Unione Europea e guerra in Jugoslavia: chi bene comincia è a metà dell’opera
di RICCARDO PACCOSI (FSI Bologna)
Visto che molti stanno ricordando il ventennale della guerra “di sinistra” che il Governo D’Alema mosse nel 1999 contro la Serbia, faccio la mia parte copiando-incollando un passaggio dello spettacolo Il Ratto di Europa scritto da me e musicato da Andrea Seki che ricorda, invece, come e quando fosse partita la guerra civile-etnica in Jugoslavia: ovvero un mese dopo la firma del Trattato di Maastricht, ovvero un mese dopo la nascita della Unione “70 anni di pace” Europea.
“Il filosofo Theodor Adorno disse che, dopo i campi di concentramento ad Auschwitz, non sarebbbe stato più possibile scrivere poesia. Similmente, il poeta italiano Salvatore Quasimodo raccontò di come le cetre degli aedi e dei poeti, dinanzi all’orrore della guerra, fossero state appese ai rami degli alberi a causa dell’impossibilità di cantare poemi.
Quello che né Adorno né Quasimodo potevano sapere, però, è che alcuni decenni dopo sarebbero stati i paesi democratici e antifascisti dell’Europa occidentale a fomentare e armare i nazionalismi nella ex-Jugoslavia, dando il via a quattro anni di pogrom, agli stupri etnici e al ritorno dei campi di concentramento.
Non solo: quel massacro inizia pochi mesi dopo che, nel continente europeo, torna a materializzarsi la prospettiva di riduzione della molteplicità a unità, ovvero un passaggio politico verso lo Stato Unico.
Il 7 febbraio 1992, infatti, viene firmato il Trattato di Maastricht e, sin dal mese successivo, i paesi europei con in testa la Germania – supportati altresì da Vaticano e Stati Uniti – decidono di incoraggiare gruppi nazionalisti croati e bosniaci alla secessione della Bosnia dalla Serbia.
A quel punto, i serbi reagiscono elaborando una politica altrettanto nazionalista e il risultato, alla fine, è il seguente: il primo atto di politica estera della nuova Europa federale nata a Maastricht, è quello di incitare le nazioni vicine a una guerra che provocherà 94.000 morti.
Come si suol dire, chi bene comincia è a metà dell’opera.”
(Riccardo Paccosi, Il Ratto di Europa, 2017)
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