Sovranismo vs nazionalismo
di ANDREA ZHOK (FSI Trieste)
Nel discorso corrente degli euroliberisti e di molti ‘critici di (centro)sinistra’ (?) dell’attuale esecutivo, l’aggettivo ‘sovranista’ e il sostantivo ‘sovranismo’ vengono utilizzati come sinonimi di ‘nazionalista’ e ‘nazionalismo’.
Quest’operazione interpretativa e retorica consente a chi ne fa uso di delegittimare ogni istanza eurocritica e antiglobalista evocando implicitamente orbaci, scarponi chiodati e il passo dell’oca.
Seguiamo per cominciare la lettera dei dizionari.
Per sovranismo in prima istanza si intende “una dottrina politica che sostiene la preservazione o la ri-acquisizione della sovranità nazionale da parte di un popolo o di uno Stato, in contrapposizione alle istanze e alle politiche di organizzazioni internazionali e sovranazionali.” (Larousse)
Per nazionalismo in prima istanza si intende un “movimento politico e ideologico avente quale programma l’esaltazione e la difesa della nazione. Spesso adoperato in senso approssimativo o lato, il termine nazionalismo significa propriamente l’esaltazione dell’idea di nazione, come antecedente allo Stato e trascendente gli individui stessi, e ingloba in sé una visione conservatrice e autoritaria dei problemi politici.” (Treccani)
Già da queste definizioni si comprende innanzitutto come, se qualcuno è un nazionalista sarà anche un sovranista, ma come un sovranista non abbia alcun bisogno di essere un nazionalista.
Inoltre si comprende come il soggetto primo del sovranismo sia lo Stato, mentre quello del nazionalismo sia la ‘Nazione’ (la comunanza di nascita), che si presume precedere e fondare lo Stato: questa seconda posizione può correre il rischio di scivolare in direzione etnica o razziale.
Questa differenza spiega anche come esistano sovranismi ‘di sinistra’, mentre non esistano nazionalismi ‘di sinistra’. Nei limiti in cui il logoro termine ‘sinistra’ possa ancora essere usato, se esso nomina la tradizione critica del capitalismo di matrice marxiana, è chiaro come qualunque intervento compensativo rispetto alle dinamiche capitaliste presuppone l’esistenza di un corpo politico sovrano, tipicamente lo Stato.
In assenza di un corpo politico sovrano che svolga queste funzioni compensative, il governo reale della cosa pubblica è lasciato de facto alle dinamiche di mercato.
Storicamente il nazionalismo è spesso fallimentare proprio per le istanze di glorificazione e rafforzamento della nazione che dovrebbero stargli a cuore, in quanto si presenta come un ‘pregiudizio positivo’ nei confronti di ciò che è nazionale, pregiudizio che tende a rendere incapaci di apprezzare contributi (culturali, tecnologici, ecc.) esteri, e con ciò a produrre arroganza, presunzione e in ultima istanza un’idea malsana della propria superiorità a priori.
Il Mussolini che inneggia agli “otto milioni di baionette” senza preoccuparsi delle condizioni di efficienza reale dell’esercito, o lo Hitler che apre un fronte orientale, presumendo che la superiorità tedesca non abbia bisogno di fare i conti con le limitazioni obiettive delle risorse materiali e umane, sono due esempi estremi di come una temperie culturale nazionalista produca un effetto di autoinganno deleterio e autodistruttivo.
Sul piano dell’attualità politica è infine importante notare come lo schiacciamento dell’idea di sovranismo su quella di nazionalismo sia un’operazione particolarmente insensata in un contesto come quello italiano. Infatti ben pochi paesi hanno un senso così basso, tanto della Nazione, quanto dello Stato, come quello italiano. Chiunque abbia viaggiato un po’, anche solo in Europa, non può che restare impressionato dalla naturalezza con cui istanze di gloria nazionale e di interesse nazionale vengano serenamente esplicitate e rivendicate pubblicamente in paesi di solida democrazia (Francia, Inghilterra, Germania, ecc.). Un detto comune come l’inglese “right or wrong, my country” in Italia suonerebbe come estremismo fascista.
Sulla scorta di queste precisazioni dovrebbe risultare chiaro come l’identificazione delegittimante di sovranismo e nazionalismo, in particolar misura nel contesto italiano, o è segno di schietta ignoranza, oppure è un’operazione ideologica, compiuta in malafede, e giustificata soltanto da finalità di lotta politica.
