Autonomia differenziata: quando la “sinistra” imita la Lega
1)SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIA
Ora che c’è il PD al governo, forse la Lega riesce nel suo scopo fondativo: l’autonomia differenziata infatti non è altro che secessione. La cosa non è una novità visto che la modifica al titolo V della Costituzione l’aveva già firmata il PD. Il Partito Unico Liberale, senza opposizione alcuna, non può che vincere. Con buona pace di chi fa la sardina o il pinguino e non ha ancora capito che la partita che pensano di giocare è titolari contro riserve della stessa squadra, per giunta a porte chiuse.
DAVIDE VISIGALLI (FSI Genova)
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2)PIÙ A DESTRA DELLA DESTRA
Come per la riforma del titolo V della Costituzione, la “sinistra” continua ad inseguire la Lega cercando di toglierle consenso attuando le sue politiche. La riforma del titolo V nella sua formulazione è ciò che ha aperto la strada alle richieste di autonomia delle regioni. È quello che ha aperto le porte a una secessione di fatto del nord dal sud, eliminando la necessità, per chi aderisce a questa idea eversiva, di farlo prendendosi la responsabilità di perseguire appunto vie eversive e quindi aumentando il consenso in chi avrebbe potuto portare a casa un obiettivo a quel punto reso legittimo. Aggiungiamo la diminuzione delle pene per delitti contro la personalità dello Stato e l’eliminazione di intere fattispecie in merito (art. 241 e seguenti del codice penale), di nuovo un regalo per la Lega e le sue politiche disgregatrici.
Il PD insiste in questa strategia e si dimostra il più fedele esecutore delle politiche della destra e della peggiore destra nemica dell’unità italiana. Lo fa con slogan mistificatori, parlando di disegno di autonomia regionale per la perequazione e il riequilibrio citando come strumento i livelli essenziali di prestazione, già costituzionalmente previsti e mai attuati per la loro insostenibilità politica dovuta ai vincoli di bilancio euroimposti.
Slogan mistificatori, perché come sarebbe possibile che l’autonomia regionale, voluta per trattenere risorse sul territorio da parte delle regioni ricche, in queste condizioni, potrebbe essere un passo verso la perequazione rispetto a quanto avviene oggi? Slogan mistificatori, oggi come nel 2002, in quanto solo il fatto di fissare dei livello essenziali di prestazione di fatto (e di diritto) aumenta il divario tra le regioni svantaggiate e quelle avvantaggiate, contraddicendo il secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione.
Il PD mistifica e cerca di nascondere, forse perché se ne vergogna, l’opera di disgregazione dell’unità nazionale e non perde occasione per sfruttare ogni possibilità per farlo: l’idea di presentare il disegno di legge sull’autonomia differenziata, con l’importanza che ha e le conseguenze che porta alla nazione, come collegato alla legge di bilancio ha questo obiettivo ed è uno schiaffo in pieno viso alla democrazia. I nipotini di Spinelli hanno imparato presto come la democrazia sia una palla al piede e non perdono occasione di mostrarcelo. Qualcuno li sta ostacolando, chissà se basterà.
IACOPO BIONDI BARTOLINI (FSI Firenze)
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