L’Emilia-Romagna fra triangoli e maggioritari
di ALESSANDRO BUCCI (FSI Ravenna)
Finalmente questa insulsa campagna elettorale a tre (meglio, due più un soggetto che non fa classifica) è giunta al termine. Non se ne poteva francamente più. Da un lato mi rammarico perché avrei voluto parteciparvi attivamente, ma, non essendo riusciti a raccogliere tutte le firme necessarie (e relativi certificatori…) in alcune circoscrizioni (e quindi non essendoci potuti presentare con la lista Riconquistare l’Italia), dall’altro ne gioisco perché il mio fegato ne ha sicuramente tratto giovamento.
Abbiamo assistito (io in religioso silenzio e in modalità zen avanzata) a uno spettacolo che a tratti è stato veramente penoso: due candidati e un soggetto terzo (che di fatto sparirà il 27) a monopolizzare tutti gli spazi, spesso con contenuti scarsi e ripetitivi. E gli altri candidati alla presidenza dov’erano? Perché ce ne sono altri cinque, e io non ne ho visto nemmeno uno invitato a un confronto o a un dibattito. Zero spazio sui media.
Solo i due (più uno) maggiori contendenti. Per gli altri, zero possibilità di “vincere”, questo è vero, ma per colpa di un sistema elettorale assurdo in cui o corri per arrivare primo o non esisti. Quindi alla fine, il prodotto di questo assurdo sistema elettorale è che le liste che a fatica cercano di proporre qualcosa di nuovo o di semplicemente diverso, o non riescono a partecipare o, quando ce la fanno con enormi sacrifici, sono ridotte a semplici comparse. Il “vincitore” a ‘sto giro sarà quindi una delle due coalizioni: quella dei “meno peggio” e quella dei “muoia Sansone con tutti i filistei”. Per cui la scelta è di fatto solo tra queste due cose qui. Questa non è la mia idea di democrazia, progresso, alternanza.
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