Alcune precisazioni a mio vedere: Mussolini peccò senz’altro di presunzione ma fu tradito e nessuno lo può negare. Hitler perse la campagna di Russia soprattutto grazie ai cospicui aiuti americani che via Crimea arrivarono a Stalin. Il Nazionalsocialismo tedesco e il Socialismo repubblicano Italiano non erano certo di destra. Non è possibile essere sovranisti senza essere nazionalisti.
Altro che “alcune precisazioni”, hai smontato completamente il senso dell’ottimo articolo, soprattutto nell’ultima frase.
Perché dici che non è possibile un sovranismo non nazionalista? Pensa all’impero austrungarico tanto per dirne uno: non è forse un ottimo esempio di Stato sovrano non nazionalista?
Se dobbiamo parlare di regni ante e ottocenteschi dobbiamo aprire un altro capitolo che niente ha a che vedere col nazionalismo sociale. Si trattava unicamente di linee di sangue e conservazione delle medesime. Seppure che per sopravvivere esse furono obbligate a dare sostegno alle classi “inferiori” e riformare il regno in un qualche senso “sociale”…
Domanda : come mai in Italia non esiste un sovranismo di Sinistra ? Che sia un paravento per i nazionalisti di ritorno ?
ciao David,
in realtà, l’interesse per la nazione è un concetto che fa parte del patrimonio socialista fin dalle sue origini.
1) Fa parte di una delle tematiche principali affrontate da Antonio Gramsci già negli anni ’30 del ‘900. L’idea di Gramsci, che aderì insieme a Togliatti alla 3a internazionale (la quale prevedeva “la teoria del socialismo in un solo paese”), era di creare infatti una nazione italiana che trovasse un compromesso tra contadini meridionali e operai settentrionali.
2) La Resistenza è stato un movimento di popolo più che di classe, e ricordiamoci che è stato patriottico, essendo consistito (oltre che nella guerra civile) anche nella cacciata dell’invasore tedesco per la liberazione del paese.
3) Si potrebbe sostenere che il PSI di Nenni, Basso, e il PCI di Togliatti fossero sovranisti. Non si può dire nella misura in cui questa espressione è nata solo recentemente, ma lo erano nella sostanza. Nel dopo guerra esistono molte dichiarazioni e analisi da parte dei leader socialisti dove si manifestano i timori di un tentativo di accumulazione dei processi capitalistici europei ai danni dell’Italia, dalla quale non viene risparmiata neanche la CEE. Timori ai quali seguono appelli al popolo che indicano l’unità nazionale nella difesa del lavoro.
4) Ti ricordo inoltre che l’art. 53 della Costituzione (che come saprai è anti-fascista) afferma che “la patria è sacra” e ciascun cittadino ha il dovere di difenderla.
Purtroppo, queste cose non si studiano a scuola e il passaggio del PCI da Berlinguer ad Occhetto, fino a Rifondazione di Bertinotti, hanno progressivamente abbandonato queste tematiche a causa di molti fattori, non da ultimo l’eredità anarchica del ’68.
“Nazionalismo” è fenomento ben diverso che implica la superiorità di un popolo e di una nazione, della loro cultura, rispetto alle altre.
“Sovranismo”, per come lo intendiamo in questa sede, viceversa, mette per esplicito ciò che è contenuto nel 2° comma del 1° art. della Costituzione: ovvero, che “la svoranità ( = e cioè il potere) appartiene al popolo che lo esercita entro i limiti della Costituzione”.
Il sovranismo, pertanto, è l’ideologia scaturita nell’ultima fase della 2a Repubblica, concepita da alcuni movimenti, partiti, come il nostro, che si sono resi conto di come il potere del popolo (e quindi la democrazia) sia stati esautorato da strutture commerciali sovrannazionali e paesi stranieri guidati da èlite capitalistiche predatorie che stanno distruggendo i diritti sociali, il lavoro e le democrazie europee.
Sciocchezze. O meglio, mezze verita’. La Costituzione Italiana NON e’ sovranista, basta citare l’articolo 11: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente in condizioni di parità con gli altri Stati alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo»
Il Sovranismo si prefigge di tutelare la propria sovranita’ in contrapposizione alle istanze e alle politiche di organizzazioni internazionali e sovranazionali. La nostra Costituzione, invece, invita a limitare la sovranita’ e ancor piu’ esplicitamente a promuovere e favorire le organizzazioni internazionali. Concetto totalmente opposto alle contrapposizioni desiderate dai sovranisti. In questo il Sovranismo e’ perfettamente sovrapponibile al Nazionalismo.
