Giorni di covid, un breve riassunto
di ENRICO IAPOCE (RI Roma)
Signori, un breve riassunto di questi giorni concitati di covid.
Premessa: temo che scontenterò un po’ tutti perché oramai la maggior parte della popolazione ha rinunciato all’utilizzo della razionalità in favore dell’appiattimento sulla propaganda governativa o su indimostrabili teorizzazioni di complotti.
Sono vaccinato con doppia dose, perché, quando ho potuto, ho fatto una serena analisi costi/benefici e ho visto che nelle mie condizioni (sono grasso e iperteso) valeva la pena correre il rischio di alcuni effetti collaterali per immunizzarmi (la propaganda all’epoca diceva che se ti vaccini diventi immortale cosa che non è).
Escluse le fonti di contagio, credo di poter dire di essere stato contagiato ad eventi dove era obbligatorio l’uso del green pass. Dove è plausibile che uno o più partecipanti trai i vaccinati esenti dal tampone fosse positivo ed infetto. Se non lo sapete, in questi eventi (presso discoteche e locali) c’è una apposita guardia di sicurezza che controlla gli ingressi green pass e i certificati vaccinali omologati, nonché l’uso dei dispositivi “di sicurezza”.
L’evoluzione inizialmente benigna della malattia ha preso una brutta piega al 5° giorno con un calo della saturazione. Su consiglio degli amici mi sono autoricoverato al Gemelli dove ho trovato l’eccellenza medica. Al pronto soccorso erano praticamente tutti vaccinati. I dottori facevano analisi tempestive prendendo la decisione se rimettere il paziente con terapia domiciliare o proseguire in reparto. Io sono fortunatamente finito in reparto.
L’ospedalizzazione è stata di grande aiuto. Analisi e medicine sono sempre state puntuali. Ho fatto un trattamento con terapia monoclonale che non ha dato l’esito immediato, per cui è seguito un altro trattamento con antiretrovirale remdesivir che ha avuto rapido successo fermando la polmonite da covid.
Il vaccino un po’ funziona, nel senso che tra gli ospedalizzati i vaccinati erano meno del 50% e alla terapia intensiva erano 2 su 7. Quindi, sicuramente c’è un effetto protezione, anche se non previene l’infezione e la malattia al 100%. Io consiglio serenamente, a chiunque fosse indeciso, di fare un’analisi dei rischi. I non vaccinati che finiscono all’ospedale non se la passano sicuramente meglio dei vaccinati. Quello che è sicuramente importante è che è stato l’ospedale a permettermi di tornare a casa in tempi brevi e senza conseguenze gravi. Le medicine ci sono e funzionano.
Questa cosa che mi ha tirato fuori dai casini ha un nome: si chiama sanità pubblica. È un diritto universale che i nostri governanti dovrebbero garantire e voi tutti dovreste difendere con la vita. Invece, apparentemente, la via scelta da 30 anni seguendo le raccomandazioni della Commissione europea è tutta un’altra. Oggi sostanzialmente sparare odio sui non vaccinati, pompare il green pass e contemporaneamente tagliare la cosa che sicuramente funziona: gli ospedali. Tagliare e privatizzare quello che ti salva.
Il green pass, in particolare, è uno strumento sbagliato e pericoloso:
1) si dà licenza a chi è vaccinato ma infetto di uscire a fare strage tra gli altri, siano essi vaccinati come me oppure non vaccinati. Un asintomatico può tranquillamente girare due settimane infettando;
2) si comprimono illecitamente diritti costituzionali verso chi non ha compiuto alcun illecito (non c’è l’obbligo vaccinale);
3) si crea una situazione ridicola per cui il non vaccinato è controllato molto più del vaccinato;
4) si pone a carico di persone sane il costo dei tamponi, tralasciando il vero pericolo.
Vi lascio con l’augurio che possiate fare vostra qualche riflessione aggiuntiva sul tema.
Nota: sto aspettando di negativizzarmi ai domiciliari. Il mio green pass è ancora attivo. Ci potevo morire con il green pass attivo.
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