Giappone: prima esercitazione sottomarina nel Mar Cinese Meridionale
di SICUREZZA INTERNAZIONALE (Sofia Cecinini)
Il Giappone ha effettuato la prima esercitazione sottomarina nel Mar Cinese Meridionale. La notizia, resa nota lunedì 17 settembre, potrebbe provocare la reazione della Cina, la quale reclama la sovranità sulla maggior parte del Mar Cinese Meridionale. Tale area, ogni anno, è attraversata da flussi commerciali del valore di 5 trilioni di dollari. Altri Paesi, quali Brunei, Malesia, Filippine, Taiwan e Vietnam, reclamano a loro volta la sovranità su determinare zone del Mar Cinese Meridionale, generando spesso tensioni con Pechino.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Channel News Asia, il 13 settembre, il sottomarino Kuroshio si è unito ad altre tre navi da guerra giapponesi, nelle acque a Sud-Ovest dell’isola cinese di Scarborough. La Self-Defence Forze della Marina giapponese ha chiarito la legittimità della simulazione, che è avvenuta in acque neutrali, dove vige il libero accesso in base al diritto internazionale. Fonti governative hanno riferito che l’esercitazione ha lo scopo di testare i sensori sonar per l’individuazione del nemico in mare. È previsto che lunedì 17 settembre il sottomarino effettui una chiamata in porto a Cam Ranh, nel Vietnam centrale, per valutare la cooperazione tra Tokyo ed Hanoi. Si tratterà della prima chiamata effettuata da un sottomarino ad un porto strategico dalla seconda guerra mondiale, specifica Channel News Asia.
L’8 giugno, Giappone e Cina hanno inaugurato il Maritime and Aerial Communication Mechanism, un sistema di comunicazione per le emergenze, al fine di evitare scontri accidentali nelle acque territoriali e nello spazio aereo dei due Paesi. Le negoziazioni per la realizzazione di tale sistema erano state avviate nel 2007. La sua implementazione si è inserita in un clima di maggiore apertura tra Tokyo e Pechino, inaugurato dal primo ministro giapponese, Shinzo Abe, nei confronti della Cina. In occasione della visita primaverile in Giappone del ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, Abe aveva parlato di “nuovo punto di partenza” nella relazione tra i due Stati. Da parte sua, Wang Yi aveva concordato con Abe sulla volontà di istituire un legame più stretto tra i due Paesi, soprattutto in ambito economico, finanziario ed energetico.
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