Presidente Berlusconi, per il bene dell'Italia non si dimetta
Per un lungo periodo non avevo affinità con Paolo Barnard, il quale si interessava dei temi più vari e scriveva articoli fondati su presupposti di valore che sovente non erano i miei; con l'aggiunta di fastidiosa isteria. Quando sono sceso nelle catacombe di internet, questo era il Barnard che circolava.
E' un po' di tempo, invece, che condivido molto di ciò che Barnard scrive. E talvolta (quasi) tutto. L'appello che ha scritto e che offro in lettura, è ottimo sotto il profilo del contenuto. Come appello è del tutto inutile e verrebbe da dire addirittura insensato. E' lecito sperare, tuttavia, che nel futuro Berlusconi, una volta caduto il suo governo sollevi la bandiera della lotta all'euro e alla UE, per imputare la colpa del disastro che verrà ai suoi avversari. Ciò sarebbe molto utile per chi, come noi, crede che la UE sia il problema principale dell'Italia. Svolgo qualche osservazione a margine, che forse può essere utile.
1. Se ci limitiamo alla sfera economica e anzi monetaria, la critica dell'euro è stata svolta anche da economisti Italiani (tra quelli che io conosco Pivetti, Bagnai, Cesaratto, Amoroso). Inoltre, nella recente assemblea-convegno di Chianciano, Alberto Bagnai ha illustrato come tutti i più grandi studiosi di economia monetaria – alludo ai sostenitori del pensiero dominante, non agli economisti critici -, al tempo dell'introduzione dell'euro, oscillavano tra i fortemente scettici e coloro che consideravano la moneta unica europea un assurdo.
2. La critica del concetto di europa unita come (desiderato) stato federale senza nazione, è diffusa da tempo, anche in Italia, ed è nella logica delle cose. Basta conoscere le nozioni base del diritto costituzionale (popolo, nazione, stato) e comprendere che, come è storicamente dimostrato, esse hanno una rilevanza somma. Uno stato europeo che pretenda di costruire una nazione che non esiste è qualcosa di orrendo. Un accrocco burocratico che vorrebbe pian piano acquisire i caratteri dello Stato ma che nel frattempo distrugge gli stati, i popoli e le nazioni del sud europa è qualcosa di ancora più atroce (ed è questa la realtà che ci troviamo a vivere).
3. La critica dell'euro non basta. Urge la critica dell'Unione europea. Non soltanto per le ragioni testé riassunte. Bensì perché, a tacer d'altro, la politica posta in essere dall'Argentina, dopo essersi sganciata dal dollaro e aver fatto (parziale e relativo – ricordiamolo) default – politica che Barnard, non diversamente da me, suggerisce all'Italia di intraprendere – sarebbe del tutto inapplicabile, a causa dei vincoli europei. L'Argentina si sta riprendendo e sta sviluppando enormemente le forze produttive, attraverso il ricorso ad un ferreo protezionismo (sempre utile; e in questo caso necessario anche a causa del fatto che l'argentina ha relative difficoltà nel ricorrere al mercato dei capitali).
4. I politici del centrosinistra "credono" nell'unione europea. Non sono venduti alla Germania o all'Austria o ai Paesi Bassi. Quando, al tempo dell'introduzione dell'euro, Pasquà, il ministro francese, in un dibattito televisivo con Ciampi, sosteneva che l'euro fosse un'assurdità, Ciampi ribatté: "la storia giudicherà". E la storia sta giudicando.
Un falso internazionalismo e antichi punti di riferimento pseudoculturali ("il proletariato non ha nazione") – insomma la subcultura diffusa nella sinistra, moderata o radicale – rende i concetti di Stato, di Nazione e di Popolo dei tabù. La subcutura sloganistica è connessa alla cultura. Si pensi che recentemente Mario Tronti è giunto a rivalutare il concetto di Popolo. A me che ho creato il sito Appello al Popolo non può che far piacere. Però il fatto che Tronti sia stato tanto seguito per decenni la dice lunga. Per le ragioni esposte, i militanti e i simpatizzanti del centrosinistra sono in gran parte ferocemente filoeuropeisti. Si tratta di una fede stupida, che non ha nulla a che vedere con la fede in una o altra religione. Eppure milioni di persone presuntuosamente si dichiarano atee e disprezzano o non comprendono i fedeli di una o altra religione e contemporaneamente hanno la fede in satana (l'unione europea) senza saperlo. Stiamo attenti a dare sempre le colpe esclusivamente alla classe dirigente. Tiriamo i calci in mezzo alle gambe dei militanti e dei simpatizzanti del centrosinistra. Qualcuno ci odierà; ma altri ci seguiranno.
