Ridurre il numero dei parlamentari migliorerebbe o peggiorerebbe la qualità della nostra classe politica?
di LUCA MANZONI (FSI-Riconquistare l’Italia Milano)
In Italia c’è indiscutibilmente un problema di qualità della classe politica, e chi lo nega? La domanda che dobbiamo porci è: diminuire il numero dei parlamentari, e quindi rendere più grandi i collegi elettorali ed aumentare il numero di voti necessario per essere eletti, aumenterà o diminuirà la qualità della classe politica? La renderà più comperabile, perché le campagne elettorali saranno più costose e serviranno meno voti per approvare/bocciare le leggi, o meno comperabile? Renderà più facile per nuovi partiti con nuove idee e nuovi approcci entrare in parlamento, o piuttosto più difficile per chi non ha grandi mezzi economici?
Confindustria ed il grande capitale italiano queste valutazioni le hanno già fatte, ed infatti i loro quotidiani hanno già lanciato la campagna per il SI, compreso l’utilizzo strumentale dello scandaletto ad orologeria dei “furbetti dei 600 euro”, forse perché preoccupati dalla risalita del NO nei sondaggi riservati.
D’altronde, Licio Gelli era giunto alle stesse conclusioni già vent’anni fa. Renzi ha fatto un primo tentativo di portare avanti la sua riforma ma, essendo il cialtrone presuntuoso che è, ha fallito miseramente. Stavolta l’hanno confezionata meglio, in maniera più accattivante e demagogica, ma la battaglia è ancora aperta, come dimostrato proprio dall’aver dovuto ricorrere allo spot dei 600 euro per provare a spostare il voto verso il SI.
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