, non l’ha chinata l’Iran, non l’ha chinata la Russia, e non la chinerà nemmeno la Germania: le nazioni indipendenti non chinano mai la testa. Gli Stati Uniti sono in grado di uccidere leader politici stranieri, di distruggere Stati, ma non sono mai stati minimamente capaci, negli ultimi venti anni, di costringere uno Stato a seguirli in una o altra politica, che quello Stato reputi contraria agli interessi nazionali. Diverso, ovviamente, è invece il caso in cui la Germania si convinca da sé e abbandoni l’euro.
Né gli Stati Uniti, eventualmente disposti a un aiuto finanziario nell’ipotetico momento cruciale, per esempio ad acquistare o far acquistare titoli italiani durante i mesi in cui ciò fosse utile o necessario, potrebbero dare ai parlamentari pentastellati e leghisti una volontà che essi non hanno. Coloro che confidano nell’aiuto straniero rimarranno buggerati. L’aiuto straniero è utile se esiste la volontà interna, una volontà determinata, coesa e dura come l’acciaio; sarebbe utile se i parlamentari leghisti e pentastellati, nel momento decisivo, fossero uniti come una falange. Ma così non è e non sarà.
- Il nostro Governo
Ecco, credo che tutti possiamo ragionevolmente ipotizzare che le cose andranno più o meno così: è incerto se questo Governo, o Governi simili che ad esso succederanno, arriveranno allo scontro decisivo, ma se ci arriveranno, non lo vinceranno, per mancanza della sufficiente determinazione. Tutti sappiamo che è nato un Governo liberale, più-europeista ossia altro-unionista e, in parte, critico nei confronti dell’Euro, sostenuto da un partito fluido, nel quale nuotano molte componenti, e da un altro, apparentemente più unito ma in realtà anch’esso complesso. Per il governo socialista, patriottico e quindi anti-europeista, pertanto anti-unionista (quindi anche anti-eurista), per il nostro governo, mancano ancora almeno 10 anni.
- Che fare? Dare una piccola mano.
Cosa devono fare allora i sovranisti (esclusi gli iscritti alla Lega e al M5S) nei quattro o cinque anni di questa legislatura, se non vogliono limitarsi a sperare ed eventualmente a tifare per il meno peggio?
Cosa dovranno fare dal 2021 ancora non lo so. So invece cosa possono efficacemente fare nei prossimi due anni, fino al maggio 2020.
Noi del Fronte Sovranista Italiano tenteremo di candidarci, con il nostro simbolo ma con il nome “Riconquistare l’Italia”, in luogo del nome del partito, in tutte le elezioni regionali che si svolgeranno fino al 2020, escluse probabilmente (ma speriamo di no) le elezioni della regione Marche, dove quasi non siamo ancora presenti. Ci candideremo nel 2018 nella provincia autonoma di Trento e nella regione Abruzzo, se il Senatore D’Alfonso verrà presto indotto dalla Giunta per le elezioni del Senato a dimettersi dalla carica di Presidente della Regione Abruzzo. Se invece la convalida dell’elezione in Senato tardasse, in Abruzzo si voterebbe a marzo o forse a maggio del 2019.
Nel 2019 ci candideremo certamente, oltre che, forse, in Abruzzo, in Emilia Romagna. Siamo invece più deboli in Calabria, in Piemonte e in Sardegna, ma faremo di tutto per riuscire a candidarci.
Infine nel 2020 cercheremo di candidarci in Veneto, Liguria, Toscana, Umbria, Campania e Puglia. Come ho accennato, resta esclusa per ora, dai nostri progetti, soltanto la Regione Marche, dove quasi non siamo presenti.
L’obiettivo prioritario che ci prefiggiamo e di farci conoscere da molti milioni di elettori. Le elezioni regionali del Lazio, alle quali abbiamo partecipato, si sono svolte contestualmente alle elezioni politiche e perciò lo spazio che quotidiani, stampa online, canali radio, televisioni locali e nazionali hanno dedicato alle elezioni regionali è stato modestissimo. Avranno saputo della nostra esistenza si e no 200.000 votanti su quasi 3 milioni e quattrocentomila, un diciassettesimo. Senza la concomitanza delle elezioni politiche è possibile farsi conoscere da metà dell’elettorato e dei votanti e ottenere, quindi, mediamente, otto volte la percentuale di voto conseguita nel Lazio.
Il secondo obiettivo è raddoppiare militanti e simpatizzanti in tutte le regioni nelle quali ci candideremo.
Il terzo è addestrarci ed essere pronti ovunque, a raccogliere le firme e a svolgere una efficace campagna elettorale nelle future elezioni politiche nazionali.
