FSI partecipa ad un incontro sulla competitività nella UE all’Università di Catania (video)
Qualche giorno fa ho notato una locandina di un seminario organizzato dalla Scuola Superiore dell’Università di Catania con un titolo che ha catturato la mia attenzione: “Competitività e Solidarietà nel Diritto dell’Unione Europea” ho deciso così di andare ad ascoltare immaginando che certamente avrei partecipato ad un convegno dove le mie idee sovraniste sarebbero state in ampia minoranza.
La relatrice, Prof.ssa Susanna Cafaro, ha tenuto una piacevole relazione ponendo in evidenza come già il titolo del seminario sembra un ossimoro visto che competizione e solidarietà sono oggettivamente due concetti contrapposti. La professoressa ha mostrato che, almeno sulla carta, la solidarietà trova ampio spazio nei trattati dell’UE ma che di fatto ciò che la fa da padrone è la competizione. Le conclusioni della professoressa sono quelle di cercare dei metodi che, senza modificare i trattati, possano dare più spazio alla solidarietà e, tra le soluzioni proposte, ci sarebbe quella di rendere il bilancio della UE più ampio in modo tale che essa possa maggiormente intervenire al fine di porre delle reti sociali nei confronti dei soggetti (cittadini, imprese o interi stati) perdenti la gara della competizione.
A questo punto si è dato spazio agli interventi da parte del pubblico e così ho deciso di prendere la parola facendo i complimenti per la piacevole relazione ma criticando il punto del maggiore bilancio dell’Unione Europea, inoltre ho ricordato il metodo della nostra tradizione (della Prima Repubblica) dove non c’era libero mercato ma piuttosto un mercato moderato dalla presenza dello Stato che impediva situazioni di eccessiva concorrenza. Infine quindi ho invitato a respingere il principio della concorrenza e del libero mercato, principio che ci mette uomo contro uomo, e Stato contro Stato.
La risposta dei relatori è stato il solito punto di vista di persone che ormai sono divenute, magari inconspevolmente, liberali fino al midollo dicendo che i tempi sono cambiati, la globalizzazione è un fenomeno inarrestabile e concludendo addirittura che servirebbe un governo unico mondiale. A quel punto non ho saputo rinunciare a interrompere e dire: “oppure rinunciamo alla globalizzazione” evidenziando che quello non è un fenomeno inarrestabile ma una semplice scelta degli Stati.
A questo link trovate il video del seminario e il mio intervento inizia al minuto 39′ 30″
https://www.youtube.com/watch?reload=9&v=Qjn4vZ3jELc&feature=youtu.be
Bruno Zerbo
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