Rifocalizzare, ridimensionare, obiettivi e consuetudini
di Alessandro Bolzonello
Dopo anni di ininterrotto ritmo, allento la presa; lascio scivolare via le scadenze. Trascorre il tempo e smetto di rincorrerlo.
Assecondo la sensazione del venir meno di senso e significato del dare parole a quanto vivo e vedo; quasi un prendere le distanze dalla diffusa bulimia di parole, inutili, obsolete, spesso consumate.
Sento di essere sulla soglia: alle spalle lascio concetti quali sviluppo, prestazione e affermazione per aprirmi a prospettive che trovano in continuità, semplicità e concretezza i concetti di riferimento. All'imperativo – diventato ideologico – del 'dover essere' si sostituisce l''essere'; alla ricerca spasmodica dell'eccellenza subentra l'esistenza tout court.
La difficoltà dei tempi presenti e ancor più di quelli che si aprono favoriscono questa percezione, il trascorrere del tempo, reso evidente dal crescere dei figli, la approfondiscono. L'impianto concettuale predominante, come neve al sole, viene meno lasciandoci più liberi ma privi certezze, aprendo nuove posibilità ma chiaramente con risorse scarse, insomma più poveri.
Dietro gli slogan di Renzi che auspicano un complessivo rinnovamento, illudendo il rilancio, si cela un profondo processo di ridimensionamento.
In questa situazione provo a riprendere un nuovo ritmo, senza patemi ma anche senza slanci; mi apro all'esplorazione degli spazi che, sulla spinta di queste suggestioni, trovano nuova luce.
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