Lettere per la libertà – Corrispondenze
di BYOBLU (Francesco Capo)
Mamma adorata,
quando riceverai la presente sarai già straziata dal dolore. Mamma, muoio fucilato per la mia idea. Non vergognarti di tuo figlio, ma sii fiera di lui. Non piangere Mamma, il mio sangue non si verserà invano e l’Italia sarà di nuovo grande. Da Dita Marasli di Atene potrai avere i particolari sui miei ultimi giorni.
Addio Mamma, addio Papà, addio Marisa e tutti i miei cari; muoio per l’Italia. Ricordatevi della donna di cui sopra che tanto ho amata. Ci rivedremo nella gloria celeste.
Viva l’Italia libera!
Achille
È l’ultima lettera scritta da Gilberto della Valle, nome di battiglia di Achille Barilatti, studente di scienze economiche e commerciali di anni 22. Tenente di complemento di Artiglieria, dopo l’8 settembre 1943, Achille raggiunse Vestignano, sulle alture maceratesi, per organizzare formazioni partigiane. Fu designato comandante del Gruppo Patrioti Nicolò. Catturato all’alba del 22 marzo 1944 dai nazisti, morì fucilato senza processo alle ore 18.25 del 23 marzo 1944, contro la cinta di mura del cimitero di Muccia, in provincia di Macerata.
Anche grazie all’eroico sacrificio di tanti uomini e ragazzi come Achille, l’Italia fu liberata dall’oppressione nazifascista e il 27 dicembre 1947 si diede una Costituzione.
“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”, scrisse uno dei suoi padri, Piero Calamandrei.
Nell’Assemblea costituente non poté sedere Antonio Gramsci, uno di quegli intellettuali che nascono ogni cent’anni. Il pubblico ministero fascista che lo fece condannare a vent’anni di reclusione nella requisitoria disse: «Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare». Non ci riuscì, perché le idee di Gramsci erano presenti tra gli scranni di quell’alto consesso e molte di esse furono sancite nella Costituzione italiana.
Anche Antonio, poco prima della condanna, riservò le sue parole alla mamma.
Carissima mamma,
non ti vorrei ripetere ciò che ti ho spesso scritto per rassicurarti sulle mie condizioni fisiche e morali. Vorrei, per essere proprio tranquillo, che tu non ti spaventassi o ti turbassi troppo qualunque condanna siano per darmi.
Che tu comprendessi bene, anche col sentimento, che io sono un detenuto politico e sarò un condannato politico, che non ho e non avrò mai da vergognarmi di questa situazione.
Che, in fondo, la detenzione e la condanna le ho volute io stesso, in certo modo, perché non ho mai voluto mutare le mie opinioni, per le quali sarei disposto a dare la vita e non solo a stare in prigione. Che perciò io non posso che essere tranquillo e contento di me stesso. Cara mamma, vorrei proprio abbracciarti stretta stretta perché sentissi quanto ti voglio bene e come vorrei consolarti di questo dispiacere che ti ho dato: ma non potevo fare diversamente.
La vita è così, molto dura, e i figli qualche volta devono dare dei grandi dolori alle loro mamme, se vogliono conservare il loro onore e la loro dignità di uomini.
Ti abbraccio teneramente.
Nino
Ti scriverò subito da Roma. Di’ a Carlo che stia allegro e che lo ringrazio infinitamente.
Baci a tutti.
All’Assemblea Costituente sedettero uomini come Giuseppe Dossetti, giurista e deputato della Democrazia cristiana, che voleva il riconoscimento in Costituzione del diritto di resistenza. Questo l’articolo 3 che Dossetti propose: “La resistenza individuale e collettiva agli atti dei pubblici poteri che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino”.
La proposta di Dossetti non passò, ma, secondo molti padri costituenti può desumersi da una serie di articoli del testo definitivo:
– l’articolo 1 che stabilisce che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione;
– l’articolo 2 che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale;
– l’articolo 3 che stabilisce il principio di eguaglianza di tutti i cittadini e il compito della Repubblica, quindi di tutti noi, a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza di tutti i cittadini;
– l’articolo 52 che stabilisce che la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino;
– l’articolo 54 che recita: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi”.
– l’articolo 139 che stabilisce che: “La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”. Ciò significa, come ha chiarito la Corte Costituzionale, che “i principi supremi sanciti in Costituzione non possono essere sovvertiti o modificati nel loro contenuto essenziale neppure da leggi di revisione costituzionale o da altre leggi costituzionali”.
Giuseppe Dossetti
Alla luce di questi articoli può desumersi “il diritto e il dovere dei cittadini, singoli o associati, alla resistenza che si renda necessaria a reprimere la violazione dei diritti inviolabili e delle libertà democratiche da parte delle pubbliche autorità”, come disse un altro padre costituente Costantino Mortati.
L’Italia repubblicana che nacque dal sacrificio degli uomini e donne che combatterono per liberarla fu una Nazione migliore rispetto a quella precedente, ma al contempo tradì molti dei valori e ideali della Resistenza.
Non fu mai una Nazione totalmente indipendente e sovrana, ma sempre assoggettata al controllo di potenze straniere o di poteri forti.
Gli uomini che combatterono per renderla libera e più giusta non mancarono mai e non mancheranno mai, perché la libertà è un diritto inviolabile dell’uomo sancito nelle Costituzioni che necessita costantemente di essere difeso, esercitato e fatto valere.
È questo il senso di quel bellissimo verso di Giorgio Gaber: Libertà è partecipazione.
La puntata con tema “gli occhi, specchio dell’anima” è solo rinviata al prossimo venerdì. Condividete i vostri pensieri, i vostri scritti e le vostre emozioni a corrispondenze@byoblu.com.
Non potevamo mancare l’appuntamento con la libertà e con la ricorrenza del 25 aprile.
Buona liberazione, che voglio festeggiare con voi ammirando il video della liberazione di un condor tenuto in gabbia per oltre un anno in uno zoo.
Mi hanno commosso il suo iniziale senso di spaesamento, i suoi tentativi aprendo le ali e sbattendole e poi il coraggio di lanciarsi per librarsi libero nell’aria.
FONTE: https://www.byoblu.com/2021/04/23/lettere-per-la-liberta-corrispondenze/#respond
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