Unione Europea e mafie
di SIMONE GARILLI (FSI Mantova)
Ho letto sul profilo di un amico che ieri Gratteri ha ripetuto in tv quanto aveva già detto per esempio nel 2016. Al di là dell’opinione politica personale di Gratteri (“Io sono per l’Unione Europea, per uno Stato federale”) di cui non ce ne può fregare di meno, ascoltiamo il Gratteri magistrato, che invece interessa: “…l’Europa ha favorito le mafie, perché è una grande prateria, dove chiunque può muoversi e vendere ovunque cocaina”.
A cosa si riferisce in particolare Gratteri? Ovviamente alle libertà di circolazione di merci e capitali, che insieme alla libertà di circolazione per le persone sono i due pilastri dell’architettura unionista. Il cosiddetto mercato unico è ciò che fa sì che capitali illeciti di natura mafiosa possano muoversi facilmente in tutto il continente per la semplice ragione che nel resto d’Europa una seria legislazione antimafia non sussiste.
Questa è l’ennesima dimostrazione che integrare culture (in questo caso giuridiche) diverse, così come integrare culture economiche, tributarie, di welfare, lavoristiche ed industriali appartenenti a Stati diversi e ben definiti storicamente, è una follia sotto tutti i profili che riguardano la giustizia, la democrazia e il benessere delle classi popolari.
Naturalmente non si tratta di una follia di per sé, perché questo caos normativo, che unifica forzatamente ciò che è profondamente diverso, torna essenziale alla logica accumulativa del grande capitale e, in ultima istanza, al progetto politico delle potenze che hanno proposto o accettato alle loro condizioni l’Unione Europea, vale a dire Stati Uniti, Francia e Germania.
Un pensiero simpatico, quasi caritatevole e pietoso (in senso cristiano), va a coloro che odiano il loro Paese (l’Italia) e vedono nell’Unione Europea l’antidoto alle nostre presunte tare genetiche, quali corruzione, mafie e illegalità varie.
C’è però un “piccolo particolare” per usare un eufemismo che sfugge a Gratteri, eccolo arriva!
Maggio 2014
“Istat, cambia il sistema dei conti nazionali, anche «le attività illegali» nel calcolo del Pil da ottobre 2014″
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-05-22/istat-cambia-sistema-conti-nazionali-anche-droga-e-prostituzione-calcolo-pil-ottobre-2014-133407.shtml?uuid=ABDWMIKB
Diciamo che la UE con una misura indecente del genere ha preso due piccioni con una fava:
consentire legalmente agli stati membri un maquillage ai conti tramite taroccamento legale del PIL e inoltre siccome all’interno della UE è tutto un fiorire di paradisi/semiparadisi fiscali (Lussemburgo, Malta, Irlanda, Olanda, alcuni Lander delle Germania, ecc.. ) e allora ovviamente le masse enormi di denaro di attività criminali del genere è risaputo che sono il carburante per mandare avanti anche questi paradisi/semiparadisi fiscali!!
E come ciliegina sulla torta, siccome il conflitto d’interessi è evidente, si ha anche quello di ottenere una gioventù europea sempre più sballona e disinteressata alle battaglie politiche, cosa che fa molto piacere alle oligarchie che vogliono lo status quo: euro, UE, Austerità, Nato, insomma, non solo hanno costruito la camicia di forza con strategemmi legali e finanziari, ma per rafforzarla minano le basi del benessere di una nazione che è quello di avere una gioventù davvero in salute!!
Per non parlare poi di tutti gli extracomunitari senza arte e nè parte fatti entrare nella UE ad cazzum che si metteranno più facilmente a spacciare con provvedimenti del genere, in pratica è andata a finire che più gli extracomunitari spacciano droga nella nazione X della UE e più il PIL di quella nazione X sale e quindi anche quello della UE sale, una roba indecente per usare un eufemismo!
Cordiali saluti.
TheTruthSeeker
C’è però un “piccolo particolare” per usare un eufemismo che sfugge a Gratteri, seconda parte.
“Droga e prostituzione entrano nel PIL della Svizzera”, a cura di ADUC
Febbraio 2018
Dopo l’Italia, il Regno Unito, la Germania, i Paesi scandinavi, il Belgio o la Spagna, Parigi fara’ entrare le sue attivita’ illegali nel PIL. “Un cambiamento che -secondo l’Istituto nazionale delle statistiche e degli studi economici (Insee)- portera’ ad un leggero aumento del PIL, nell’ordine di qualche miliardo di euro”, cioe’ 0,1 punti di crescita per il 2017.
Parigi ha ceduto, senza neanche troppo avere le possibilita’ di non farlo. Nel 2013, l’Unione Europea ha preteso che tutti i membri facessero entrare prostituzione e commercio degli stupefacenti nel calcolo della ricchezza nazionale. Per Bruxelles, si tratta di una uguaglianza di trattamento. Infatti nei Paesi Bassi, la vendita di alcune droghe e’ legale. Non in altri Paesi. Non e’ nello stesso tempo diverso per la prostituzione, dove la sua tolleranza differisce fortemente tra il nord e il sud del Vecchio Continente. Ora, anche se non appartenente all’UE, la Svizzera armonizza da diverso tempo i propri standard in materia di statistiche con quelli dell’Europa.
Gia’ dal 2012 il PIL svizzero contiene questi due settori, uno, gli stupefacenti, illegale, l’altro, tollerato. Nello stesso tempo, il contrabbando figura anche nelle stime della ricchezza svizzera dal 1995, anche se, per definizione, e’ difficilmente catalogabile. Nel complesso, l’economia sotterranea svizzera rappresenterebbe il 7% del PIL, cioe’ 46 miliardi di franchi.
Il rientro nei ranghi della Francia e’ quindi una nuova freccia nel fianco che ci ricorda come di fronte a questo indice di crescita si potrebbe pensare che piu’ uno Stato e’ criminale, piu’ il suo PIL nelle carte internazionale e’ considerato buono.
Proseguimento:
https://www.aduc.it/articolo/droga+prostituzione+entrano+nel+pil+della+svizzera_27529.php
Ovviamente confermo a maggior ragione il commento che ho già fatto nel mio primo post.
Cordiali saluti.
TheTruthSeeker