Usa, è inflazione FIRE
da TERMOMETRO GEOPOLITICO
(Guido Salerno Aletta)
Mentre i prezzi di merci e combustibili tornano al livello del 2012 quelli dei servizi pagati dalle famiglie sono intanto arrivati a quota 121 rispetto alla base di riferimento del 2012 (=100): in pratica, sono aumentati del 21% in dieci anni, mentre nel complesso l’inflazione dei prezzi al consumo è stata del 16%.
Sempre rispetto al 2012, l’aumento dei prezzi dei servizi finanziari è stato ancora più consistente: alla fine del secondo trimestre di quest’anno è stato del 42%. Se poi si fa riferimento al 2000, quando l’indice era stato pari a 74, in vent’anni c’è stato un abbondante raddoppio: l’indice è arrivato infatti a quota 145,4. In pratica, lo stesso identico servizio finanziario o la stessa identica assicurazione sono costate enormemente di più alle famiglie americane, mentre gli altri prezzi sono diminuiti: solo così, infatti, l’inflazione è stata nel complesso più bassa.
L’indice generale dei prezzi al consumo (CPI – Consumer Price Index) deriva dalla combinazione tra l’andamento dei prezzi dei diversi beni e servizi, che vengono a loro volta pesati sulla base di un paniere rappresentativo dei consumi della famiglia-tipo: è passato dalla base del 2012 (=100) a quota 116 nel terzo trimestre di quest’anno. Da allora, i prezzi sono aumentati in media solo del 16%.
Ed infatti, sempre a partire dal 2012, i prezzi delle merci acquistate dalle famiglie americane sono dapprima diminuiti, passando dalla base di 100 a quota 93 nel secondo trimestre del 2020: -7%. Da allora sono invece aumentati bruscamente, recuperando fino ad arrivare a quota 99,7 alla fine del terzo trimestre di quest’anno: dunque, sono ancora al di sotto del livello di partenza (2012=100), anche se solo di tre decimi di punto percentuale.
C’è un altro fattore chiave: i cali più vistosi e le più repentine variazioni al rialzo sono stati registrati dai prezzi della benzina e degli altri combustibili. L’indice di questi prezzi era sceso addirittura a 71 nel primo trimestre del 2016, poi è risalito ad 88 nel terzo trimestre del 2018; è quindi nuovamente sceso a 73 nel secondo trimestre del 2020, per arrivare a 96 nel terzo trimestre di quest’anno. Sono dunque ancora di quattro punti percentuali inferiori rispetto al 2012, ma enormemente più alti rispetto al 2000 quando segnavano quota 48: raddoppiarono tra il 2000 ed il 2012.
Negli anni scorsi, la riduzione dei prezzi delle merci da una parte e di quelli della benzina e degli altri combustibili dall’altra, hanno dunque compensato, quasi “nascosto”, l’aumento continuo dei prezzi del complesso dei servizi acquistati dalla famiglie americane: l’indice dei loro prezzi è salito a quota 124, un livello superiore di ben 8 punti percentuali rispetto a quello generale dei prezzi (beni e servizi) che infatti nel complesso è arrivato a quota 116.
La competizione globale ha tenuto estremamente basso il prezzo delle merci: a questo è servito l’ingresso della Cina nel WTO. Per le famiglie americane, in vent’anni, a partire dal gennaio 2000, questi prezzi sono passati da quota 88,6 a 99,7: in vent’anni, un aumento di appena 11,1 punti percentuali che vale in media meno di mezzo punto l’anno. Nello stesso periodo di tempo, i prezzi dei servizi è aumentato da 79 a 116, e quello dei servizi finanziari ed assicurativi è addirittura esploso passando da 74 a 155.
Gli Usa sono stati definiti una FIRE Economy, basata su Finance, Insurance e Real Estate: l’inflazione americana è sotto controllo solo quando il rialzo continuo ed inesorabile del prezzo dei servizi finanziari e delle assicurazioni è compensato dalla riduzione dei prezzi delle merci e dei prodotti energetici.
FONTE: https://www.teleborsa.it/Editoriali/2021/11/10/usa-e-inflazione-fire-1.html#.YYw11hrMJPY
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