Nobiltà o Borghesia?
di Tonguessy
Durante il XV secolo diverse potenze si contesero il predominio dei
mari. Stranamente la Cina, che partiva con notevole vantaggio sulle
avversarie, abbandonò quasi subito la sfida.
Com'è che la più imponente flotta che avesse mai solcati i mari
(almeno fino alla prima guerra mondiale, asserisce l'esperta di storia
navale Louise Levathes) sia stata ingoiata dalla Storia lasciando
campo libero a flotte decisamente più scalcagnate ed improvvisate come
quelle europee?
Stiamo parlando di qualcosa come 300 navi con 28mila uomini a bordo
che, agli ordini dell'ammiraglio Zheng He, solcarono gli oceani dal
1405 al 1433, percorsero 50.000 km esplorando i paesi affacciati
sull'Oceano Indiano e l'Africa orientale, il Golfo persico, e i
confini meridionali dell'Egitto.
Perchè alla fine la cultura europea (tecnologicamente inferiore a
quella cinese) invece ebbe la meglio?
La storia inizia nel 1403 quando l'Imperatore Zhu Di (generalmente
considerato il più grande imperatore della dinastia Ming, e uno dei
più grandi imperatori di tutta la storia della Cina) ordinò la
costruzione di una flotta di grandi giunche imperiali, che includeva
navi mercantili, da guerra e a scopi diplomatici, le cosidette "navi
dei tesori".
Le navi erano di tek, pesanti e grandi quasi quanto gli odierni
incrociatori, e avevano le vele rosse, colore considerato portafortuna
dai cinesi. La maggior parte delle navi avevano quattro ponti e una
avanzatissima stiva di stabilizzazione con terra e pietre; catapulte
incendiarie e cannoni con polvere da sparo; prue rinforzate capaci di
resistere all'urto delle barriere coralline.
Le ammiraglie arrivavano a 146 metri di lunghézza e 60 di larghezza:
tuttora fra le più grandi navi di legno mai costruite nella storia.
Una sola di quelle giunche cinesi avrebbe potuto contenere la Nina, la
Pinta e la Santa Maria (le tre caravelle di Colombo) tutte insieme.
Il comando di quella enorme flotta fu affidato dall'Imperatore Zhu Di
all'ammiraglio Zheng He (soprannominato l'ammiraglio eunuco, di fede
musulmana), suo amico fraterno, che durante sette viaggi raggiunse le
coste Orientali dell'Africa, il Mar Rosso, oltre che il Giappone e la
Corea, allo scopo di stabilire, dimostrare o anche mantenere la
superiorità politica e culturale dell'Impero Celeste nei confronti
delle popolazioni visitate.
«Ora gli abitanti dei quattro mari siano una famiglia sola – decretò
l'imperatore della dinastia Ming – che fiorisca il commercio alle
nostre frontiere, e dai paesi lontani gli stranieri siano benvenuti
fra noi».[1]
Tutto lasciava presagire che tale volontà mercantile avrebbe avuto
successo. La Cina oltre ad essere avanti nelle scienze deteneva anche
la supremazia tecnologica: mille anni prima di Copernico e Galileo
l'astronomo Zhang Heng aveva stabilito con certezza che la terra è
rotonda. Dal sestante alla polvere da sparo, tutte le tecnologie
decisive per le esplorazioni e per i combattimenti navali videro la
luce in Cina con diversi secoli d'anticipo sull'Europa.
Ogni nave militare possedeva 24 cannoni di bronzo in grado di sparare
granate esplosive, armamenti che a quei tempi nessuno era in grado di
eguagliare.
Invece alcuni fattori fecero andare le cose molto diversamente. Ci
furono i problemi con i Mongoli che spostarono l'attenzione imperiale
dalla politica estera a quella interna.
Ci furono poi dei consiglieri (narra la leggenda) che avvertirono
l'Imperatore Yongle (Zhu Di) che le colline dell'allora capitale
Nanchino potevano essere usate come postazioni per un attacco di
artiglieria, nel qual caso il palazzo imperiale avrebbe potuto essere
facile bersaglio. Yongle fece quindi spostare la capitale dalla città
portuale di Nanchino a quella più interna di Pechino, che divenne la
capitale politica della Cina per i successivi 500 anni. [2]
Nel 1424, quando ancora le spedizioni dell'ammiraglio eunuco erano in
pieno corso, Yongle muore ed il suo successore, l'imperatore Hongxi,
non avendo la visione mercantilista di Zhu Di, decide di cancellare le
spedizioni e di limitare fortemente il commercio estero [3]
L'ultima spedizione (1431-1433) risultò fatale tanto per le velleità
di commercio che per lo stesso Zheng He. Quest'ultimo mentre stava
navigando nell'Oceano Indiano si ammalò e morì a 62 anni. Il rito
funebre fu semplice. Nella tradizione islamica il suo corpo fu lavato
e avvolto in un tessuto bianco. Mentre i musulmani a bordo cantavano e
pregavano «Allah è grande», la salma scivolò in mare, con la testa
rivolta verso la Mecca.[1]
E al ritorno da quella spedizione la sopresa: l'Imperatore Xuande
succeduto ad Hongxi (che regnò solo 6 mesi prima di morire) ordina
di lasciare marcire la flotta imperiale nei porti ed arriverà
addirittura a distruggere libri, documenti e tabelle nautiche di Zheng
He.