5. Il centrodestra non ha meriti da contrapporre ai chiari demeriti e limiti del centrosinistra. Il solo fatto che Berlusconi abbia governato undici anni e soltanto qualche giorno fa abbia accennato al problema dell'euro è oltremodo significativo. E comunque, avete mai udito in Italia una voce di stampo gollista?
6. L'invito a Berlusconi credo sia vano. Il governo di Berlusconi sta per cadere. Qualora, in un momento di follia, il Presidente del Consiglio optasse per una scelta radicale come quella suggerita da Barnard cadrebbe immediatamente. Tuttavia, serbo la speranza che proprio mentre cade, il Presidente, nell'ennesima applicazione della codardia che ha mostrato nel caso della guerra contro la Libia, voglia fare del male ai suoi avversari e tiri fuori il tema fondamentale dell'euro e (spero) della UE. La ragione per la quale sono sceso nella catacombe di internet diverrebbe argomento diffuso e noto agli italiani e un numero maggiore di persone comincerebbe a capire. Perciò pubblico l'appello di Paolo Barnard, nonché altro simile, inviatomi dall'amico Francesco Mazzuoli (Stefano D'Andrea).
Presidente Berlusconi, per il bene dell'Italia non si dimetta
di Paolo Barnard paolobarnard.info
Presidente,
Presidente, è incomprensibile che Lei non scelga di salvare la nazione, e il Suo governo, rendendo pubblico che:
a) l'Euro fu disegnato precisamente per affossare gli Stati del sud Europa, fra cui l’Italia.
b) esistono responsabili italiani ed europei di questo "colpo di Stato finanziario di proporzioni storiche". (una definizione del tutto ragionata offerta dell'economista americano Michael Hudson)
Presidente, dalle pagine del Financial Times, del Wall Street Journal e persino del New York Times, da mesi economisti del calibro di Martin Wolf, Joseph Stiglitz, Paul Krugman, Nouriel Roubini, Marshall Auerback, Le stanno suggerendo la via d'uscita. A Parigi, l’eccellente Prof. Alain Parguez dell’Università di Besancon ne ha trattato esaustivamente. Wray e i suoi colleghi Mosler, Tcherneva e Hudson pure. Nel dettaglio, essi hanno scritto che:
L'Italia è stata condannata a un’aggressione senza precedenti da parte dei mercati dall'operato dei governi di centrosinistra che La hanno preceduta, poiché essi hanno portato il nostro Paese nel catastrofico costrutto dell'Eurozona. Le famiglie italiane e il Suo governo non devono pagare per colpe non loro. Lei deve dire alla nazione ciò che sta veramente accadendo, e chi ci ha condotti a questo dramma.
L'Euro fu pensato nel 1943 dal francese Francois Perroux con il dichiarato intento di "Togliere agli Stati la loro ragion d'essere". La moneta unica è infatti un progetto franco-germanico da quasi mezzo secolo (Attali, Delors, Issing, Weigel et al.), col fine di congelare le svalutazioni competitive d'Italia e Spagna, e col fine di deprimere i redditi del sud Europa per delocalizzare in esso manodopera industriale per l'esclusivo vantaggio del Neomercantilismo franco-tedesco.
Specificamente, la moneta unica:
– Esclude un prestatore di ultima istanza sul modello Federal Reserve USA, proprio per portare la sfiducia dei mercati sui debiti dell'Eurozona.
– I debiti dell'Eurozona non sono più sovrani, poiché l'Euro è moneta che ogni Stato può solo usare, non emettere, e che ogni Stato deve prendere in prestito dai mercati di capitali privati che lo acquisiscono all'emissione. L'Euro è moneta di nessuno, non sovrana per alcuno.
