Morti di serie A e morti di serie B
di DAVIDE VISIGALLI (FSI-Riconquistare l’Italia Genova)
I “responsabili”, in un anno, sono riusciti nel far passare un’egoistica paura di morire per un’altruistica sensibilità per il destino dei propri simili. Tutte le altre malattie sono state dimenticate, e chi cercava di evidenziarlo non è stato ascoltato o peggio diffamato come negazionista.
Parliamo di morti ma il problema è più profondo, nei prossimi anni assisteremo ad un abbassamento importante della vita media e un più preoccupante abbassamento della speranza di vita in buona salute (che già non arriva ai 67 anni in Italia). E la Covid-19 sarà sempre più una piccola parte del problema. Come tutte le epidemie, è un fenomeno potente ma acuto, dai brevi strascichi.
Le disuguaglianze aumenteranno, e questo inciderà profondamente sui sistemi sanitari. Sì, perché, anche se lo si vuole nascondere, i poveri e gli emarginati muoiono prima. Per non parlare dei bambini, quelli che pagheranno un prezzo altissimo dagli effetti delle misure anti-pandemia. Praticamente immuni al virus, avranno sulle loro spalle tutti i deficit di socialità e istruzione accumulati in questo periodo, oltre al peso delle varie disgrazie familiari. Una generazione di nuovo costretta a crescere anzitempo.
Se cercare di dare la giusta dimensione alla pandemia vuol dire minimizzare, allora sono un minimizzatore. Ma i “responsabili” minimizzano gli infarti, i tumori, le malattie neurologiche e psichiatriche, lo sviluppo dei bambini. E negano del tutto gli effetti delle misure sulla povertà, sull’inclusione sociale e sulle disuguaglianze.
Commenti recenti