Avremmo di gran lunga preferito sederci a un tavolo con altre fazioni dell’alleanza sovranista più o meno delle nostre dimensioni, per preparare queste elezioni regionali. Ma purtroppo ALI sembra non esistere più; Riscossa Italia ha arrestato il suo processo di aggregazione; il movimento politico annunciato ad Agrigento nell’aprile 2016 da Fusaro non ha mai visto la luce; i vari tentativi promossi dal gruppo che cura il blog Sollevazione sono falliti; Boghetta e Porcaro sono appena partiti; Scardovelli e Guzzi non hanno ancora promosso un’associazione politica; Senso Comune, pur sostenendo l’80% delle idee sovraniste, sembra quasi disinteressata ai rapporti con i sovranisti; Indipendenza sembra procedere molto lentamente; infine, dall’ambiente della MMT non è sorta alcuna fazione politica sovranista e nemmeno i frequentatori del blog di Alberto Bagnai hanno mai tentato di dar vita ad una fazione della futura alleanza politica sovranista; stesso discorso vale per i frequentatori del blog di Barra Caracciolo o di Voci dall’estero: da nessuna delle quattro “riviste” è sorto un gruppo di persone volenterose che almeno tentasse di dar vita e di far crescere un’associazione politica.
Pensate se oggi avessero potuto sedersi a un tavolo 5-6 persone, ognuna in rappresentanza di una frazione di 700 soci, come il FSI o di 1000 o di 500. Saremmo stati più di 3000. Saremmo stati forti, motivati, pieni di competenze, di disciplina e di capacità, sviluppate in anni di riusciti e efficaci processi di aggregazione. E invece, molti non hanno tentato di aggregare e coloro che hanno tentato, eccettuato il FSI, non sono riusciti o sono partiti molto in ritardo e non si sa ancora se sono dotati di capacità. Questa è la cruda verità.
Ma allora attorno a noi, attorno al FSI, c’è il vuoto? C’è il nulla?
No, non c’è il nulla. Ci sono piccoli gruppi organizzati (alcuni li ho testé citati), ci sono siti e gruppi Facebook (alcuni molto attivi e di buon livello), e soprattutto ci sono almeno ventimila persone, isolate, ossia che non aderiscono ad alcun gruppo, ma che hanno grosso modo le nostre idee, non iscritte ai partiti presenti in Parlamento, ma che al più ne hanno votato uno turandosi il naso. A tutti questi sovranisti rivolgiamo l’invito a darci una piccola mano nelle elezioni regionali che ci apprestiamo a preparare.
Non siate meri spettatori e tifosi di un Governo, che forse avrete votato, che forse sarà meno peggio dei precedenti, ma che non è minimamente il vostro Governo. Siate attori, dandoci almeno una piccola mano.
Come potete darci una mano?
Intanto potete associarvi e dirci “ci sto”. Chi volesse, può seguire questa breve procedura oppure contattare un nostro socio su Facebook, che sia tra i contatti.
Chi, per una o altra ragione, non volesse associarsi può aiutarci facendoci sapere, scrivendo a info@frontesovranista.it o contattando sui social un nostro associato:
- che, pur restando indipendente, ci aiuterà nella raccolta delle firme necessarie per poterci candidare nella sua regione;
- che, pur restando indipendente, ci aiuterà nella campagna elettorale che si svolgerà nella sua regione e che si mette a disposizione per darci una mano, nei limiti delle sue possibilità di tempo e caratteriali, durante la campagna elettorale;
- che, come indipendente, è disponibile anche ad accettare la candidatura;
- che resta indipendente, ma ci aiuterà con un piccolo contributo economico, che può offrire con PayPal o con bonifico intestato a:
Fronte Sovranista Italiano – IBAN IT49V0200840442000104396819 – SWIFT UNCRITM1757.
Noi abbiamo fatto tutto ciò che era possibile e che eravamo capaci di fare. Fatelo anche voi, che fino ad ora o non avete dato una mano a una o altra iniziativa, o l’avete data ma si è trattato di iniziativa che per uomini o modalità di organizzazione o forme dell’azione si è rivelata improduttiva e inefficace. Se non possiamo unire 4-5 frazioni, perché purtroppo soltanto il FSI è stato capace di aggregare e di creare una organizzazione solida e duratura, possiamo però unire, attorno al FSI, tanti sovranisti di valore e dotati di capacità o volontà o disponibilità, i quali restino indipendenti ma agevolino l’azione del FSI.
Tutti assieme, ci libereremo.
La nuova moneta italiana sarà la moneta dei non abbienti ovvero che registrerà una perenne svalutazione mentre l’euro sarà la moneta dei ricchi ovvero automaticamente indicizzata.
Ritorniamo alla 1a repubblica.