– I due punti precedenti hanno distrutto il fondamentale più importante della macroeconomia di Stato, che è "Ability to pay", cioè la capacità di uno Stato di onorare sempre il proprio debito emettendo la propria moneta sovrana. L’attuale aggressività dei mercati contro il nostro Paese (ed altri) è dovuta in larghissima parte proprio alla loro consapevolezza della nostra perdita di "Ability to pay", la cui presenza è infatti l'unica rassicurazione che può calmare i mercati. Motivo per il quale il Giappone dello Yen sovrano, che registra il 200% di debito/PIL, non è da essi aggredito e ha inflazione vicina allo 0%. Motivo per cui l'Italia della Lira sovrana mai si trovò in condizioni simili al dramma attuale, nonostante parametri ben peggiori di quelli oggi presenti.
– L'Euro è moneta insostenibile, disegnata precisamente affinché l'assenza radicale di "Ability to pay" nei governi più deboli dell’Eurozona inneschi un circolo vizioso di crisi che alimenta la sfiducia dei mercati che alimenta crisi. Non se ne esce, qualsiasi correttivo non altera, né mai altererà, questo fondamentale negativo, e i mercati infatti non si placano.
– Le estreme misure di austerità per la riduzione del deficit di bilancio che vengono oggi imposte al Suo governo, sono distruttive per la Aggregate Demand di cui qualsiasi economia necessita per crescere. Sono cioè il farmaco che causa la malattia, invece di curarla. Anche questo non accade per un caso.
– Tali misure ci vengono imposte proprio perché il nostro debito pubblico non è più sovrano, a causa dell'adozione di una moneta non sovrana. Infatti, ogni spazio di manovra del Suo governo al fine di stimolare crescita e riduzione del debito attraverso scelte di spesa sovrana (fiscal policy), è stato annullato dall'adozione della moneta unica, che, ribadisco, l'Italia non può emettere come invece fanno USA o Giappone. Si tratta di una perdita di sovranità governativa senza precedenti nella storia repubblicana, e di cui le misure imposte dalla Commissione UE come il European Semester e l'Europact sono l'espressione più estreme, ma di cui noi cittadini e Lei paghiamo le estreme conseguenze.
– L'Euro e i Trattati europei che l’hanno introdotto, sbandierati a salvezza nazionale dal centrosinistra, stanno, per i motivi sopraccitati, umiliando l'Italia, nazione che ha uno dei risparmi privati migliori del mondo, 9.000 miliardi in ricchezza privata, una capacità industriale invidiata dai G20, banche assai più sane della media occidentale, e parametri di deficit che sono inferiori ad altri Stati dell'Eurozona. Lei, Presidente, sarà il capro espiatorio, noi italiani ne soffriremo conseguenze devastanti per generazioni.
Presidente, Lei deve e può denunciare pubblicamente la realtà di questa moneta disegnata per fallire. Lei può e deve smascherare le responsabilità del centrosinistra italiano e dei governi 'tecnici' in queste scelte sovranazionali catastrofiche.
Presidente, il team di macroeconomisti accademici del Levy Institute Bard College di New York e dell'Università del Missouri Kansas City, sono coloro che hanno strutturato il piano Jefes che ha portato l'Argentina dal default al divenire una delle economie più in crescita del mondo di oggi. Essi sono a Sua disposizione per definire sia la strategia comunicativa che quella economica per salvare l'Italia, e il Suo governo, da un destino tragico e che non meritiamo.
In ultimo una precisazione di ordine morale.
Presidente, io non sono un Suo elettore, e avrei cose dure da dire sul segno che la Sua entrata in politica ha lasciato in Italia. Ma non sono un cieco fanatico vittima della cultura dell’odio irrazionale che ha posseduto gli elettori dell’opposizione in questo Paese, guidati da falsari ideologici disprezzabili, come Eugenio Scalfari, Paolo Flores d’Arcais, Paolo Savona, e i loro scherani mediatici come Michele Santoro, Marco Travaglio e codazzo al seguito. Perciò come prima cosa mi ripugna che Lei sia bollato come il responsabile di colpe che Lei non ha, e che sono tutte a carico del centrosinistra italiano. Incolpare un innocente, per quanto criticabile egli sia, è sempre inaccettabile. Ma soprattutto, Presidente, se l’Italia verrà consegnata dal golpe finanziario in atto contro di noi, e da elettori sconsiderati e ignoranti, nelle mani del Partito Democratico, per noi sarà la fine. Sarà l’entrata trionfale a Roma dei carnefici del Neoliberismo più impietoso, sarà la calata della Shock Therapy su un popolo ignaro, cioè il saccheggio del bene comune più scientificamente organizzato di ogni tempo, quello che nell’Est europeo ha già mietuto più di 40 milioni di vite in due decadi, senza contare le sofferenze sociali inenarrabili che porta con sé.
