Se non ci “muoviamo” finiamo come la Grecia?
di STEFANO D’ANDREA (Presidente del FSI)
Non credo che ad evitare di finire come la Grecia basti “muoversi”, come sento mormorare qua e là, anche da miei contatti. La Grecia si è “mossa” con dieci scioperi generali e innumerevoli manifestazioni di protesta di decine o centinaia di migliaia di persone. E nelle manifestazioni qualcuno, per varie cause, ha trovato anche la morte.
La Grecia è finita male nonostante si sia mossa. Ciò sembra significare che “muoversi” di per sé è inutile. Almeno è inutile muoversi per manifestare in centinaia di migliaia (se fossimo milioni la cosa sarebbe forse diversa), per scioperare e, da parte di alcuni, per menar le mani.
Ed è pure da considerare che se qualcuno manifesterà, manifesterà per poter lavorare come autonomo o come lavoratore subordinato, contro norme che sopraelevano la salute rispetto ad altri diritti costituzionali ma anche contro i salari “elevati” che Stato e imprese continuano a pagare, mentre i manifestanti non avranno i soldi per mangiare.
Inoltre, in questo momento è assolutamente prevalente nel popolo italiano l’idea che si debba attendere un po’ di tempo, per verificare come i clinici riusciranno a migliorare le cure della malattia, per evitare che nella maggior parte dei casi dall’influenza della prima fase degeneri nella grave infezione (seconda fase, che prelude a una terza).
Infine, organizzare una manifestazione di qualche centinaio di migliaia di persone, non solo è inutile, come dimostra la Grecia, ma, data la attuale situazione, comporta per gli organizzatori, a vari livelli, sanzioni penali gravissime (per procurata epidemia dolosa c’è l’ergastolo), e oggettivamente una certezza di grande diffusione del virus, tanto che c’è almeno da dubitare che vi sarebbe effettivamente una partecipazione significativa (di qualche decina di migliaia di persone). Personalmente, sono certo che nessuno, nemmeno un genio rivoluzionario, avrebbe per il momento la capacità di organizzare una manifestazione significativa.
Farla facile in una situazione complessa, anzi complessissima, suscita in me, per ora, un benevolo e amichevole sorriso.
L’unica cosa che il popolo può fare è attendere e organizzarsi per esprimere alle prossime elezioni un partito anti-europeista e costituzionale e dare ad esso un voto di massa.
Commenti recenti