Questione lavoro/salario
di CHRISTIAN DI MARCO (RI Chieti)
La questione lavoro/salario è più semplice di quanto possa sembrare: se hai un salario dignitoso, vivi sereno, formi una famiglia, ti stabilizzi in un posto, acquisti casa e risparmi. Se hai un salario indegno di essere definito come tale, vivi con l’angoscia del precariato, resti spesso solo e senza figli, vaghi per il mondo cercando qualche briciola in più, vivi perennemente in affitto e ti indebiti.
Chi, nel primo caso, vive la serenità della stabilità lavorativa, vorrà giustamente conquistare nuove libertà, quindi ulteriori diritti: ad esempio, un incremento salariale magari dato dall’impegno e dall’entusiasmo di una promozione, una riduzione dell’orario lavorativo a parità di salario, risparmiare sempre più per poter investire in un’attività propria o per non subire ricatti da parte del datore di lavoro (come minacce di licenziamento o in vista di trasferimento da un’azienda ad un’altra) ed annullerà o ridurrà al minimo l’indebitamento privato.
Chi, nel secondo, vive con l’angoscia della precarietà, non tenterà mai né di pretendere ciò che gli spetta di diritto né, tantomeno, di conquistare alcunché di nuovo; data l’instabilità della sua posizione e la paura da essa derivata, sarà disposto a lavorare di più e ad essere pagato meno, non avendo risparmi a disposizione sarà esposto a ricatti e minacce di licenziamento, al netto dell’indennità di disoccupazione, ahimè insufficiente, e non orientata al reinserimento del disoccupato nel mondo lavorativo. Quasi certamente sarà profondamente addentrato nel circuito del debito privato, un labirinto pressoché irrisolvibile senza una giusta retribuzione ed uno Stato che possa reprimere per legge tali pratiche.
La questione lavoro/salario è semplice quanto fondamentale.
Non a caso, i nostri Padri Costituenti diedero vita ad una Repubblica fondata sul lavoro, ad una Repubblica il cui compito è quello di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Una Repubblica in cui il lavoro ha una dignità ed una dignitosa retribuzione, una Repubblica che agevola con ogni mezzo la formazione e la protezione della famiglia.
Il nostro compito è quello di realizzare quella Costituzione, quella originale epurata dalle scorie liberali europeiste, e di rendere davvero libera e democratica la nostra Repubblica.
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