I volti di Mario Monti, di Massimo D’Alema, di Mario Draghi, di Romano Prodi, dell’infimo Bersani, sono le maschere funebri di questa nazione, veri criminali e falsari di portata storica. Il cerimoniere complice si chiama Giorgio Napolitano.
Mi appello a Lei Presidente perché mi rendo conto che i miei connazionali non hanno la più pallida idea di ciò che il centrosinistra italiano ha già inflitto al nostro Paese, di ciò che gli infliggerebbe se salisse al governo, ma soprattutto di chi li guida dietro le quinte. Le eminenze grigie sono le elite Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste, gente senza nessuna pietà.
Resista Presidente, affinché Lei possa usare il tempo che Le rimane per smascherare il “colpo di Stato finanziario” che sta travolgendo, fra gli altri, la nostra Italia. I mercati finanziari della “classe predatrice”, così ben descritta nella sua abiezione dall’americano James Galbraith, la odiano a morte, ci odiano a morte. Sia, Presidente, colui che piazza la mina nei cingoli della loro macchina infernale, rivelandone l’inganno chiamato Euro e Trattato di Lisbona. Gli italiani non lo faranno. Non ne sono capaci.
***
Allego un appello analogo a quello di Barnard, inviatomi alcuni giorni fa da Francesco Mazzuoli e che non avevo voluto pubblicare (l'appello di Mazzuoli era stato pubblicato al seguente link http://www.economiaitaliana.it/it/articolo.php?LT=PRIMA&ID=2489
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NEL GIORNO DELL'UNITÀ NAZIONALE
di Francesco Mazzuoli
Onorevole Presidente del Consiglio,
per Lei è giunta l'ora– e pochi hanno questo onore – di consegnarsi alla storia.
Proprio nel centocinquantenario dell'Unità Nazionale.
Forse non è un caso, forse è un segno del Destino.
Lei ha la possibilità, Signor Presidente, di ridare un futuro all'Italia e agli Italiani.
Lei ha la responsabilità – perchè solo Lei può farlo, Signor Presidente – di restituire la libertà al nostro Paese.
Gli Italiani non sanno, ma Lei certamente lo sa – come lo sapeva Bettino Craxi che pagò personalmente perchè contrario – che l'Unione Europea è il frutto di un golpe.
Un golpe bianco, occultato e sostenuto da un sistema di propaganda raffinatissimo, che ha trasformato gli Italiani in un popolo di “europeisti”.
È l'ora che il Popolo sappia.
Il trattato di Maastricht, con il quale è stata ceduta la sovranità monetaria del nostro Paese alla BCE, è contrario alla nostra Costituzione, che non prevede cessioni di sovranità, bensì soltanto limitazioni della stessa e in condizioni di parità (Art. 11 della Costituzione Italiana).
La sovranità monetaria è stata ceduta in toto e non è stata nemmeno ceduta a condizioni di parità, perchè:
a) le quote di partecipazione alla BCE non sono paritarie;
b) della BCE fa parte anche la Banca d’Inghilterra, che non ha adottato l'Euro ma partecipa alle decisioni di politica monetaria del nostro Stato, senza non solo che il nostro Stato possa influire sulle decisioni monetarie del Regno Unito, ma nemmeno sulle proprie.
Qui è il caso, poi, di spendere qualche parola sulla natura della BCE.
Si tratta di un soggetto privato, di proprietà di Banche private, soprannazionale ed extraterritoriale, al di fuori del controllo democratico, sul quale, anzi, secondo la lettera di Maastricht, nessun governo – e quindi nessuna Nazione e nessun Popolo – può avere ingerenza.
In quegli anni bui, Tangentopoli venne usata per distrarre l'opinione pubblica ed eliminare personaggi che potevano opporsi al progetto di dominazione e saccheggio, mentre con una azione concordata con la finanza internazionale, prima si attaccò e si svalutò la Lira e poi si vendettero sottoprezzo la gran parte delle industrie dello Stato.
Ma veniamo ad anni più recenti,e al compimento del disegno golpista e dittatoriale.
Dopo la cessione della sovranità economica era il turno di cedere anche quella politica a mezzo della “Costituzione Europea”.
