L’Unione Europea finirà solo quando decideremo di uscirne
di GIANLUCA BALDINI (FSI Pescara)
L’uscita dall’euro è un tema che non esiste. I sedicenti “sovranisti” che propongono questa posizione, sostenendo l’ipotesi di un abbandono dell’unione monetaria che non contempli il recesso dall’UE, mentono sapendo di mentire. Come gli unionisti che brandiscono sempre questo manganello dello spread, accusando i predetti di farci “cacciare” dall’euro.
L’unione monetaria non prevede meccanismi di risoluzione (per precisa volontà politica) e la procedura di recesso dall’UE ex art. 50 del TUE è un processo lungo e articolato, che prevede una fase negoziale nel corso della quale le parti sono sottoposte a pressioni mediatiche e politiche che producono conseguenze sugli effetti del negozio giuridico.
Se l’Italia dovesse arrivare a un passo dal default, scatterebbero i meccanismi automatici di salvataggio (si chiamano di salvataggio ma invero ti affogano definitivamente), ma mai nessuno si sognerebbe di mettere al voto un’eventuale esclusione della terza economia dell’UE, secondo manifatturiero e primo paese per risparmio privato. Vorrebbe dire la fine di tutto. Senza l’Italia l’unione si dissolverebbe.
Ecco perché l’UE durerà finché non decideremo di uscire, cioè finché al governo non ci saranno forze politiche intenzionate a riportare la Costituzione al vertice delle fonti normative cui deve conformarsi l’ordinamento statale italiano. E non saranno di certo quelli che odiano lo Stato da sempre a rivendicare questo primato.
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