Il macigno di Sisifo
di CLAUDIA VERGELLA (RI Roma)
Uno dei miei punti fermi di questi ultimi anni è stato difendere il popolo italiano da se stesso, cioè dai luoghi comuni con cui si autofustiga e controbattere che si tratta di un grande popolo con tanti pregi e non inferiore a nessun altro. Ma mi guardo intorno, cerco un confronto dialettico, e mi imbatto sempre più spesso in convincimenti sbagliati, idee fasulle, percezioni falsate della realtà. E non si tratta di una minoranza, la mia impressione è che questo riguardi, al contrario, la maggioranza degli italiani.
Anche ipotizzando che sia io che sbaglio rispetto al senso comune, resterebbe comunque il fatto che non sono in sintonia come credevo, con il popolo cui appartengo e per il quale mi struggo, vedendolo preda di ingiustizie sociali crescenti.
La speranza, che nel passato a volte mi sono illusa fosse vicina a realizzarsi, è che gli italiani, finalmente si accorgano di essere stati ingannati, riscattandosi così dall’aver assorbito gli slogan del mainstream senza essersi documentati sulla loro veridicità. Questa speranza, dopo tante disillusioni, si sta affievolendo. Per contrastare la delusione mi infervoro contro la propaganda mainstream, ritenendola colpevole di essersi impadronita della mente degli italiani attraverso una massiccia e delinquenziale disinformazione.
Purtroppo ho un macigno che pesa dentro la mia anima. In questi anni, con grande fatica, partiti come il mio, movimenti, economisti, giuristi hanno operato una meritoria opera di contrasto a questa potente disinformazione. Ma la sensazione che ho è che bisogna ricominciare tutto da capo; lo sforzo fatto, fino ad ora, è servito poco. Ho acceso la televisione un attimo, questa mattina, e su La7, un giornalista parlava del problema, secondo lui basilare, del debito pubblico. È chiaro che fino a che gli italiani verranno spaventati in modo scorretto sul debito pubblico e colpevolizzati con la menzogna su come, per stare bene ora, graveremo sulle generazioni future, accetteranno ogni nefandezza che piove dall’alto.
La conclusione è che bisogna ricominciare a divulgare nozioni basilari, soprattutto di macroeconomia, ahimè, ancora ignorate. È un lavoro pesante per chi da queste nozioni è partito anni fa e ha cercato disperatamente di farle conoscere incontrando tanta riluttanza e ostinata incredulità, ma non si può non tener conto che molti devono ancora iniziare il percorso di sdoganamento dal pensiero unico.
“Mi sono convinto che anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all’opera, ricominciando dall’inizio” (A. Gramsci)
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