La prima Liberazione
di MARCO TROMBINO (FSI-Riconquistare l’Italia Genova)
Il 17 Marzo alcune istituzioni, compreso il Presidente della Repubblica, hanno commemorato il 160° anniversario dell’unità d’Italia. Su tale ricorrenza si possono incontrare giudizi di tutti i tipi: dai contrari perché l’unità nazionale sarebbe stata una sciagura (classico caso di gente che sputa nel piatto in cui mangia, come se l’Italia non avesse garantito loro decenni di benessere…), ai contrari perché il 17 Marzo è una festa sabauda, ai semi-favorevoli come le istituzioni sopra citate che però si guardano bene dal trasformarla in un giorno festivo, e così via.
Il 17 Marzo 1861, dal punto di vista formale, il re Vittorio Emanuele II assunse il titolo di Re d’Italia, tramite legge 4671 del Regno di Sardegna, trasmissibile agli eredi. Da questo punto di vista, sotto un profilo giurisprudenziale, in effetti potrebbe essere interpretata come una ricorrenza strettamente monarchica. Tuttavia resta il fatto che l’Italia, nonostante che si sia liberata dall’occupante straniero tramite tre guerre d’indipendenza, più l’epopea dei Mille, più la Prima Guerra Mondiale che potrebbe essere considerata l’ultimo dei conflitti di questa serie, non celebra un giorno dell’Indipendenza. La Grecia ha il 25 Marzo (inizio della guerra per l’indipendenza dalla Turchia), l’Algeria ha il 5 Luglio (libertà ottenuta dalla Francia), l’Argentina il 9 Luglio e il 17 Agosto (libertà dalla Spagna e morte del generale De San Martìn rispettivamente); noi non abbiamo niente del genere.
Non è necessario che sia proprio il 17 Marzo, ma una festività nazionale italiana è d’obbligo. Fare finta che non sia accaduto niente non è corretto né nei nostri confronti, né nei confronti di chi ha sacrificato la propria vita per unificare il paese. Non va bene far cadere la ricorrenza proprio nel giorno del regio decreto? Si potrebbe adottare il 5 Maggio, data dell’inizio della Spedizione dei Mille. Si potrebbe adottare il 20 Settembre, in relazione alla breccia di Porta Pia: ben difficilmente ormai il Vaticano si offenderebbe per una scelta del genere, giacché nel frattempo sono intercorsi i Patti Lateranensi e l’articolo 7 della Costituzione repubblicana che li conferma. Si potrebbe scegliere una data relativa ad uno dei tre conflitti – 1848, 1859, 1866 – basta che se ne istituisca una. L’importante è che sia ricordata la nostra prima liberazione, quella dal retrivo Impero Austro-Ungarico, cui seguì nel secolo successivo la seconda liberazione dai nazifascisti del 1945 e cui seguirà, speriamo il prima possibile, la terza liberazione dall’Unione Europea.
Vero! Dimentichiamo troppo spesso il passato glorioso della Storia d’Italia. Al Popolo Italiano purtroppo, ma non del tutto per colpa sua, nell’ultimo anno difficilmente possiamo attribuirgli l’aggettivo ‘glorioso’, semmai il suo opposto.