Cosa accadrebbe se tornassimo alla lira?
di GIANLUCA BALDINI (FSI-Riconquistare l’Italia Pescara)
Tutti si chiedono che cosa accadrebbe a una ipotetica nuova lira una volta ristabilito il corso forzoso e scambiata sui mercati. La risposta è banale: in assenza di interventi della banca centrale raggiungerebbe un punto di equilibrio che rappresenterebbe il suo valore reale sul mercato, influenzato da molte variabili, tra le quali avrebbe un certo peso l’uso: sarebbe la valuta scambiata in un’economia di 60 milioni di consumatori. Se vi sembra poco, considerate che molti paesi europei a moneta sovrana contano da 1/10 a 1/5 della nostra popolazione e noi, a differenza di questi Stati, siamo esportatori netti, cioè sui mercati internazionali c’è più bisogno della nostra valuta per acquistare i nostri beni di quanto non necessitiamo noi di valuta estera per importare beni altrui.
Nessuno si chiede, stranamente, cosa accadrebbe all’euro se l’Italia tornasse a utilizzare una propria valuta. Se fossi Soros inizierei a fare short selling dei titoli di debito dei pesi più deboli e negoziando contemporaneamente credit default swap costruiti su quei titoli li farei saltare uno ad uno. Quanto durerebbe l’euro senza misure straordinarie in deroga allo statuto della BCE? Un anno? Qualche mese? A mio avviso qualche settimana. Sarebbe una valuta ritenuta ormai in dismissione e priva degli strumenti di protezione di lungo periodo necessari a sostenerne il valore crollerebbe. Forse permarrebbe come valuta comune del nord, cioè di Germania, Benelux e Austria, ma a quel punto chi se ne gioverebbe più? A cosa servirebbe l’euro senza i polli da spennare?
Ecco chi si dovrebbe preoccupare se dovessimo uscire dall’Unione monetaria: non l’Italia, che sarebbe protetta dal rischio insolvenza dalla Banca d’Italia tornata ad esercitare la funzione di prestatore di ultima istanza, ma i paesi dell’eurozona, che sarebbero esposti alle turbolenze di un mercato finanziario che si tuffa sempre nelle giostre speculative quando le grandi occasioni di profitto sono servite su un piatto d’argento.
A parte le ovvietà. occorre parlare anche di cosa è diventata la banca d’ITalia.
Ovvero una banca privata di facciata, ma privatissima visto che le quote di maggioranza sono tutte delle banche private…. alla faccia dell’art. 3 delle norme che regolano il funzionamento della stessa.
Poi sig. se volete essere sovranisti, diciamo le cose come stanno…
L’Italia è dal 1934, iscritta alla Sec degli Usa, come una società privatissima… in cui troviamo guarda caso, oltre lo stato Italiano, le prefetture, le procure, i tribunali e, le agenzie delle entrate… UN CASO?