E’ una precisazione che va fatta perche’ sul Sovranismo, e soprattutto sulla Costituzione, ultimamente si mistifica molto.
L’unione europea non rispetta le condizioni di parità, non ha come obbiettivo la pace, non ha come obbiettivo la giustizia fra le nazioni: citare l’articolo 11 per dire che la costituzione non è sovranista è, questa si, una sciocchezza.
@Jennis
no, affatto. la tua analisi, da un punto di vista filologico, è completamente errata. E questo va sottolineato. Difatti, l’articolo 11 recita così:
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in CONDIZIONI DI PARITA’ con gli altri Stati, alle LIMITAZIONI di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”
Come si può leggere l’articolo che citi:
1 – NON parla di “CESSIONI” di sovranità ma di “LIMITAZIONI”;
2 – la limitazione si concede solo in CONDIZIONI DI PARITA’ con gli altri paesi;
3 – la sovranità viene limitata per perseguire come scopo la PACE;
1) SI è VIOLATA LA LIMITAZIONE CHE è DIVENTATA CESSIONE. La UE non è una confederazione realmente democratica per cui il Parlamento (votato dai rispettivi popoli regionali) ha una voce in capitolo autentica che incide sulle politiche comunitarie. Ciò che decide è solotanto la Commissione cui l’esecutivo solo decide a prescindere dal proprio Parlamento.
Questo significa che stiamo ormai abitando una forma politica che molti difatti hanno già definito come “post-democratica”, dove perciò è avvenuto un processo di CESSIONE di sovranità ad un organo sovrannazionale che va CONTRO la nostra Costituzione da tutti i punti di vista;
2) LE NOSTRE CESSIONI DI SVORANITà NON SONO STATE FATTE IN CONDIZIONI DI PARITA’ ma a favore di alcune nostre classi sociali (gli esportatori del Lombardo-Veneto) e ,più in generale, a favore di altri paesi come la Germania, il Belgio e l’Olanda; quindi totalmente a nostro svantaggio a causa dei loro sistemi economici “export leed” che premiano ad esempio la bassa spesa pubblica e la bassa inflazione, ciò che per noi sul piano di sistema-paese è stato decisamente un suicidio;
– La Germania, la Francia e la Spagna, sforano i parametri di Brxuxelles: la Germania ha sforato in più occasioni il 3% del rapporto deficit \ PIL; la Budensbank acquista TDS in barba alle regole degli stati cui è stato vietato di acquistare direttamente il proprio debito pubblico; e inoltre ha un surplus commerciale che puntualmente supera quello consentito; Francia e Spagna sono i paesi che sforano il tetto del 3% quasi ogni anno; senza che la Commissione UE li abbia mai minacciati di ricorrere a procedure d’infrazione;
– Oltre ad avere figli e figliastri, l’Italia, a differenza della Spagna e di altri paesi le cui politiche economiche vengono tollerate, è un contributore netto che offre alla UE ricchezze finanziarie più di quelle che riceve;
3) TUTTO CIO’ è STATO FATTO PER CREARE UNA CONDIZIONE DI IPER-COMPETIZIONE FRA PAESI, per scatenare una vera e propria guerra commerciale, e non per perseguire obiettivi di pace.
Il SOVRANISMO COSTITUZIONALE E POPOLARE, perciò, nasce per difendere la Costituzione, là dove è stata violentata; la democrazia con la sua volontà popolare, che stanno venendo meno con essa; e l’idea di poter realizzare ancora un programma di tipo socialista che all’interno della UE è praticamente impossibile.
In Italia è esistito, e tutt’ora qualche cosa rimane, il sovranismo, o per meglio dire il nazionalismo, di sinistra. Invito quindi a fare ricerca su quella che fu la “Federazione Nazionale Combattenti della Repubblica Sociale Italiana” FNCRSI e sulla breve ma intensa esperienza del MASN “Movimento Antagonista Sinistra Nazionale” , grandi testimonianze di una Italia Vera di cui non si deve far sapere per non rompere il giochino “destra vs sinistra” che tanto fa il comodo di chi ci piglia per il culo da 70 anni! Ah dimenticavo…Alba Mediterreanea….Giorgio Vitali….Gianpaolo Pucciarelli….fai ricerca. Ciao.