di PIERLUIGI BIANCO (FSI-Riconquistare l’Italia Lecce)
La Politica è una componente essenziale della vita di tutti. Affinché sia uno strumento a disposizione di tutti bisogna però rispettare una premessa. Art. 4: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.
Il lavoratore stabile e dignitosamente retribuito rappresenta un modello sociale di carattere eminentemente politico: la stabilità è infatti intesa come una forma di tutela atta a conservare il libero esercizio dei diritti politici garantiti dalle costituzioni democratiche. Infatti solo l’uomo liberato dai bisogni primari (casa, lavoro, istruzione, sanità, previdenza), può essere in grado di godere della necessaria autonomia atta a garantirgli la libera partecipazione politica. Nella condizione della precarietà imposta dalla disoccupazione strutturale, tali diritti restano sostanzialmente preclusi: se nulla il lavoratore può decidere della sua vita (regolata dall’andamento dei mercati), tanto meno egli potrà esercitare la propria libertà in campo politico.
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