La grande giostra della politica italiana
di MICHELE DURANTE (FSI Genova)
Oggi la politica italiana ci offre uno spettacolo impietoso, considerato la serietà e la solennità che l’attività politica, soprattutto a livello istituzionale, meriterebbe e dovrebbe avere. Se invece la si considera, più o meno incoscientemente, come uno show televisivo allora potremmo considerarlo anche come un reality di pregevole fattura o una grande giostra dove ogni attore recita più o meno consapevolmente la propria parte: assistiamo ai seri e ineffabili “competenti”, che saranno pur antipatici, ma l’alone di competenza di cui vengono avvolti fa sì che i loro dogmi assolutamente non si discutano.
In contrapposizione a loro si ergono i popolari e pseudo-popolani propagandisti di professione, la cui sentita appartenenza al popolo è quantomeno discutibile, lo dimostra la loro strategia politica, guidata dalla spasmodica ricerca del consenso prima, dalla arcigna conservazione del potere poi, tanto che giungono al punto di dover tradire ogni promessa fatta in campagna elettorale una volta svolto il proprio ruolo, però so’ simpatici che ce voi fa’.
Lotte politiche che, come i litigi nei reality show, appaiono vere ed appassionate, salvo poi alla lunga rendersi conto che sono costruite, che dietro alle quinte vi sono autori che tirano le fila, che muovono la giostra per intrattenere il pubblico e distrarlo dai problemi reali della vita, il che potrebbe essere anche accettabile se si accendesse la tv con lo scopo di evadere dallo stress grazie a programmi di intrattenimento ma se la si accende con lo scopo di informarsi per seguire la politica del proprio paese, allora, tutto ciò si traduce in un grave vulnus democratico e nella violazione di importanti diritti dei cittadini come il diritto ad essere rappresentati degnamente e il diritto ad essere informati in maniera oggettiva.
Come dicevo, più o meno consapevolmente gli attori del panorama politico recitano, ritengo che molti lottino credendo realmente in quello che fanno, ma inevitabilmente la sostanza politica giunge ad un’amara conclusione: tutti, anche le più stimabili personalità, nessuno escluso, deve rendere conto al proprio partito ed ogni partito presente oggi in Parlamento è stato, talune volte puerilmente talaltre astutamente, cooptato nel sistema liberista bancocratico che – grazie al proprio strapotere economico e al parallelo depotenziamento delle istituzioni statali – decide, dirige, governa e infine passa le carte alle forze politiche democraticamente elette alle quali non rimane che il mero compito
di fare un po’ di caciara per intrattenere il pubblico, soprattutto quando alcune importanti decisioni inevitabilmente giungano all’attenzione dell’opinione pubblica.
Elemento curioso se non probante è che la Costituzione Italiana, documento solenne che maggiormente dovrebbe determinare l’indirizzo politico e di conseguenza l’azione politica dei nostri rappresentanti, è completamente fuori dal dibattito politico, non viene né considerata né menzionata, anzi viene continuamente disattesa se non calpestata, salvo utilizzi strumentali favorevoli alla summenzionata giostra politica.
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