Svalutazioni e questione meridionale
di JACOPO D’ALESSIO (FSI Verbania)
L’euro-exit non si fa principalmente per tornare a una moneta da svalutare. Se fosse così sono d’accordo che il sud Italia avrebbe bisogno di una moneta meno pregiata della lira del nord.
Il punto invece è uscire dai Trattati e la moneta unica per recuperare una BC che si coordina col Tesoro; così come il controllo delle imposte; e il ripristino del controllo sui capitali.
L’IRI , la Cassa del Mezzogiorno, la ri-nazionalizzazione di Alitalia , di Autostrade, e dell’ ILVA (ora franco-indiana), che torni ad essere FINSIDER, e del sistema creditizio pubblico ISVEIMER, IRFIS, e CIS – e perciò l’ intervento massiccio dello “Stato imprenditore” – sono state la causa della diminuzione del divario economico tra nord e sud Italia tra gli anni 50 e gli anni 70, gap tornato ad aumentare in seguito alle normative UE, a partire da Maastricht nel ‘92, che vieta esplicitamente l’ intervento del settore pubblico nell’economia, appunto.
La svalutazione della nuova Lira NON servirebbe al sud ma al nord, in quanto è solo quest’area che si struttura con grande presenza di aziende esportatrici.
Il sud che non esporta non se ne fa nulla di una moneta svalutata.
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