Renzi durerà
di STEFANO D’ANDREA (Presidente del FSI)
(Articolo pubblicato il 18/03/2014)
Esistono molteplici argomenti che inducono a sostenere che Renzi ha molte possibilità di durare a lungo al vertice dello scenario politico italiano. Naturalmente si tratta di una previsione probabilistca, che non tiene conto dei fattori oggi imprevedibili. Tuttavia, le previsioni si formulano sulla base dei fattori noti e sono ben argomentate o meno a seconda che considerino e penderino per bene tutti quei fattori.
Vediamo quali argomenti spingono a sostenere che Renzi durerà.
In primo luogo, Renzi non è un uomo di partito. Renzi non ha partito: il partito di Renzi è Renzi e lo scopo è il potere. Ciò significa che per la minoranza interna del PD è oggettivamente rischioso sfidare Renzi. In qualsiasi momento Renzi può provocare una scissione nel PD e costruire un partito di centro-centrosinistra. Sia che si prospetti la possibilità che il nuovo partito di Renzi corra da solo alle prosime elezioni, sia che si dia la possibilità di un’alleanza con Alfano, altri centristi e finanche con Forza Italia (ipotesi, quest’ultima, inimmaginabile due anni fa ma ragionevolmente formulabile oggi), la minoranza interna del PD sarà molto cauta nel tendere sgambetti, figuriamoci a sferrare veri e propri colpi duri.
In secondo luogo, Renzi ha una personalità che piace agli italiani: è un comico o comunque ama l’ironia, è un comunicatore (esattamente come Grillo, Berlusconi e tempo fa l’insignificante Rutelli) e parla contro la casta, la cricca, l’inefficienza e la corruzione. Questo suo modo di essere – che personalmente giudico in modo molto negativo – gli procurerà la simpatia di molti italiani, provenienti dalla cosiddetta destra, dal cosiddetto centro e dalla cosiddetta sinistra. Ciò rende ancora più rischioso per la minoranza del PD tentare di farlo fuori.
In terzo luogo, Berlusconi ha interesse ad attendere un paio di anni per poter sperare di ricandidarsi alle elezioni politiche, senza incorrere in divieti di legge. Ciò significa che Berlusconi è un naturale alleato di Renzi. Di fatto Forza Italia sostiene il governo Renzi. Se servissero, anche formalmente e palesemente, altri parlamentari a sostegno del governo Renzi, la pattuglia degli autonomisti, strettamente legata a Forza Italia, sarebbe immediatamente pronta a prestarsi al gioco.
Anche Alfano ha bisogno di un paio di anni per organizzare “il partito”, ossia un insieme di 4-5000 signori (non della della guerra ma) della politica sparsi nelle varie contrade italiane, ai quali deve promettere uno spazio che non avrebbero in Forza Italia.
Anche Casini e i rimasugli di Scelta civica hanno tutto l’interesse a far durare il governo Renzi, sia perché molti, altrimenti, anticiperebbero la fine della propria parabola politica, sia perché la politica che farà il governo Renzi in linea di principio sarà da essi condivisa.
Inoltre, molti senatori del M5S sanno che non verranno ricandidati e torneranno alla vita grama di sempre. Non tradirebbero nel 2017, a ridosso delle elezioni. Ma certamente tradirebbero oggi o nel 2015. E possiamo stare certi che gli uomini di Renzi stanno studiando a fondo le personalità dei senatori pentastellati, per conoscerne tutti gli elementi di debolezza. In fondo basterebbe promettere venti candidature su 630 alle prossime elezioni della camera unica, per avere 20 solidi alleati al Senato. A questa opzione, peraltro, Renzi ricorrerebbe soltanto come estrema ratio.
Infine, Renzi deve avere grandi capacità di gestione del (personale di) potere, se è vero che alle primarie in Toscana, dopo anni che svolge attività politica, ha ottenuto percentuali bulgare. Probabilmente è molto cinico: o stai con lui o sei morto; e sa individuare, trattare e stringere a sé gli uomini di potere.
Di fronte a questi argomenti, tutti fondati su valutazioni certe o estremamente probabili, stanno forse argomenti contrari e di uguale peso? Non mi sembra. Anzi, è persino difficile ipotizzarli.
Perciò mi sento di prevedere che Renzi durerà, eventualmente cadrà il governo, ma Renzi cadrà in piedi e durerà. Andremo a votare nel 2017 o nel 2018.
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