La Costituzione dice altro
di GILBERTO TROMBETTA (RI Roma)
Secondo alcuni, tra cui il leghista Giorgetti, Draghi dovrebbe ricoprire contemporaneamente la carica di Presidente del Consiglio e di Presidente della Repubblica. Un novello imperatore insomma. O un dittatore, a seconda dei punti di vista. «La Costituzione dice altro? Amen». Non stupisce che sia proprio un giornalista, e di una delle maggiori testate mainstream, a sostenere un concetto così sfacciatamente, diciamolo fuori dai denti, eversivo.
D’altronde, da anni ormai il ruolo della stampa è quello: fare da megafono alla narrazione dominante, criminalizzare il dissenso, impedire la capacità di analisi e di critica dei cittadini. Il punto però non è quello. Perché il buon Verdelli una cosa vera la dice. E cioè che i diritti sanciti dalla Costituzione non contano. Non più. Da anni. Da decenni.
La Costituzione parla infatti di lavoro, di piena occupazione, di salari dignitosi, non di stabilità dei prezzi. La Costituzione parla di sovranità popolare, non di vincolo esterno. La Costituzione afferma che gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano libertà ed uguaglianza tra i cittadini debbano essere rimossi dallo Stato, non da quest’ultimo creati.
La Costituzione afferma che l’accesso alle cure deve essere garantito a tutti, non che tutti i diritti da essa sanciti debbano essere sottomessi a un inesistente principio sanitario di massima precauzione. La Costituzione afferma che i cittadini hanno diritto di manifestare, non di subire un foglio di via per essersi seduti da soli in segno di protesta in una piazza.
La Costituzione afferma che la libertà di pensiero è garantita in tutte le sue forme, non che le idee non in linea con la narrazione dominante vadano perseguitate e censurate. La Costituzione prevede lo stato di emergenza, solo in caso di guerre, non lo stato di emergenza permanente, cioè lo stato di eccezione. La Costituzione ci garantisce tanti diritti, alcuni dei quali fondamentali. Ma la classe politica italiana la disapplica scientemente da decenni.
Prima con la ricerca fraudolenta del vincolo esterno (SME, UE ed Eurozona), poi col ritorno del vincolo interno. Cioè di quel lasciapassare governativo senza il quale non si ha più accesso ai diritti costituzionalmente garantiti. Come accadeva nel 1938. Con la complicità della stampa, degli intellettuali, dei sindacati e di quelli che sarebbero dovuti essere i massimi garanti della Costituzione: il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale.
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