Perchè? Un'ipotesi plausibile è che i nobili avessero mangiato la
foglia. Si erano resi conto cioè che una flotta così imponente
sorretta da un Imperatore favorevole al mercantilismo erano nemici
molto pericolosi per la nobiltà che trovava la propria agiatezza nel
feudalesimo.
Gli scambi commerciali avrebbero arricchito gli imprenditori che
avrebbero avanzato pretese. Insomma i mandarini cinesi avevano
compreso che mercantilismo e nobiltà non possono coesistere
facilmente. Temendo di perdere i propri privilegi convinsero quindi i
nuovi Imperatori ad abbandonare quella pericolosa idea di solcare i
mari, guadagnandosi così altri 500 anni di feudale tranquillità.
Nel frattempo le cose in Europa avevano preso una direzione molto
differente. Qui da noi la borghesia non aveva trovato troppe
resistenze. I nobili non avevano compreso appieno il pericolo della
nuova classe emergente: quella borghesia che a partire da Marco Polo
faceva degli scambi commerciali la ragione del proprio crescente
benessere. O se lo avevano compreso non avevano reagito adeguatamente.
I vari reami europei sembravano in realtà disposti a finanziare le
avventure marittime, ma la punta di diamante di quei tempi restano
le nostre repubbliche marinare. Feudi contro mercantilismo, regni
contro repubbliche.
Quelle città formarono dei governi autonomi repubblicani, espressione
del ceto mercantile che costituiva il nerbo della loro potenza. La
storia delle repubbliche marinare si intreccia, infatti, sia con
l'avvio dell'espansione europea verso Oriente, sia con le origini del
moderno capitalismo, inteso come sistema mercantile e finanziario.[4]
Certamente gli investimenti della borghesia europea di quei tempi possono sembrare misera cosa se paragonati alla impressionante flotta di Zheng He.
Eppure ebbero la meglio. Il meccanismo di investimenti europei in
scienza e tecnologia e relativi ricavi tramite guerre e commerci, pur
partendo notevolmente in ritardo, alla fine ebbe la meglio perchè nel
vecchio continente la nobiltà (complici anche i preoccupanti successi
delle flotte arabe, bizantine e ottomane) non oppose mai la resistenza
dei nobili cinesi e lentamente ma inesorabilmente la borghesia li
scalzò.
In Cina invece la nobiltà bloccò per parecchi secoli gli scambi commerciali
esteri boicottando il principale mezzo di trasporto (le navi
mercantili) nonchè scienze e tecnologie connesse al commercio e per
tale motivo la borghesia rimase inibita fino ai nostri giorni (si
stanno riprendendo benissimo, non temete!).
Resta da considerare che tanto nel sistema feudale che in quello
mercantile (antico o moderno che sia) le guerre sono una costante. E
mi viene da chiedere se vi sia una sostanziale differenza nel morire
di spada feudale o di bomba mercantile, magari intelligente.
E no, la spada intelligente non fu mai inventata, questo la nobiltà
almeno ce l'ha risparmiato.
[1]http://www.ilportaledelsud.org/zhu_di.htm#1
[2]http://it.wikipedia.org/wiki/Yongle
[3]http://it.wikipedia.org/wiki/Hongxi
[4]http://it.wikipedia.org/wiki/Repubbliche_marinare
Caro Tonguessy,
grazie per l'articolo. Interessante sotto il profilo storico; e stimolante. Complimenti.
Caro Stefano,
se solo si avesse voglia di darle retta, la Storia avrebbe un bel po' di cose da insegnarci.
Purtroppo lo storico è ormai un intellettuale un po' fuori moda, chissà perchè.
Salutoni
Probabilmente nessuno leggera` questo commento, ma so che Tonguessy legge J. Diamond, che da` un'interessante interpretazione delle vicende in esame.
Diamond in Armi, Acciaio e Malattie (credo) pone l'accento sull'unita` politica della Cina contro la frammentazione dell'Europa (e del Mediterraneo).
