Quando il popolo è politicamente responsabile?
di STEFANO D’ANDREA (Presidente RI)
Quando il popolo, né colto né semi-colto, né dotato di titoli o saperi scientifici, è politicamente responsabile di ciò che accade? A leggere alcuni amici, mai. Il popolo tedesco non era responsabile dell’invasione della Russia e del razzismo nei confronti degli Ebrei, il popolo italiano non era responsabile per le azioni dell’esercito nella futura Jugoslavia in Grecia e in Abissinia.
Il popolo non è responsabile della catastrofe italiana generata dall’adesione all’Unione europea. E non sarebbe nemmeno responsabile se, ipotesi che speriamo non accada, milioni di persone morissero nel medio termine a causa dei vaccini anti-covid.
Insomma il popolo, secondo questi amici, avrebbe solo diritti. Darebbe fiducia ai partiti politici per poi dire che lo hanno tradito. Non è mai il membro del popolo che non capisce o che ha mal giudicato i partiti. Lui capisce e viene tradito dai partiti. E quando nessuno capisce, né lui né la classe dirigente, lui non è responsabile.
Mi permetto di osservare che questa idea è assurda, ingiusta e immorale. Delle due l’una: o un cittadino è incapace di intendere e di volere e allora gli va tolto il diritto di voto perché va interdetto o inabilitato; o è capace di intendere e di volere e allora risponde politicamente di tutte le idee, le azioni, le tesi i partiti che ha sostenuto.
Approvazione al 1000%.
Il popolino, deve essere tenuto stupido, ignorante, povero e ammalato.
Non è quello che sta succedendo ora?
Ma lo era già chiaro molti anni fa.