“Lasciare l’Unione Europea è la cosa migliore che l’Italia possa fare” firmato: Arthur Laffer, inventore della flat tax
di IL NORD QUOTIDIANO (L. Campolongo)
“Sono molto preoccupato per l’unione europea. Francamente quando hai tutti quei paesi gestiti da un governo non eletto, finisci col rimetterci in termini di competizione, oltre che a perdere il vigore e la forza di una buona economia. Sa dirmi chi ha votato Mario Draghi e Christine Lagarde? Nessuno. Lasciare l’unione europea è la cosa migliore che l’Italia possa fare”
Parole di Salvini? Di Bagnai? Di Borghi, di Rinaldi o di qualche altro euroscettico “populista” italiano? No: a fare questa affermazione è Arthur Laffer, il famoso economista alla base del periodo d’oro dell’economia americana con Ronald Reagan, inventore della curva che porta il suo nome e che spiega come la pressione fiscale portata oltre una certa percentuale sul reddito, provochi un calo delle entrate anziché aumentarle.
Laffer è il teorico della flat tax, ovvero di una tassa con percentuale uguale per tutti e relativamente bassa. Dove è stata applicata, ha portato ad un aumento del gettito fiscale e ad una riduzione dell’evasione fiscale, in quanto una bassa tassazione, scoraggia le persone ad evadere il fisco, essendo il costo delle conseguenze ben maggiore rispetto ai possibili vantaggi.
Esattamente il contrario di quanto imposto dalla ue ai paesi membri dell’euro, dove l’austerità a colpi di pressione fiscale è l’unico vangelo consentito.
Che la ue sia un carrozzone oppressivo ed incapace di generare benessere per i suoi cittadini è ormai un dato risaputo, a dispetto dei media di regime che continuano a dipingerlo come l’unico paradiso in cui si possa desiderare di vivere, ed il fatto che anche un economista di indubbia capacità e prestigio come Laffer lo certifichi, ci porta ad una sola considerazione: è giunto il momento di abbandonare questo pachiderma al suo destino e far uscire l’Italia sia dalla moneta unica che dalla ue.
L’Italia non ha ancora raggiunto i livelli pre crisi del 2008 ed ha visto aumentare in modo esponenziale i cittadini in stato di povertà assoluta, oltre ad una costante emorragia di attività produttive, il tutto per assecondare le assurde richieste giunte dagli oligarchi della ue, portavoce degli interessi tedeschi. Richieste che non hanno portato il minimo miglioramento a livello di conti pubblici, visto che il debito continua a lievitare senza sosta.
Appurato e certificato che le “cure” della ue fanno bene solo ad interessi stranieri e non certo allo stato italiano, riteniamo sia da prendere in parola quanto suggerito da Laffer, ovvero l’uscita dalla ue e dall’euro, il ritorno alla sovranità monetaria e l’adozione di una terapia d’urto basata sull’introduzione di una flat tax congiunta ad una semplificazione di tutto l’impianto fiscale italiano.
In tal modo sarebbe possibile ridare fiducia ai consumatori, che si troverebbero con maggior denaro nelle tasche ed alle imprese, che in virtù dell’adeguamento del tasso di cambio (lo stesso FMI dice che l’Italia ha una moneta sopravvalutata rispetto alla Germania di circa il 20%) sarebbero in grado di esportare più facilmente sui mercati mondiali, tornando ad essere la locomotiva del continente come lo fu dopo la svalutazione del 1992.
Certo, tutte cose che al pensiero unico filoeuropeista mettono i brividi alla schiena, ma d’altra parte, vi fidate ancora di chi teorizzava il crollo dell’economia britannica a seguito della Brexit o lo sfaldamento degli USA per la vittoria di Trump? Nulla di quanto vaticinato dai media di regime si è verificato, anzi, è stato l’esatto contrario, quindi, a maggior ragione, è giunto il momento di tornare padroni del nostro futuro.
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