Nella prima una decisione politica sbagliata (o oculata, a seconda dei punti di vista) ha affossato le prospettive di dominio mondiale. Nella seconda, poiche' tanti erano i centri politici, le decisioni sbagliate di alcuni (si pensi ad esempio a Genova) furono compensate dal diverso avviso di altri.
La forza dell'Europa e` sempre stata questa: qualche paese si castra da se', qualche altro emerge da una crisi secolare, ma c'e` sempre qualcuno "sulla cresta dell'onda".
Ciao Astabada,
Diamond ha una visione deterministica di stampo geografico delle vicende storiche. Dice cioè che gli avvenimenti storici e gli avvicendamenti culturali dipendono da conformazioni geografiche. Il che ci può stare. Ma qualcosa non torna comunque. Mi spiegheresti perchè nel computo generale di decisioni "giuste" vs decisioni "sbagliate" alla fine hanno avuto la meglio le prime, visto che avevano uguale diritto di supremazia delle seconde?
Ho tentato di spiegare il motivo nell'articolo qui sopra: esistono leve che aumentano enormemente la forza delle azioni. La leva primaria usata dalla borghesia è stata la scienza. I borghesi hanno finanziato e sostenuto il progresso scientifico consci che ne avrebbero tratto giovamenti immensi. E così è stato. Oggi i sistemi politici in vigore non hanno nulla a che spartire con le vecchie divisioni in classi. E' sparita l'aristocrazia. Che non comprese la forza della nuova classe borghese. In Cina le cosa andarono diversamente e non perchè non ci fosse una classe borghese che spingesse verso il cambiamento, ma perchè l'intera aristocrazia si oppose al disegno borghese avendone intuito le finalità.
Insomma tanto la borghesia in Europa che l'aristocrazia in Cina portarono avanti le proprie idee. Ci sarà sicuramente stata una parte dell'aristocrazia cinese che era favorevole ai borghesi (come il già citato imperatore Yongle) così come c'è stata una parte della borghesia europea favorevole ai nobili (Napoleone ad esempio) ma questo non cambia lo stato delle cose: alla fine la maggioranza delle decisioni prese andò in una direzione in Europa e nella direzione opposta in Cina. Questo perchè evidentemente c'era più coesione e lungimiranza nei nobili cinesi che dei nobili europei, ed evidentemente più coesione dei borghesi europei rispetto agli omologhi cinesi.
Qualcuno sulla cresta dell'onda è nessuno se non riesce a muovere le leve giuste.
Questo ci insegna la Storia.
Diamond ha una visione deterministica di stampo geografico delle vicende storiche. Dice cioè che gli avvenimenti storici e gli avvicendamenti culturali dipendono da conformazioni geografiche. Il che ci può stare. Ma qualcosa non torna comunque.
Sono totalmente d'accordo. Riconosco a Diamond (ed ai suoi maestri) che la geografia sia fondamentale, ma esistono altri elementi (culturali, storici ed anche aleatori) non meno determinanti. La Russia sara` anche grande e fredda [geografia], insomma, ma Hitler perse la guerra anche perche` vi abitano i Russi [cultura], perche` c'era stata la Rivoluzione d'Ottobre [storia] e perche` quell'inverno fu piu` freddo della media [un caso].
Mi spiegheresti perchè nel computo generale di decisioni "giuste" vs decisioni "sbagliate" alla fine hanno avuto la meglio le prime, visto che avevano uguale diritto di supremazia delle seconde?
Questo passaggio mi sembra invece oscuro, probabilmente perche` ho usato l'aggettivo "sbagliato" fuori luogo. Quello che volevo dire e` che in Cina (che ha circa la stessa superficie dell'Europa e piu` del doppio della popolazione) si gioca su un solo tavolo. La decisione di Hongxi ha portato (cinque secoli dopo) alla colonizzazione occidentale della Cina.
In Europa invece si gioca su piu` tavoli: questo aumenta le possibilita` di dare alla Storia un nuovo corso. Se in Russia e Spagna l'aristocrazia tiene saldamente il potere, in Inghilterra e Francia e` invece la borghesia a primeggiare.
In Cina i periodi di crisi e di "espansione" si avvicendano. In Europa invece questo non succede piu` dal medioevo (quando infatti essa veniva da un'epoca di unificazione). Alla crisi di un paese corrisponde l'ascesa di un altro. Era questo che indendevo scrivendo che in Europa c'e sempre qualcuno "sulla cresta dell'onda": egli e` colui che e` riuscito a muovere le leve giuste.
La frammentazione politica non e` un fattore geografico bensi` storico e culturale, come dimostra il fatto che in passato l'Europa e' stata (quasi) unificata dai Romani.