Roma capitale europea (?)
di MARCO DI CROCE (RI Roma)
Più ce penso e più me convinco che il grande problema de Roma so i romani. È chiaro dice, so i romani zozzi e incivili che trattano male la loro città. E invece no, n’c’hai capito niente. So i romani Il grande problema de Roma, i romani che ci hanno convinti che Roma sia una capitale europea. Roma non è una capitale europea.
Londra, distrutta nel 1666 da un incendio, e poi ancora tra 1848 e 1865 “riqualificata” (che vor di che hanno abbattuto i quartieri di stradine per aprire grandi viali) è una capitale europea.
Parigi, che tra 1853 e 1869 ha visto l’abbattimento di interi quartieri storici per fare spazio alle grandi vie, è una capitale europea. Adieu boulevards!
Vienna, dove tra il 1859 e il 1872 sono state abbattute le mura medievali, e il centro è stato “riqualificato”, è una capitale europea.
Barcellona e Stoccolma, i cui centri storici sono stati sventrati rispettivamente nel 1859 e nel 1866, sono capitali europee.
Bruxelles, dove per collegare due stazioni ferroviarie costruite poco prima è stato coperto il fiume Senne tra 1867 e 1871, è una capitale europea.
Roma…. ci siete mai stati a Roma? Roma è accuratamente descritta dall’espressione museo a cielo aperto. Roma è trastevere, monti, monteverde, prati, testaccio, er pigneto, un mare de stradine che se incontrano, se evitano, Il centro storico di Roma è una galleria di storia, di arte e di storia dell’arte. Abbiamo meno stradone veloci, è vero, e quelle che abbiamo sono quasi tutte romane. Mentre l’Europa distruggeva le strutture urbane delle sue città, e lo faceva anche per motivi politici (vi ricordate le barricate de Parigi? Alla quinta volta chi aveva il potere l’ha pure capito che le stradine erano scomode), a Roma invece c’era il vaticano e dopo la breccia di Porta Pia i governi italiani si sono guardati bene dal fare operazioni come quelle avvenute nel resto d’Europa. A dire il vero c’è stata, nella storia d’Italia, una persona che ha voluto fare di Roma una capitale europea con strade grandi e veloci, velocissime (non so se ve lo ricordate…).
Roma è così, è la capitale dell’Italia, ma mica perché luogo di produzione industriale o perché centro commerciale o finanziario d’Italia. Roma è capitale perché l’Italia è nata su altri valori. Roma o morte ha senso, Bruxelles o morte… no. Qualcuno glie lo deve pur ricordare agli altri chi sono, da dove vengono, qual è la loro storia, e Roma è la città con la più alta concentrazione di beni archeologici, storici, architettonici e archivistici al mondo, è uno scrigno che conserva una stratificazione di vita ininterrotta durata quasi tre millenni (e mica per niente è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO).
E quindi sì, alcuni problemi per la vita moderna, va bene. Alcuni si potrebbero ridurre con piccoli interventi, basterebbe volerlo fare e avere un po’ di soldi per farlo. Altri richiederebbero un’idea di una Roma in cui i cittadini possono finalmente vivere in pace, però oggi quest’idea non ce la vuole avere nessuno. A me sembra che spesso siamo come posseduti da certe idee strane, come se non volessimo vivere in armonia con Roma, come se volessimo che fosse Roma a esistere in armonia con noi, come se la struttura materiale di Roma dovesse adattarsi a noi, ai nostri desideri. E in questi casi io vorrei che fossimo un po’ più chiari: che ci vogliamo fare con Roma? Se ci vogliamo fare una capitale europea basta dirlo. Si può fare, la facciamo, non so come la prenderebbe l’UNESCO ma che importa, facciamola. Basta che siamo sinceri: per farlo dobbiamo sfonnà Roma.
Vogliamo cominciare dalle metro? Scaviamo e quando troviamo qualcosa ce ne freghiamo e lo distruggiamo. È sì, perché a volte ce lo dimentichiamo, ma quando trovi qualcosa sottoterra non è che puoi semplicemente buttare tutto e tenere solo i reperti della tua epoca preferita. L’archeologia e il metodo stratigrafico sono necessari per conoscere la nostra storia, non è una cosa che si fa in una settimana, né in un anno, ci vogliono parecchi anni per fare queste cose. E a Roma, purtroppo o per fortuna (a seconda dell’orientamento), come che scavi trovi una villa, una caserma, un acquedotto. E questo, come possiamo tutti immaginare, vuol dire che ci vogliono molto tempo e molti soldi.
Ricordiamoci poi che Roma sta su sette colli, è tutto un sali e scendi, Roma non è una spianata di terra e questo è un problema per i bisogni (e, si può dire? anche le mode) di noi moderni (la bicicletta, per esempio, non può essere seriamente in considerazione come mezzo di trasporto a Roma).
Morale, io vorrei veramente sapere senza risposte contorsionistiche che nascondono il loro vero contenuto per vergogna di comunicare sinceramente le proprie intenzioni o confusioni: di Roma che ne vogliamo fare? Capitale europea non è e non sarà mai almeno di non voler fare come hanno fatto le capitali europee e sfonnà tutto. Se vogliamo una Roma dove la gente va di fretta ed è efficientissima senza distruggere la città per ottenere risultati un po’ migliori di quelli che si potrebbero ottenere senza farlo, avremo una Roma con la gente depressa, perché Roma, per sua natura, è un costante ostacolo alla velocità. Roma è anti-futurista, è conservatrice, è un paese de pecorari fondato quasi tremila anni fa che è cresciuto un po’ troppo, è stata la capitale dell’impero che ha unito il Mediterraneo, poi la sede della religione che ha unito l’Europa e ora siamo qua. È nostra, e avendo rinunciato a ogni volontà di mostrare il nostro valore al mondo, anzi più sembriamo piccoli e deficienti e più siamo felici, sembra quasi un peso. È una nonna piena di storie che non ci va di ascoltare. Però è la nonna di mezzo mondo e vive qui, in Italia, e se avessimo un po’ più di sale in zucca come popolo, ce ne lamenteremmo di meno e proveremmo a capire che cosa vuole dirci, che magari lo stile di vita che ci sta suggerendo non è così sbagliato.
#H501
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