Con un piccolo intralcio: laddove fu sottoposta a referendum popolari, la “Costituzione Europea” venne bocciata.
Si provvide, allora, a cambiarle nome – ora si chiama “Trattato di Lisbona” – e a non sottoporla più al vaglio referendario, bensì all'approvazione di parlamenti compiacenti.
In Italia fu votata a Ferragosto del 2008, senza che, naturalmente, sui giornali ci fosse traccia.
Per riassumere e come Lei ben sa, Signor Presidente, con l'adesione al Trattato di Maastricht, l'Italia non ha più autonomia economica e con l'adesione al Trattato di Lisbona le leggi italiane non valgono più nulla, perchè le leggi europee sono sovraordinate.
La sovranità economica appartiene ad un organismo, privato, extraterritorriale e al di fuori del controllo democratico.
Questa è la natura dell'Unione Europea e tale è sempre stata.
Si tratta di un progetto dittatoriale creato per espropriare gli Stati della propria sovranità e appropriarsi in tal modo delle ricchezze degli stessi, pubbliche e private, attraverso un accentramento del controllo e un trasferimento di ricchezze nelle mani della finanza internazionale, perlo più anglo-americana, che ha ideato e portato a compimento il programma per decenni a cominciare dalla seconda guerra mondiale.
Un primo assaggio del saccheggio lo abbiamo visto nel 92-93 con le cosiddette “privatizzazioni”, ossia le svendite di patrimonio pubblico con la scusa di abbassare il debito e di “entrare in Europa”.
Ora, con la crisi pilotata del debito pubblico, vedremo la seconda parte, la cessione alla finanza internazionale di quello che resta di pubblico e degli ultimi cenciosi rimasugli di sovranità nazionale ancora rimasti.
Nel frattempo, ci andranno di mezzo il nostro lavoro, le nostre pensioni, la nostra sanità e – per chi ancora li ha – i nostri risparmi, la nostra ricchezza privata.
Non facciamoci ingannare da questa fasulla crisi del “debito pubblico”: la crisi è del debito privato degli Italiani, che, dopo l'adozione dell'Euro è raddoppiato passando dal 40 all'80 per cento del Pil.
Adesso, se Lei Signor Presidente non si opporrà, perderemo tutto.
Non basta più il nostro futuro, ora vogliono anche il nostro presente.
Del resto, questa ingorda dittatura bancaria vuole tutto il mondo. Più, naturalmente, il cinque per cento.
Il ricatto della BCE, con le sue squallide letterine: o fai come diciamo noi, o non ti acquistiamo i Titoli del debito pubblico e ti facciamo fallire, non potrebbe essere esercitato se l'Italia potesse battere propria moneta, cosa che le viene impedita dal Trattato di Maastricht.
Se, infatti, il nostro Paese potesse battere liberamente moneta – come deve fare uno Stato Sovrano e come è avvenuto per cento anni – non potrebbe fallire e nessun ricatto sarebbe esercitabile dalla finanza internazionale.
Potremmo finanziare politiche di sviluppo e garantire lavoro, istruzione, sanità, pensioni.
Potremmo creare di nuovo un futuro per tutti noi.
I fondamentali economici dell'Italia sono gli stessi di un anno fa.
La cosiddetta “crisi del debito pubblico” è stata inventata ad arte, pilotando la sfiducia verso la capacità dell'Italia di rimborsare il debito grazie alla complicità delle agenzie di rating controllate dalla stessa grande finanza internazionale.
E una delle ragioni di questa operazione, oltre a quelle predatorie già citate, è eliminare Lei, Signor Presidente.
Perchè Lei, Signor Presidente, non è manovrabile come le mezze calzette d'oltralpe, Merkel-Sarkozy – che pure La irridono, ma si sa, si scredita soltanto chi ci fa paura.
Queste mezze calzette osannate dalla stampa ipocrita al soldo della finanza internazionale e dei suoi rappresentanti italiani.
Quella stampa che guida da anni la crociata contro di Lei e la sua irriducibile e irrinunciabile libertà, che deve essere lo specchio della libertà che gli Italiani vogliono riconquistare.
Infatti, la sua politica di apertura verso la Russia e verso l'Africa del Nord, che coincide con gli interessi italiani, è stata poco gradita, Signor Presidente.
Anche la sua campagna su “Il Giornale”, per denunciare il problema di non avere una moneta propria è stata poco gradita. Glielo hanno fatto capire con una statuetta in faccia.
