Un mondo virale
di ANDREA D’AGOSTO (RI Bari)
Ogni virus ha assoluta necessità di determinate condizioni sia relative all’ambiente che all’ospite per potersi diffondere, per essere efficiente. La società industrializzata presenta le condizioni dell’ambiente e dell’ospite più efficienti per la diffusione di un qualsivoglia virus, qualsiasi sia la sua origine.
Sarebbe razionale interrogarsi su questo, piuttosto, nella contingenza/emergenza: se la sua origine sia naturale o artificiale, in quanto in entrambi i casi, errore/azione volontaria umana o diffusione naturale, viaggia grazie alle due condizioni indicate generate dalla società industriale, che possono essere sfruttate perfettamente, appunto, in entrambi i casi.
Se l’approccio è quello di affidarsi a combattere un tale fenomeno nell’emergenza, ovvero negli effetti, senza voler, invece, comprenderne le cause, è chiarissimo che andiamo incontro ad una nuova fase della storia del mondo: quella pandemica.
Il futuro del mondo industrializzato e digitalizzato è pandemico e virale nella diretta correlazione con il progredire della società che ha tale modello di sviluppo. D’altra parte, non a caso per designare un fenomeno che ha successo nel mondo industrializzato digitale si usa il termine “virale”. E non ci vuole un genio per comprenderlo, ma solo un pizzico di buon senso.
Allora, bisogna interrogarsi se vale la pena vivere e trasmettere alle future generazioni un mondo virale e pandemico.
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