Secondo eventuale motivo per votare NO alla riduzione dei parlamentari: rappresentare le contrade, le piccole province, le conche, le vallate alpine, le zone collinari piene di borghi e prive di grandi cittadine
Il secondo motivo per votare NO al referendum sulla riduzione dei parlamentari è strettamente connesso alla conformazione del territorio italiano e alla distribuzione territoriale dei cittadini.
Se passasse la riforma, molte vallate alpine, che oggi riescono ad esprimere un deputato, non riuscirebbero ad esprimerlo o rischierebbero di non esprimerlo. Stessa sorte toccherebbe a molte contrade del centro e del sud, nelle quali si scompongono le province italiane.
E addirittura alcune province non riuscirebbero ad esprimere un senatore. Potrebbe essere il caso di Rieti, vasta di territorio ma poco popolata, avendo meno di centocinquantamila abitanti.
I cittadini residenti in questi territori non avrebbero un punto di riferimento – da poter, eventualmente, “punire” in occasione delle successive elezioni politiche – al quale chiedere di impegnarsi per mantenere un ospedale o una struttura burocratica, o al quale segnalare gravi carenze e necessità.
Orbene, nessuna ragione al mondo può giustificare un voto dei cittadini inurbati in grandi agglomerati che avrebbe per risultato di indebolire il potere politico dei nostri concittadini che vivono nelle valli, nelle conche, e nelle contrade italiane.Un voto per il si sarebbe un voto palesemente egoista e da cattivi.
Chi poi abiti in territori che non esprimerebbero o rischierebbero di non esprimere deputati in Parlamento, sarebbe invece un vero masochista, se votasse per la riduzione dei parlamentari.
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