Ma gli Italiani sono sicuri, Signor Presidente, che Lei non ha voglia di chinare la testa davanti a questi Eunuchi che da più di dieci anni non riescono a scalzarLa.
Signor Presidente, è l'ora delle decisioni che distruggano questo disegno criminale.
Quelle che solo Lei in Europa ha la forza di prendere.
Faccia vedere Loro che Lei e gli Italiani non prendono ordini da nessuno.
Dopo che Lei avrà fatto questo passo, il Suo cammino sarà imitato e la prigione Europea sarà finalmente distrutta.
Il nostro Popolo e così quelli degli altri Stati, saranno nuovamente sovrani e liberi di scegliere il proprio destino.
Lei sarà ricordato come il più grande Statista dell'ultimo secolo.
Signor Presidente, realizzi davvero il miracolo italiano che ha vanamente promesso tanti anni fa.
Esca dall'Euro, esca dall'Unione Europea, nazionalizzi la Banca d'Italia (che per chi non lo sapesse è privata ed è un frammento della BCE) e riprenda a battere moneta in nome e per conto del Popolo Italiano.
Lei il miracolo personale lo ha già fatto, restando in piedi sotto il fuoco incrociato che proviene dall'interno e dall'esterno.
Ora ne faccia un altro per l'Italia ed entri nella storia.
Lo faccia per Lei e per tutti noi.
sono molto ma molto d'accordo con Stefano DAndrea, mi sento in totale sintonia; meno con Paolo Barnard di cui comprendo quest'uscita surreal-provocatoria, ma temo che ci siano molti aspetti seri e complessi che lui non ha capito o non li sa. Come italiano che ha sempre considerato la sinistra democratica come punto di riferimento considero molto più importante scuotere il poplo della sinistra ammaliato, incantato, abbrutito dai nuovi pifferai al servizio di Mario Draghi-badante-ukraina (come Marco Travaglio, Michele Santoro e il pupillo di Goldman Sachs Enrico Letta fortemente amato da circoli massonici della destra conservatrice oligarchica) il problema, oggi, dal punto di vista della cultura e della comunicazione è il popolo della sinistra: oggettivamente è diventato il più potente megafono della destra reazionaria. Ma non lo sa.
Mi ricordano i sindacati agricoli che nel 1920 fondarono le prime forme costituite di lotta contro il capitalismo latifondista con i "fasci contadini" e poi…il resto è Storia.
Quello è ciò che mi preoccupa…..appellarsi a Berlusconi è infantile, lui non rappresenta nulla e non può fare nulla, lui è semplicemente uno strumento di…..
Fuori argomento: io non sono esperto di come ci si muova nel creare dei movimenti politici o ideologici. Ma considerato che esistono decine di Don Chisciotte solitari che combattono le stesse battaglie per cui, penso, sia nato questo sito ed il gruppo di persone che lo gestiscono, sarebbe così fuori dal mondo pensare di allacciare i rapporti con un Paolo Barnard, una Ida Magli, un Giordano Bruno Guerri, un Eugenio Benetazzo? Cominciamo a mettere insieme i mattoni di un laboratorio che possa generare idee e suggerire azioni pratiche per il loro sviluppo. Non sapendo a chi chiedere mi rivolgo al signor D'Andrea. E' così utopistico pensare di radunare tutte, o la maggior parte delle menti libere che ancora resistono ancora allo stato attuale delle cose, in modo tale da concentrarle in un unico sforzo comune?
Mi auguro che questo appello di Barnard a Berlusconi sia una Reductio ad Absurdum, specialmente se teniamo presente due cose:
1-l'opinione che Barnard ha di Berlusconi: "il tipico Liberista economico (Liberal Economics), colui cioè che invoca privatizzazioni a raffica, tagli fiscali ai ricchi, botte ai sindacati, flessibilità ultras per i lavoratori, riduzione del ruolo del governo, deregulation selvaggia, socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti."
E allora si vede che non conosco bene il personaggio :)
Ciao Stefano,
spesso le mie critiche sono state aspre, ma a me che sono adm qualcosa si può concedere.
No, la realtà è che per il bene del paese si sarebbe dovuto dimettere il giorno dopo la sua elezione nel 1994.
Ora può soltanto fare una cosa di buono, portarsi dietro tutti i collusi delle due coalizioni.