La democrazia italiana continua a crollare
di STEFANO D’ANDREA (Presidente del FSI-Riconquistare l’Italia)
Per comprendere come la nostra democrazia sia caduta in basso, e cada sempre più in basso, senza che emergano forze che intendano curarla e rimetterla in piedi, non c’è nulla di più significativo che la paventata fiducia che il Governo sta per chiedere sulla questione se il referendum costituzionale debba essere svolto nella medesima data delle amministrative.
E’ già estremamente inopportuno che un referendum costituzionale venga abbinato alle elezioni politiche nazionali, perché il popolo per un mese deve interessarsi soltanto alla riforma costituzionale, alle sue conseguenze, positive o negative, e agli argomenti che sostengono il sì e il no. Ma è addirittura assurdo che il referendum costituzionale venga svolto assieme alle regionali e alle amministrative.
In questo caso, non soltanto la campagna elettorale non sarà concentrata esclusivamente sulla modifica costituzionale, ma l’esito della riforma costituzionale, di fatto, è affidato, in gran parte, ai cittadini che saranno chiamati a votare per le regionali in sei regioni (Puglia, Campania, Marche, Toscana, Liguria e Veneto) e per le comunali. Avremo il 20-30% dei votanti dove non si voterà per amministrative e regionali e il 50-70% nelle regioni nelle quali si svolgeranno le elezioni regionali e nelle cittadine chiamate ad eleggere consigli comunali e sindaci.
Due storture oggettive, senza senso, senza una sola motivazione nobile o apparentemente tale, che possa essere addotta anche soltanto come scusa per losche e stupide manovre.
Se nel M5S, nel PD, in Italia Viva e in LEU vi sono ancora deputati e senatori con un minimo di amore per la democrazia, e per la Costituzione, nonché con una dose sia pur minuscola di dignità personale, qualora venisse chiesta la fiducia, dovrebbero far cadere questo Governo, per poi eventualmente sostenerne un altro che esprima la stessa maggioranza, e magari anche il medesimo Presidente del Consiglio.
Vedremo se, al di là delle opinioni politiche, ci sono in Parlamento deputati che valgano qualcosa. Altrimenti, l’unica speranza è rimessa al Comitato promotore del referendum, composto dai 71 senatori, che proporrà ricorso alla Corte Costituzionale (mi danno per certa l’iniziativa), e che dovrebbe essere legittimato, stando alla giurisprudenza della Corte Costituzionale, secondo quanto mi hanno riferito amici costituzionalisti, che conoscono la materia.
I motivi ci sono. Anzi il motivo c’è: una Costituzione che consentisse che un referendum costituzionale si svolga contemporaneamente alle elezioni comunali e regionali che interessano soltanto una parte dell’Italia, essendo noto che le elezioni amministrative comportano percentuali di votanti molto più elevate, sarebbe una Costituzione stupida, anzi stupidissima, ridicola, persino vomitevole. Da questa premessa ogni costituzionalista in buona fede potrebbe argomentare come vuole la soluzione della incostituzionalità dell’abbinamento referendum costituzionale/ elezioni amministrative.
Ora, premesso che in linea di principio io sono molto scettico su qualsiasi modifica costituzionale e sottolineato che 3 (se non erro) riforme costituzionali in una ventina di anni sono uno scempio alla carta, vorrei sapere dove è scritto che un voto sulla costituzione non sia fattibile durante una normale consultazione elettorale, altrimenti sono tutte chiacchiere ed accuse generiche di crollo della democrazia; opinioni solo opinioni anche condivisibili ma solo opinioni. Io non ho letto, nella nostra carta, indicazione su quando deve essere svolta una votazione sulla costituzione.