di CLAUDIA VERGELLA (FSI-Riconquistare l’Italia Roma)
Leggo spesso su Facebook, ed è stato ultimamente ripreso dalla squallida Littizzetto, in un ambiguo trastullarsi tra l’ironico e il realistico, il discorso dell’autocertificazione di rinuncia alle cure, da parte di chi non crede al virus. È un discorso che in sé non meriterebbe la minima attenzione (così come non la merita la Littizzetto), ma il fatto che abbia riscosso tanti consensi è il segno che una mentalità distorta e pericolosa è dilagata. Altrimenti, se così non fosse, questa idea non sarebbe neanche nata, se non nella mente di qualche psicopatico, incapace di empatia e senso di colpa e tantomeno sarebbe addirittura ostentata orgogliosamente!
Innanzitutto il discorso, sotto forma di imperterrita sfida, mostra odio. Verso chi? Verso persone che, nella mente di chi lo propone, dovrebbero suscitare compassione per la loro estrema ignoranza o follia. Fine della pietas cristiana. Dimostra la progressiva degenerazione del concetto di meritocrazia che, come in una graduatoria di un concorso, si estende alle cure per non morire. Dimostra l’ossessione abilmente indotta per la scarsità di risorse, che unita all’individualismo, trasforma quello che il progresso aveva fatto considerare un diritto di tutti, in un privilegio.
Le strutture sanitarie sono insufficienti? Non si affronta il problema chiedendone l’ampliamento, ma sgomitando per garantirsene l’uso, sicuri di aver titolo alle cure per il proprio ligio uso della mascherina e il ripudio della movida. Mostra il disprezzo per il comportamento altrui come causa dei propri mali, attecchito facilmente in un paese in cui l’autorazzismo dilaga e il patriottismo, che si nutre della stima reciproca, recede.
Si tratta di una provocazione, di una sorta di gioco-sfida, ma può essere rivelatore della disponibilità ad una trasposizione nella realtà. È un messaggio che una parte della collettività sta mandando al potere, che ha così modo di testare fino a che punto può spingersi nel tagliare i diritti. Se si tratta di diritti degli altri, o creduti tali, una parte della collettività dà (ancora senza piena consapevolezza?) il proprio gretto consenso fino all’ipotesi estrema dell’altrui eliminazione, nella convinzione di accaparrarsi in tal modo le risorse per sopravvivere fisicamente, emotivamente e economicamente all’interno di un modello malthusiano.
Io gli autocertifico molto volentieri la rinuncia alla loro merdavigliosa sanita’ pubbblika se loro mi esentano totalmente dalla fiscalita’ che la finanzia. Altrimenti oltre a rapinarmi ora mi vogliono pure ammazzare.